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Scopri il bello che ti circonda nelle Giornate FAI di Primavera. Tutte le info

26 marzo 2022 | 08:15
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Scopri il bello che ti circonda nelle Giornate FAI di Primavera. Tutte le info
Scopri il bello che ti circonda nelle Giornate FAI di Primavera. Tutte le info
Scopri il bello che ti circonda nelle Giornate FAI di Primavera. Tutte le info

La villa Pisani Dossi la si vede da ogni parte della città, basta alzare lo sguardo sulla collina di Cardina e lo stile eclettico della residenza estiva dello scrittore milanese Carlo Pisani Dossi salta subito all’occhio con il suo marmo bianco nel verde del parco circostante. Ma l’avete mai vista dentro? E chi passa da Montorfano non può non notare una grande villa in centro paese, è la villa cinquecentesca dei Conti Barbavara, la si occhieggia dal cancello, ma il bello è sull’altra facciata prospiciente al “loro” lago. Ci siete mai entrati?

Sono solo due dei luoghi aperti per le Giornate FAI di Primavera dalla Delegazione di Como che, oggi e domani, sarà possibile visitare su prenotazione. Ci sono anche Villa Giuseppina di Faggeto Lario, villa Parravicino Sossnovsky a Erba, la chiesa di Sant’Agata a Moltrasio e una il borgo di Rezzago con i funghi d’argilla e il castagneto, vero gioiello ambientale. 

La XXX edizione del più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, offre un weekend per riconnetterci alla nostra storia e alla nostra cultura che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore.

Ecco tutte le aperture di Como e i nostri consigli per le province di Milano, Lecco, Monza e Varese

Como

Dosso Pisani

La villa dello scrittore scapigliato Alberto Carlo Pisani Dossi, conosciuta come Dosso Pisani, sorge su uno sperone di roccia naturale della collina di Cardina e osserva dall’alto la città di Como e il lago fino alla sua riva opposta. Circondata da uno splendido parco di alberi d’alto fusto che la immergono in una che voleva richiamare i dipinti del pittore simbolista Arnold Böcklin, la villa fu realizzata da Luigi Conconi e Luigi Perrone, e rappresenta un unicum nel panorama dell’epoca, per il forte dialogo con la natura e il gioco dei piani che segue la morfologia del terreno. Stilisticamente a cavallo tra Liberty ed Eclettismo, vi si scorgono elementi di derivazione classica intrecciati a decorazioni che ricordano Otto Wagner e la Secessione viennese. Privata e mai visitabile, la villa apre per la prima volta in esclusiva agli iscritti FAI, che potranno ammirare l’architettura e la ricchezza degli spazi interni ed esterni, come il celebre “portico degli amici”, le sale di rappresentanza del piano nobile e lo splendido panorama del lago che si gode dalle terrazze.

Apertura sabato 26 marzo, dalle ore 9.30 alle 17.30. Ingresso riservato agli iscritti FAI.  POSTI ESAURITI

Montorfano

Villa Barbavara

La Villa di Montorfano fu costruita dal Conte Nicolò II al centro di un complesso preesistente che aveva funzioni strategico-difensive, risalente al 1350. Fu completata nella seconda metà del 1500. La Villa è attualmente abitata dai Conti Barbavara e non è normalmente accessibile al pubblico. La visita inizierà dal portico di fronte alla Villa con una breve introduzione alla sua storia. Proseguirà poi all’interno con il Salone d’Onore, tra ricordi di famiglia e di personaggi illustri che sono stati ospiti della Villa nel corso dei tempi. Si visiteranno alcune salette private, la Sala delle Armi e la Sala da pranzo. Il percorso continuerà poi all’esterno con una passeggiata nel Parco della Villa fino alle sponde del lago, dove si potrà ammirarne il paesaggio da una posizione privilegiata. La visita proseguirà verso l’area dove si trovano le barche da pesca fino ad arrivare alle maestose ghiacciaie, grandi edifici in pietra dove un tempo si raccoglieva e conservava il ghiaccio. In uno di questi edifici è conservata anche un’autentica Lucia, barca simbolo del Lago di Como. Si ritornerà infine verso la Villa dove si visiteranno le scuderie prima di terminare il percorso.

