Altra aggressione al Bassone, due agenti feriti da un detenuto:”Ora fate qualcosa…”
8 marzo 2022 | 19:36



Giovanni Savignano, segretario generale FNS Cisl dei Laghi:”La nostra amministrazione deve intervenire. Sono cose che si ripetono quasi ogni giorno”
Momenti di tensione nella mattinata di martedì 8 marzo presso il carcere del Bassone di Como. A raccontare l’episodio è Giovanni Savignano, segretario generale FNS (Federazione Nazionale Sicurezza) della Cisl dei Laghi. “Questa mattina attorno alle 10.30 un detenuto di nazionalità italiana ha chiesto di essere sottoposto a visita medica presso gli ambulatori dell’istituto – spiega Savignano -. Il soggetto è noto all’interno della struttura, in quanto quotidianamente millanta problemi di salute, infastidendo sia i sanitari che gli infermieri e affermando di non essere curato a sufficienza. Una volta terminata la visita e congedato dal personale medico il detenuto ha però rifiutato di lasciare gli ambulatori. Nella circostanza è intervenuto l’agente di servizio, il quale è stato dapprima oggetto di insulti e minacce e poi aggredito fisicamente. Stessa sorte è toccata ad un altro agente intervenuto in difesa del collega, anch’egli aggredito con dei colpi al volto, subendo anche, nell’atto di difendersi, delle ecchimosi alla mano”.
Entrambi gli agenti sono stati curati all’ospedale S. Anna con una prognosi di 30 giorni per il collega che ha riportato un trauma alla mano e al volto, e sette giorni al primo agente che ha riportato dei colpi al volto”. “Purtroppo il problema delle aggressioni al personale di Polizia penitenziaria è ormai annoso e all’ordine del giorno – continua Savignano –. Un fenomeno non circoscritto al carcere di Como ma diffuso in buona parte degli istituti lombardi, vista l’alta percentuale di detenuti con disagio psicologico, disturbi della personalità o addirittura problemi psichiatrici. Per questo torniamo a chiedere all’Amministrazione penitenziaria di farsi carico del problema, mettendo in atto tutte le misure necessarie perché venga garantita l’incolumità del personale che presta la sua opera in carcere”.
APPROFONDIMENTI QUI
ALTRE REAZIONI DEI SINDACATI
Fabiano Ferro, Segretario Provinciale dell’USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria) racconta così: “Altri due agenti finiti in Ospedale
oggi, come se il lavoro del poliziotto debba ormai ricondursi alle aggressioni in modo pressoché
ordinario. Un soggetto in preda ad una furia incontrollata, presumibilmente causata da limiti
mentali (non può esserci altra spiegazione!), ha colpito al volto due agenti: uno ferito ad un
occhio, l’altro ha riportato problemi all’orecchio, così come refertato dal P.S.. Fortunatamente,
grazie alla spiccata professionalità del Reparto di Polizia Penitenziaria di Como, il detenuto è
stato bloccato e ubicato presso altra camera priva di oggetti atti ad offendere. Trattasi di un
soggetto assegnato a Como da qualche settimana sempre per ragioni disciplinari e che,
evidentemente, non ha colto alcun segnale punitivo e men che meno rieducativo”.
oggi, come se il lavoro del poliziotto debba ormai ricondursi alle aggressioni in modo pressoché
ordinario. Un soggetto in preda ad una furia incontrollata, presumibilmente causata da limiti
mentali (non può esserci altra spiegazione!), ha colpito al volto due agenti: uno ferito ad un
occhio, l’altro ha riportato problemi all’orecchio, così come refertato dal P.S.. Fortunatamente,
grazie alla spiccata professionalità del Reparto di Polizia Penitenziaria di Como, il detenuto è
stato bloccato e ubicato presso altra camera priva di oggetti atti ad offendere. Trattasi di un
soggetto assegnato a Como da qualche settimana sempre per ragioni disciplinari e che,
evidentemente, non ha colto alcun segnale punitivo e men che meno rieducativo”.
Sull’aggressione interviene anche Gian Luigi Madonia, Segretario Regionale dell’USPP:
“Le statistiche degli eventi critici e delle aggressioni sono in costante aumento e stanno
raggiungendo numeri mai visti prima. In particolare, il personale degli istituti come quello di
Como, ma anche di Bergamo, Milano, Vigevano e Pavia, ormai quotidianamente affronta il
proprio turno di servizio mettendo in conto che quasi certamente dovranno subire violenza e/o
sedare qualche evento. Quello che in un mondo (penitenziario) normale dovrebbe annotarsi come
fatto straordinario, nel sistema penitenziario italiano ha assunto ormai la connotazione di
ordinarietà. Nonostante le evidenti criticità, le disfunzioni e la scarsa credibilità dello Stato
all’interno delle carceri, per non parlare delle migliaia di denunce sindacali, la politica non ha
ancora pensato di dichiarare lo stato d’emergenza penitenziario. Croniche carenze d’organico
(mancano circa 18mila unità-in Lombardia un migliaio), strutture inadeguate, impossibilità di
contenimento dei soggetti psichiatrici, inefficacia degli attuali modelli di vigilanza, non bastano
per sostenere l’emergenza ed ammettere che il sistema è fallito” – prosegue nel richiamare la
politica il sindacalista – “in questo scenario, piuttosto evidente, per chi ha occhi e orecchie, l’unica
cosa che si registra è la totale assenza di interventi. Governo e Ministero anziché, per l’appunto,
dichiarare lo stato di emergenza del sistema, affrontando seriamente il tema dei protocolli
operativi e della gestione dei detenuti psichiatrici, pensano ad altro, assumendo di fatto il
sostanziale ruolo di spettatori di un declino più che annunciato”.
“Le statistiche degli eventi critici e delle aggressioni sono in costante aumento e stanno
raggiungendo numeri mai visti prima. In particolare, il personale degli istituti come quello di
Como, ma anche di Bergamo, Milano, Vigevano e Pavia, ormai quotidianamente affronta il
proprio turno di servizio mettendo in conto che quasi certamente dovranno subire violenza e/o
sedare qualche evento. Quello che in un mondo (penitenziario) normale dovrebbe annotarsi come
fatto straordinario, nel sistema penitenziario italiano ha assunto ormai la connotazione di
ordinarietà. Nonostante le evidenti criticità, le disfunzioni e la scarsa credibilità dello Stato
all’interno delle carceri, per non parlare delle migliaia di denunce sindacali, la politica non ha
ancora pensato di dichiarare lo stato d’emergenza penitenziario. Croniche carenze d’organico
(mancano circa 18mila unità-in Lombardia un migliaio), strutture inadeguate, impossibilità di
contenimento dei soggetti psichiatrici, inefficacia degli attuali modelli di vigilanza, non bastano
per sostenere l’emergenza ed ammettere che il sistema è fallito” – prosegue nel richiamare la
politica il sindacalista – “in questo scenario, piuttosto evidente, per chi ha occhi e orecchie, l’unica
cosa che si registra è la totale assenza di interventi. Governo e Ministero anziché, per l’appunto,
dichiarare lo stato di emergenza del sistema, affrontando seriamente il tema dei protocolli
operativi e della gestione dei detenuti psichiatrici, pensano ad altro, assumendo di fatto il
sostanziale ruolo di spettatori di un declino più che annunciato”.