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Ora anche in pasticceria i dolci diventano “salati” con il caro bollette: un incubo vero!

7 febbraio 2022 | 10:44
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I commercianti:”Si lavora poco e con incassi inferiri agli anni scorsi”. E disagi anche per materie prime ed il packaging.

I primi mesi dell’anno rappresentano da sempre un periodo difficile per negozianti e ristoratori. Quest’anno si aggiungono fattori che condizionano maggiormente come rincaro di luce e di materie prime: acqua, carta, caffè, farine. In aggiunta l’andamento della pandemia non rende i fatti più semplici: i clienti sono diminuiti in tutti i settori, ma quali sono le cause? Paura, incertezza, positività al Coronavirus, in molti casi mancano proprio i soldi. Un grido d’allarme già lanciato settimana scorsa da Confcommercio Como, in cui il Presidente Giovanni Ciceri ribadiva la necessità di misure da parte delle istituzioni per rispondere alle difficoltà dei commercianti (video allegato).

Se fino a qualche giorno fa diversi negozi e ristoranti della città di Como, e non solo, avevano optato per un periodo di ferie prolungato per ridurre l’impatto di rincari e calo delle affluenze, ora le attività si trovano costrette a ritoccare i prezzi. “È aumentato tutto. – dichiara Andrea Compagnoni, titolare della pasticceria RoAn di San Fermo della Battaglia – In questo momento la maggior parte dei fornitori si sta portando avanti, avvisando che nelle prossime settimane scatteranno gli aumenti. Cercano di posticipare l’evento, vendendo quanto hanno ancora in magazzino. Altri invece hanno già incrementato del 10% il listino prezzi per lievito, burro, latte”.

Gas, acciaio, legno; la crisi delle materie non tralascia niente e nessuno, nemmeno la carta. La penuria di cellulosa, unita agli aumenti dell’energia consumata dalle cartiere, oltre a rincarare i prezzi fino al 70%, si fa sentire. Difficoltà nel reperire i materiali, nel soddisfare le esigenze dei clienti e consegne fissate ‘a data da destinarsi’, un problema già riscontrato nel secondo semestre del 2021. Nel periodo natalizio infatti anche Compagnoni si è ritrovato a dover rivedere le proprie esigenze:”L’azienda a cui mi affido per il packaging non è riuscita a consegnare le scatole necessarie per i cesti natalizi. Mi sono venuti incontro sulle scatole dei panettoni, data la situazione ho accettato un colore differente da quello che uso solitamente. Lo stesso per le scatole delle torte che ora mi arrivano bianche o marroni (anziché bordeaux), spesso manca anche il logo”.

Secondo Coldiretti, l’aumento dei contagi ha provocato un crack da 1,5 miliardi di euro per il fatturato di bar, ristoranti, pizzerie, agriturismi dall’inizio dell’anno rispetto a prima della pandemia del 2019. “Per il momento sto mantenendo i prezzi di prima –  prosegue Compagnoni –  ma sto già pensando a dove intervenire. La categoria della ristorazione è quella che sta pagando più di tutti. Si lavora poco e gli incassi sono inferiori a quelli degli anni normali. Gli stipendi sono aumentati, ma troppo poco rispetto all’aumento dei prezzi. Le persone avranno a disposizione sempre meno soldi per i beni di lusso, come comprare un dolce in pasticceria o andare a mangiare una pizza».