Apertura sabato 26 e domenica 17 dalle 10 alle 17. Ultimo ingresso alle 16. Posti online terminati possibilità di prenotarsi in loco fino al raggiungimento della capienza massima

giornate fai di primavera 2022

Faggeto Lario

Villa Giuseppina

Immersa nella suggestiva Ripa di Palanzo, oggi frazione Riva di Faggeto Lario, sorge la dimora storica di Villa Giù. Non distante dalla novecentesca chiesa di S. Giuseppe, la ritroviamo in testa a un elegante giardino alberato capace di distendersi verso i flutti del lago regalando uno scorcio mozzafiato sui prospicienti borghi di Laglio e di Carate Urio. In una cornice unica, stretta fra l’austerità delle montagne e la quiete delle acque lariane, la bellezza parla qui il linguaggio del liberty.

Come si evince dalle carte demaniali, Villa Giù, restaurata nel 2005, sorge a Faggeto lungo il corso del torrente Cairo, ed è documentata a cavallo tra Otto e Novecento come dimora di Romeo Pizzocro, munita di rustici, di una serra, nonché di una darsena privata. Parte dei terreni annessi per la realizzazione del parco apparteneva in origine alla famiglie Cossa e Predario, mentre ai Pizzocro subentrarono i Galimberti, i Verga e i Guffanti fino all’attuale famiglia proprietaria Luraschi-Cavallasca.

Dalle tinte giallo-rosa pastello al contrasto cromatico delle esili colonnine, dagli archi trilobati di ascendenza gotico-veneziana all’ampia terrazza angolare, il liberty di Villa Giù sposa la sobrietà, rinunciando a ogni esasperazione floreale. Vetrate policrome ed eleganti bassorilievi marmorei anticipano il lusso degli interni tra camini marezzati, palladiane e boiserie, esaltando la finezza del parco, dei suoi tre maestosi alberi di cedro, della piscina, del solarium e della darsena privata.

Apertura domenica 27 marzo dalle 10 alle 17. Su prenotazione 

Erba

Villa Parravicino Sossnovsky

La Villa Parravicino Sossnovsky si trova in posizione elevata e dominate sul Pian d’Erba, nel cuore del borgo medievale di Parravicino alla periferia Sud-Ovest del comune di Erba. Questo piccolo borgo medievale, già rappresentato nella mappa della “Pieve di Incino” del XVI secolo, racchiude in sé innumerevoli testimonianze storico artistiche legate alle vicende della casata nobiliare Parravicino. La villa si inserisce in un vasto parco ricco di piante secolari.

La Villa Parravicino Sossnovsky fu eretta sulle rovine di un antico maniero medievale dalla famiglia Parravicino alla fine del Cinquecento. Essa riporta i caratteri tipici di una dimora di campagna, rifacendosi inizialmente alla tipologia architettonica della corte lombarda. Nel corso dei secoli, la villa ha subito alcune trasformazioni di carattere morfologico. Il conte Emiliano Parravicini smantellò il porticato a fine Ottocento per creare un grande giardino all’inglese. Sempre del XIX secolo, la villa venne leggermente ampliata con l’annessione di una piccola saletta con annessa terrazza raggiungibile dal salone principale. Il corpo centrale della villa è l’ambiente di maggior interesse artistico e storico rimasto ancora intatto nonostante il trascorre dei secoli.

