Chiasso: si aprono LE STANZE DELL’ARTE. Protagonisti giovani talenti ticinesi



Da venerdì 25 febbraio a Chiasso LE STANZE DELL’ARTE, la seconda edizione della rassegna artistica promossa dal Centro Culturale Chiasso con la quale si intende dare spazio a giovani talenti della Svizzera italiana nell’ambito delle arti performative e visive.
Al Cinema Teatro sono in programma quattro eventi che spaziano dalla musica alla danza, passando dalla performance artistica e inizia con un doppio appuntamento, CON QUELLA GRATA UDIENZA CHE SOLETE e LA RISATA CANGIANTE, due spettacoli nella stessa sera che in modo molto originale abbinano musica, recitazione, danza e performance grafica.

CON QUELLA GRATA UDIENZA CHE SOLETE
lettura dell’Orlando Furioso (canto I) con illustrazioni proiettate e musica dal vivo
a cura di Arianna de Angelis, Michele Stanga e Giacomo Stanga
durata: 30 min
«Con quella grata udienza che solete» è una lettura di un episodio dall’Orlando Furioso, completa di una breve ma esaustiva introduzione commentata. Durante la lettura vengono proiettate delle illustrazioni, e ai versi di Ariosto si accompagna una base musicale. La combinazione di questi tre elementi fornisce al pubblico chiavi di lettura diverse e un ritmo coinvolgente, senza però alterare le ottave originali. L’episodio scelto per questa prima produzione è quello di Angelica e Sacripante, nel primo canto, spesso affrontato anche dalle antologie scolastiche e perciò in varia misura famigliare all’orecchio di una parte del pubblico.
Nato dall’unione di tre diversi media (narrazione, musica e illustrazione), il progetto Con quella grata udienza che solete si inserisce in una linea – quella delle letture dell’Orlando Furioso – che non è certo nuova, ma è stata per molti anni “dormiente”, un po’ nascosta (soprattutto nell’anno celebrativo) dietro quella delle più eseguite letture dantesche.
La lettura di vari episodi del poema (la prima versione dello spettacolo si limita a circa quaranta ottave scelte dal primo canto) è introdotta da una breve presentazione di Giacomo Stanga, che ne riassume i principali argomenti, e accompagnata poi in tempo reale dalle illustrazioni di Arianna de Angelis, proiettate seguendo il ritmo della trama ariostesca. Il supporto visivo aiuta sì la comprensione della storia laddove il dettato cinquecentesco si fa troppo oscuro, ma soprattutto reinterpreta personaggi ed eventi e fornisce al pubblico un’idea già mediata degli avvenimenti e delle lezioni che ancora oggi possiamo trarne.
A completare il trittico della pièce, la musica dal vivo di Michele Stanga (calcata sui giri che già i coevi eseguivano a supporto delle ottave cantate, ma arrangiata anche grazie all’uso della loop machine) segue e sottolinea con discrezione il ritmo del racconto. L’esperimento, che ha debuttato sul palco di Balerna all’interno della rassegna “Botteghino del teatro”, si prefigge quindi l’ambizioso obiettivo di avvicinare chi non la conosca alla monumentale opera ariostesca attraverso media moderni e un’interpretazione popolare, mantenendo però intatto il testo originale, letto sempre integralmente: la forza dei versi di Ariosto rimane così viva, ritrovando modo di interagire con un pubblico più largo di quello degli specialisti (che pure, si spera, apprezzeranno la fedele lettura) e impressionando, emozionando e trasportando come fa da oltre cinquecento anni una nuova platea.
Lo spettacolo ha una durata di circa 35 minuti e propone la lettura dell’episodio di Sacripante e Angelica (I, 35-71): all’inizio vengono presentati, in un’introduzione generale di circa 10 minuti, temi e personaggi, e viene anticipata a grandi linee la trama dell’episodio (dall’arrivo di Angelica alla placida radura fino al disarcionamento di Sacripante e alla sua rinuncia a ulteriori propositi amorosi). L’introduzione mantiene un tono informale, scherzoso, può mutare a seconda del contesto e delle competenze del pubblico, ma mantiene numerosi riferimenti puntuali al testo, specie nei luoghi più complessi, e rimane fedele a quanto scritto nel poema. Al termine dell’introduzione, musica e immagini dipingono il quadro iniziale della vicenda, lasciando al pubblico qualche istante di pausa prima dell’inizio della lettura vera e propria; d’ora in poi saranno soltanto le parole di Ariosto e i loro accompagnamenti multimediali a risuonare in sala, e la narrazione prosegue fino alla fine sui ritmici binari dell’ottava rima.

