Valter Mainetti, la Veduta di Roma sotto la Neve nella sua collezione

Il prezioso lavoro di recupero delle opere d’arte portato avanti dalla Fondazione Sorgente Group di Valter Mainetti e dalla moglie Paola continua a essere un punto di riferimento per gli amanti dell’arte, antica e non solo. La Fondazione, impegnata a riportare in Italia delle opere di grande valore per dare nuova linfa al prestigio culturale del nostro Paese, ci permette di apprezzare a fondo e conoscere epoche storiche grazie alle quali siamo diventati ciò che siamo oggi. Nella Collezione spicca un’opera del 1730 di Giovanni Paolo Panini, importante vedutista e scenografo del tempo.
Chi è Giovanni Paolo Panini
Pittore e architetto nato a Piacenza nel 1691, ha scoperto il paesaggio classico studiando a Roma. Protetto dal cardinale de Polignac, ha avuto frequenti contatti con gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma, è divenuto noto per i suoi dipinti con vedute architettoniche reali, ma anche fantastiche.
Roma sotto la Neve, gli elementi dell’opera del Panini nella collezione di Valter Mainetti
Valter Mainetti con la sua Fondazione Sorgente Group ci porta, grazie al quadro del Panini, in una Roma insolita che si è svegliata sotto un’abbondante nevicata. Roma sotto la Neve è indubbiamente un quadro eccezionale sia sotto il profilo iconografico sia quello stilistico perché ci racconta di una città eterna che non esiste più – almeno non in quella forma – e ci mostra uno spaccato di vita quotidiana in un ambiente sociale sano e sereno. A prima vista, l’attenzione non può non essere catturata dal movimento in primo piano, quello di bambini divertiti che giocano a palle di neve per celebrare una giornata insolita – raccontata dalla cronaca del tempo con entusiasmo perché considerata un evento raro. Non sfugge l’aspetto vedutistico tipico della pittura del Panini che, sullo sfondo, inserisce una rappresentazione della città più suggestiva che mai con un dedalo di viuzze, le case raggruppate in quartiere, la cupola della chiesa di Santa Maria di Loreto e la Colonna Traiana che svetta.
È interessante l’accostamento tra chiesa di Santa Maria di Loreto e Colonna Traiana, il moderno che incontra l’antico in un potente dialogo pittorico: la prima è una chiesa piccola, nonostante le forme monumentali, costruita nel 1500 e terminata dalla scuola michelangiolesca nel 1593. La Colonna Traiana, invece, nasce nel 117 d.C. per celebrare le vittorie dell’imperatore Traiano in Dacia. Ad opera di Apollodoro di Damasco, rappresenta più di 2500 immagini sui 17 giganteschi monoliti usati per erigere la statua dell’imperatore, situata originariamente in cima ai 40 metri del monumento, quindi sostituita da papa Sisto V nel 1587 da una statua di San Pietro.
Roma sotto la Neve, una città moderna che non esiste più raccontata dalla Fondazione Sorgente Group
Guardare il dipinto del Panini è come osservare una Roma moderna (ovviamente, per quanto possibile per il 1730) con una fitta rete di case e vicoli che si dipanano in direzione del Colosseo, che svetta sul fondo del quadro. Una scena ricca di vita esaltata dal contrasto tra il semplice gioco dei fanciulli felici e la maestosità della città nello sfondo, caratterizzata dalla tipica struttura urbanistica romana, purtroppo cancellata radicalmente nel 1900 durante i lavori di ristrutturazione della nuova Roma (grazie ai quali è stata aperta la via dei Fori Imperiali e sono stati creati grandi complessi di edifici. Il quartiere veniva chiamato Alessandrino perché prendeva il nome del cardinale piemontese Michele Bonelli – nipote del Papa Pio V regnante all’epoca – che fu il responsabile della creazione e costruzione di un tessuto urbano fitto e fervente. Questo quadro documenta in modo magnifico una terribile perdita storica, quella dei quartieri tipici di allora, raccontando una situazione urbanistica una volta tipica della quotidianità.
Roma sotto la Neve, la quotidianità
La vita di tutti i giorni torna in un altro dettaglio dell’opera: vediamo l’Ospedale dei Fornai brulicare di persone. La chiesa di Santa Maria di Loreto fu creata anche come punto di riferimento per questo pio sodalizio dei fornai, categoria essenziale nella vita della città perché creava il pane – per secoli, il cibo primario dei popoli. Panini decise di rappresentare questo commovente e solenne spaccato di normalità con una visuale leggermente dall’alto, con il punto di vista dello scenografo esperto: ci mostra le famiglie che vanno a comprare il pane mentre i bambini giocano e la città continua a essere produttiva in un momento unico, quello della nevicata.
Il quadro, documento storico e nel contempo opera d’arte ariosa, serena e allegra, è una rappresentazione veridica, ma soprattutto una veduta scenografica studiata al dettaglio. E non poteva proprio mancare nella collezione di Valter Mainetti: un vero capolavoro.