La villa si articola su due piani: un piano semi-interrato denominato “cantinone”, una volta adibito alla conservazione del vino, e un piano primo dove si trovano le stanze padronali e i saloni da ricevimento. L’accesso principale avviene attraverso una doppia scalinata, che conduce nel corpo centrale della villa. Il fastoso salone si presenta nella sua eleganza cinquecentesca con un fregio che corre su tutti e quattro i lati con immagini di putti e vari personaggi. Al centro della parete Nord troviamo un maestoso camino di pietra Molera, sormontato dagli stemmi dei Parravicini, dei Visconti e dei Belgiojoso. La pavimentazione alla veneziana bianca e rossa riporta nuovamente al centro il maestoso cigno bianco, simbolo nobiliare della casata.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo dalle 10 alle 17. Su prenotazione 

Moltrasio

Chiesa di Sant’Agata

La chiesa di Sant’Agata si trova a Moltrasio, paese sulla sponda occidentale del Lago di Como, più precisamente nella frazione Vignola. Il complesso, composto da chiesa, cappella Lucini Passalacqua e cappella-ossario, confina con il parco della vicina Villa Passalacqua. La chiesa si trova in via Besana, nella parte centrale del paese, e gode di un ottimo panorama sul lago. L’edificio è interamente costruito in pietra di Moltrasio, testimonianza dell’attività delle cave nel territorio.

Il primo nucleo della chiesa di Sant’Agata è datato nell’XI secolo. Un documento del 1197 testimonia la presenza di un ente dedicato alla Santa e la chiesa viene nominata in un atto del 1215. L’edificio ha subìto interventi nei secoli, tra cui l’aggiunta della navata minore e la creazione del nuovo ingresso. Con il suo utilizzo come lazzaretto durante le epidemie di peste del XVII secolo, sono stati ricoperti gli affreschi interni, in parte riportati alla luce con recenti lavori di restauro.

Lo stile architettonico romanico-lombardo che caratterizza l’edificio, interamente in pietra di Moltrasio, è opera dei Maestri Comacini. Presenta una struttura a capanna ed è completata da un campanile a pianta quadrata in cinque ordini. Nel catino absidale minore, dopo i lavori di restauro, sono emersi affreschi del XIV, XV e XVI secolo, tra cui un Cristo Pantocratore del 1500, attribuito per affinità a Giovanni Andrea De Magistris, pittore attivo all’epoca in Valtellina.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo dalle 10 alle 18.30. Su prenotazione 

Un’antica storia di pietra e d’acqua

Il percorso organizzato si estende nel comune di Moltrasio, sulla sponda occidentale le Lago di Como. Dal lago, caratterizzato dalle rive, si giunge fino alla parte alta del paese per un totale di circa 200 m di dislivello positivo: Moltrasio è un paese che si sviluppa verticalmente. Possiamo dire che il corso dei suoi torrenti tracci verticalmente il territorio: dalle sorgenti sui monti, lungo le valli, scendono fino a raggiungere il lago.

Il paese è conosciuto principalmente per la pietra di Moltrasio. Si possono vedere costruzioni in pietra moltrasina in numerosi paesi del lago e anche oltre. Con il sasso di Moltrasio sono stati costruiti anche i numerosi crotti presenti in zona. L’attività nelle cave inizia già con i Romani e segue fino ai primi del ‘900, affiancata da un’altra risorsa economica: i mulini posti lungo il corso del torrente Pizzallo. L’ultimo mulino della “Valle dei Molini” ha cessato l’attività a metà ‘900.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo POSTI ESAURITI

Rezzago

Chiesa dei SS. Cosma e Damiano 

L’itinerario proposto si sviluppa nel territorio di Rezzago e comprende la chiesa dei Ss. Cosma e Damiano e i resti dell’antico Castello. Rezzago è un comune del Triangolo Lariano. È situato a 676 m s.l.m. in una fertile conca conosciuta con il nome di “Conca di Rezzago”, profondamente incisa da torrenti. In passato è stato un importante borgo fortificato con una strategica posizione a difesa della valle.