LA RISATA CANGIANTE
performance di danza contemporanea e proiezione
Arianna de Angelis autrice/regia/animazione
Camilla Stanga danza/coreografia/performance
Corentin Marillier musica originale/design del suono
Hochschule Luzern Design&Kunst, facoltà di animazione produzione
durata: 30 min
La performance La Risata Cangiante prende forma grazie all’incontro tra Arianna de Angelis (animatrice 2D) e Camilla Stanga (danzatrice). La performance è frutto del lavoro dell’ultimo anno di Bachelor all’interno del percorso formativo di Arianna presso l’HSLU Luzern.
La sperimentazione e la ricerca artistica hanno come protagonista l’interazione tra due ambiti artistici: la danza contemporanea e l’animazione. Per la produzione musicale è stato coinvolto anche il giovane compositore e
percussionista Corentin Marillier, il quale ha lavorato con delle registrazioni di risate al fine di creare la musica originale che accompagna la performance.
In scena una danzatrice compie un viaggio metafisico attraverso proiezioni video che illustrano le diverse atmosfere create dalla risata. Scopre così la volubilità di quest’ultima e le sue sfaccettature: la risata può essere libertà ma anche emarginazione o complicità. Che meccanismi ed emozioni stanno dietro ad un gesto quotidiano e apparentemente banale come la risata?
Un’ombra nera: una danzatrice che si è dimenticata di come si ride.
Una pallina rossa: la risata.
Dal loro incontro inizia un viaggio attraverso la risata nelle sue forme più disparate: dalla risata liberatoria a quella di scherno.
La performance si basa sull’interazione (sia a livello visivo che sonoro) tra la danzatrice e la risata, rappresentata inizialmente sotto forma di una pallina di luce rossa.
Questa interazione è in continua trasformazione e segue le mutazioni della risata, passando da immagini più concrete ad immagini più astratte.
Durante la performance, la danzatrice riscopre la risata e il piacere di danzare con essa, fa conoscenza con la sua parte animalesca, sotto forma di ombre mostruose, e incontra il suo clown interiore, maestro indiscusso della risata. Questi incontri le permetteranno di riconquistare la propria risata e di conoscerne ogni sfumatura, anche la più nascosta.
Il tema della performance è la risata, con una particolare attenzione alla volubilità di questo fenomeno.
Mentre spesso ci si limita a considerarne l’aspetto comico, la risata è in realtà un elemento complesso, che si incontra negli ambiti più disparati. Essa viene infatti utilizzata nel mondo della medicina come strumento di terapia, come arma politica nelle vignette satiriche ed è pure presente nel mondo animale, anche se con uno scopo soprattutto comunicativo (es.: le iene ed alcune scimmie producono suoni simili alle risate per trasmettere delle informazioni all’interno della popolazione).
La performance mira ad esplorare la molteplicità della risata in diversi ambiti e situazioni, come anche la varietà di sensazioni, talvolta contradditorie, che questo fenomeno può generare. Non è un compito facile, in quanto ridiamo tutti i giorni ma, al momento di definire cosa ci faccia ridere e perché si rida, abbiamo difficoltà.
L’ambientazione è in perpetua trasformazione per tutta la durata della performance. Il viaggio della performer inizia in un mondo reale (con immagini concrete) che si addensa sempre di più in un mondo astratto, caratterizzato da un’atmosfera onirica. Questa astrazione permette un’analisi più sensoriale e interpretabile delle emozioni legate alla risata. L’estetica della performance unisce nello stesso prodotto uno stile grafico (il rotondo e il rosso, che uniti ricordano il naso di un clown) e un’estetica più organica per gli sfondi animati.
La musica è di genere sperimentale ed è stata creata apposta per la performance partendo da registrazioni di risate e utilizzando queste ultime come strumenti. Ogni tanto la risata è riconoscibile e ogni tanto non lo è e viene usata, ad esempio, come elemento puramente ritmico. Il ruolo della musica è di condurre la danzatrice attraverso la performance, influenzando i suoi movimenti e talvolta manipolandoli.

venerdì 25 febbraio 2022, ore 20.30
Cinema Teatro, Chiasso (Svizzera)
LE STANZE DELL’ARTE
Rassegna artistica con nuovi talenti del Canton Ticino
CON QUELLA GRATA UDIENZA CHE SOLETE
LA RISATA CANGIANTE
BIGLIETTI 15 CHF (€ 15)
La biglietteria del Cinema Teatro è aperta al pubblico per informazioni, prenotazioni, acquisto biglietti e abbonamenti nei seguenti giorni: da mercoledì a venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30, il sabato dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.30. Tel.: +041 (0)58 122 42 78. E-mail: cassa.teatro@chiasso.ch
È possibile acquistare i biglietti anche online su www.ticketcorner.ch
La rassegna rappresenta la realizzazione del concetto alla base de LE STANZE DELL’ARTE a sostegno di artisti agli inizi della carriera nel campo delle arti performative, e si sviluppa parallelamente all’evento corrispondente per le arti visive in programma nel mese di marzo 2022 (la mostra Le stanze dell’arte / Premio giovani artisti. Genesi creativa, 13-27.03.2022 allo Spazio Officina, seguente il concorso promosso dal m.a.x. museo, dal Comune di Chiasso e dal Rotary Club).
Tutti gli eventi sono resi possibili grazie al Dicastero Attività culturali del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino-Fondo Swisslos e di AGE SA.

Dopo l’appuntamento di venerdì 26 febbraio, le atmosfere sognanti della cantante, violinista e compositrice Chiara Dubey saranno protagoniste sabato 26 marzo 2022 con CONSTELLATIONS. La rassegna proporrà poi il 12 maggio, in concomitanza con la Festa Danzante 2022, il progetto Invitation To The Dance – FantaC, in cui le giovani danzatrici dell’Ashkenazy Ballet Project di Pura (Canton Ticino) si esibiranno sulle note della viola dell’artista riconosciuta a livello internazionale Hsin-Yun Huang. La rassegna si chiuderà giovedì 19 maggio 2022 con un concerto jazz: sul palco ci sarà il MULLENER – HERNANDEZ – GIOVANOLI TRIO, composto da tre giovani musicisti elvetici già capaci di sostenere improvvisazione e rivisitazione, proprie composizioni o classici del repertorio jazzistico.