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8 Marzo: poche donne per strada a Como

8 marzo 2022 | 16:34
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8 Marzo: poche donne per strada a Como

Oggi, in occasione della Giornata della Donna, in via Italia Libera a Como, è stata svelata la targa di intitolazione dei giardini pubblici alla memoria dell’agente della Polizia di Stato, Sabrina Pagliarani deceduta in servizio il 30 settembre 1994 investita da un mezzo pesante sullo svincolo Como Sud dell’autostrada A9 Milano-Ponte Chiasso.

Con il nome di Sabrina Pagliarani sale a 32 il numero delle targhe al femminile nelle vie e nelle piazze di Como, una misera percentuale del 4,3% dello stradario cittadino nel quale ci sono una dozzina di Sante e religiose, 1 regina e 1 principessa, qualche donna del Risorgimento e della Resistenza, Anna Franck, Norma Cossetto vittima delle foibe istriane, 3 infermiere, 5 scrittrici tra cui il Nobel Grazia Deledda e Alda Merini cui è dedicato il sentiero per Brunate, 1 benefattrice, 1 pedagogista, 2 scienziate, 1 attrice, 1 cantante, l’ amante comasca di Ludovico il Moro, 1 tessitrice non identificata e via Valeria forse in onore alla via consolare romane. Se, l’anno scorso, il Consiglio Comunale avesse approvato la mozione per intitolare ad Alida Valli un tratto della camminata del lungolago la percentuale di nomi di donne nella toponomastica comasca avrebbe avuto un piccolo incremento. Sempre troppo poco

nomi femminili vie como
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Como è, comunque, in linea con le altre città italiane in fatto di vie, larghi, piazze che portano nomi femminili, i numeri sono severissimi: le strade intitolate a donne non sfondano il tetto del 5% del totale. Di queste la maggior parte sono dedicate a Madonne, Sante e Beate, non mancano, poi, nomi generici o di personaggi di fantasia (Madama Butterfly, Aida, via delle lavandaie), pochissime le titolazioni a donne della storia contemporanea, un dato sconfortante  se si pensa che i nomi dei luoghi che percorriamo rappresentano una delle informazioni che, anche involontariamente, siamo costretti ad apprendere per le più minime attività quotidiane.

Nel 2012 è nata Toponomastica Femminile (https://www.toponomasticafemminile.com/), con l’intento di restituire voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi, a migliorare la società. Dalla constatazione dell’enorme gap di genere nei nomi delle vie e delle piazze italiane sono partite tante iniziative rivolte sia alla scuola, sia all’intera cittadinanza, attraverso concorsi e corsi di formazione, mostre fotografiche e documentarie, convegni e conferenze, performance e salotti letterari, itinerari turistici in ottica di genere e pubblicazioni.

Una delle proposte di Toponomastica Femminile che ha trovato molti riscontri compreso il patrocinio dell’ANCI (Associazione dei Comuni Italiani),  è “8 marzo 3 donne 3 strade” con la quale si chiede ai Comuni italiani di impegnarsi a dedicare tre strade a tre donne, una di rilevanza locale, una nazionale, una straniera, per unire le tre anime del Paese.
Per adesioni individuali, collettive o istituzionali, inviare una comunicazione a toponomasticafemminile@gmail.com indicando come oggetto “8 marzo 3 donne 3 strade”

E’, però, bene chiarire una questione: le attiviste e gli attivisti che si battono per avere parità di genere nelle targhe stradali non hanno come obiettivo il rivoluzionamento del sistema stradale attuale. Cambiare nomi, infatti, comporterebbe uno stravolgimento complessivo nella quotidianità delle cittadine e dei cittadini. La proposta, al contrario, è di lavorare affinché i nuovi luoghi e quelli ancora privi di nome vengano intitolati a donne. Un sano pragmatismo che ha come unico obiettivo quello di rendere la femminilizzazione delle strade un passaggio semplice da attuare in ogni Comune.