La chiesa romanica dei Ss. Cosma e Damiano, costruita sulle fondamenta di una chiesa paleocristiana e rimaneggiata nel tempo, è stata chiesa parrocchiale fino al 1654. La torre campanaria ha le caratteristiche tipiche del romanico comasco e fungeva da punto di partenza per segnali luminosi poi trasmessi da altre torri della zona. Del Castello, che svolgeva funzione difensiva, rimangono la torre e i resti dell’alzato murario. Di datazione tuttora incerta, potrebbe risalire al XI secolo.

All’interno della chiesa sono presenti diversi affreschi. Molti sono i santi raffigurati. Inoltre è presente una statua in legno policromo che raffigura Sant’Eurosia, per la quale si era sviluppato un fervente culto locale. Altre scene rappresentate sono la Pentecoste e l’Annunciazione. Opera importante, di cui è noto l’autore, è la Crocifissione di Antonio De Passeris, datata 1505, particolare per la presenza dei Santi Cosma e Damiano ai lati della scena.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo dalle 10 alle 17  senza prenotazione

Borgo, funghi d’argilla e castagneto

L’itinerario proposto si sviluppa nel Comune di Rezzago e comprende il borgo medievale, la chiesa della Valle dei Morti, i funghi di argilla e il castagneto di Enco. Rezzago è un comune del Triangolo Lariano. È situato a 676 m s.l.m. in una fertile conca conosciuta con il nome di “Conca di Rezzago”, profondamente incisa da torrenti. In passato è stato un importante borgo fortificato con una strategica posizione a difesa della valle.

Il nucleo medievale del paese conserva ancora antiche case in pietra a vista e strette stradine lastricate. La chiesa della Valle dei Morti, o Ex Lazzaretto, dedicata alla Madonna dei Morti, è stata eretta in memoria degli ammalati di peste che qui venivano portati. È stata costruita a ridosso di un enorme masso erratico e risale al XVII-XVIII secolo.

La chiesa della Valle dei Morti contiene una raffigurazione dei defunti che dal Purgatorio invocano l’intercessione della Madonna. I funghi di terra sono strutture geomorfologiche, denominate “piramidi di erosione”, originate dal dilavamento dei depositi morenici causato dalle acque piovane. Nella frazione di Enco si trova uno dei castagneti più grandi della Lombardia. Qui vigeva lo “ius plantandi”, secondo cui gli abitanti potevano disporre della proprietà di alberi coltivati su suolo pubblico.

Apertura sabato 26 marzo, due turni di visita: 10:30 – 14:30 in entrambe le giornate. Ingresso riservato agli iscritti FAI su prenotazione

giornate fai di primavera 2022

In occasione delle giornate FAI di Primavera 2022 la Pinacoteca civica e il Tempio Voltiano di Como saranno aperti domenica 27 marzo 2022 con ingresso gratuito.

I luoghi delle Giornate FAI di Primavera 2022 sono aperti al pubblico con offerta libera, obbligo di mascherina FFP2 e Green pass rafforzato. Per chi lo desidera, sarà possibile sottoscrivere l’adesione al FAI presso tutti i banchi allestiti per l’occasione. I tesserati FAI possono entrare gratis nei Beni FAI che sono aperti nel week end (Villa del Balbianello a Tremezzina, Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda e Torre del Soccorso detta del Barbarossa a Ossuccio), non attendono in coda e possono partecipare agli eventi speciali loro riservati.
Maggiori informazioni sulla pagina Facebook del FAI Como

Milano

Panifici Militari presso Caserma XXIV Maggio

Fatto realizzare nel 1894 dalla Società Fondiaria Milanese, nell’ambito del progetto “Quartiere delle Milizie” di fine ‘800, il “Panificio militare” si presenta come una struttura all’avanguardia per l’epoca, dotata di 8 forni ed elevatori per il trasporto ai vari piani superiori di grani e farine. Al piano intermedio si trovavano i magazzini per la conservazione delle materie prime, mentre il secondo ospitava 5 macinatoi. La caserma produceva il pane e lo distribuiva in tutte le caserme della Lombardia, per un totale di oltre 70 quintali al giorno; nel corso della Seconda Guerra Mondiale ha garantito il sostentamento dell’intera città. Con la chiusura tra il 1954 e il 1957 degli ultimi sei panifici militari, quello milanese subì la stessa sorte e le Giornate di Primavera saranno un’occasione eccezionale per visitare un luogo simbolico della città, che ha consentito a molti giovani di apprendere i mestieri di mugnaio, panettiere, fornaio, contabile e macellaio, e che permane profondamente radicato nel cuore dei milanesi.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo dalle ore 10 alle 12 e dalle 13 alle 19. Ultimo ingresso alle 18:30. Prenota

Cornate d’Adda (MB)

Centrale idroelettrica Angelo Bertini

In servizio dal 1898, la Bertini è la più antica centrale idroelettrica di Edison e con i suoi 9800 kW di potenza all’epoca era seconda soltanto a quella delle cascate del Niagara. L’impianto è collocato sul medio corso dell’Adda, in una posizione molto suggestiva, con l’opera di presa a Paderno d’Adda e l’officina elettrica a Cornate d’Adda. Il fabbricato centrale conserva le originarie forme architettoniche, con decorazioni a motivi ornamentali all’interno e rivestimenti in pietra locale, il famoso ceppo dell’Adda, all’esterno. La progettazione elettrica, concepita ex novo, fu affidata a Galileo Ferraris e Charles Brown; i lavori furono coordinati dal direttore tecnico di Edison Angelo Bertini. L’impianto, ammodernato nel 1998, è oggi telecondotto.

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo dalle ore 10 alle 18.30. Ultimo ingresso alle 17:30. Prenota

Generico marzo 2022

Calco (LC)

Villa Calchi

In posizione dominante e poco discosta dalle strade che mettevano in comunicazione la valle dell’Adda col bacino del lago di Sartirana, Villa Calchi è uno dei due complessi costituenti “la Vescogna”, nucleo di probabile origine alto medievale, sebbene, allo stato attuale delle ricerche, non siano stati rinvenuti resti materiali o documenti che comprovino l’esistenza di insediamenti prima del secolo XV. Il complesso sorge nel punto più alto della frazione di Calco denominata “Calco Alta” luogo di notevole rilevanza paesaggistica ricco di verde e di vedute sulle prealpi lecchesi.

Apertura  domenica 27 marzo dalle ore 10 alle 17  Prenota

Varese

Villa Aletti Spartivento

L’edificio fu costruito alla fine dell’Ottocento per le sorelle Manini. La proprietà passò poi alla famiglia Zappelli e infine ai Belloni. In seguito alle nozze tra Amelie Belloni e Arturo Aletti, fu acquisita nel 1957 e prese di nome di Villa Aletti. Le vicende della famiglia Aletti sono legate alla realizzazione della rete ferroviaria calabro-lucana, tanto che la villa è nota come Villa Spartivento, probabilmente dal nome di Capo Spartivento, località in provincia di Reggio Calabria. Per la prima volta sarà aperta al pubblico e visitabile interamente con il suo immenso giardino all’inglese.

Apertura sabato 26 dalle 14 alle 18 e domenica 27 dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30. Prenota

Elenco completo dei luoghi aperti in LOMBARDIA e modalità di partecipazione all’evento su: www.giornatefai.it


La XXX edizione delle Giornate FAI di Primavera apre 128 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 57 città nei giorni 26 e 27 marzo. Le visite sono a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria grazie ai volontari delle Delegazioni e agli studenti “Apprendisti Ciceroni” attivi in Lombardia. In trent’anni il Fondo Ambiente Italiano ha fatto conoscere 14.090 luoghi di storia, arte e natura a 11.600.000 cittadini. Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.

Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.

Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata per garantirsi l’accesso alla visita.