40anni di storia della Ticosa nelle foto di Gin Angri

30 marzo 2022 | 10:40
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La Ticosa, la grande fabbrica comasca che per più di cento anni ha dato lavoro e sviluppo a Como e per altri trenta è stato uno scheletro incombente sulla città (ed è ancora un incubo 15 anni dopo l’abbattimento),  è protagonista nelle foto di Gin Angri in mostra, fino a settembre, in un altro residuo industriale comasco, la Tintostamperia Val Mulini al centro di un progetto di riqualificazione urbana che, forse, le garantirà miglior sorte della sorella maggiore.

Lo storia della Ticosa come azienda tessile inizia nel 1871 e si conclude negli anni ’80 con la chiusura repentina delle attività. Quarant’anni fa, era il 22 marzo del 1982, il Consiglio Comunale di Como votava per l’acquisto pubblico del comparto che per quantità e qualità, già allora, rappresentava una sfida unica per la città. Al di là degli esiti di un processo che ancora non si è concluso, quel momento racconta ancora oggi dell’importanza del ruolo pubblico nei grandi processi di trasformazione e di rigenerazione urbana.

la ticosa di gin angri

Sono le affascinanti fotografie di Gin Angri a ricollegare i fili interrotti di una storia paradossale. Il fotografo comasco ha iniziato a fotografare la Ticosa ad inizio anni ’80, ai primi segnali di crisi della produzione industriale. E non ha mai smesso, riprendendo con sguardo sensibile i suoi vari usi, le diverse popolazioni che hanno abitato questo luogo, le progressive trasformazioni fisico-spaziali. Muri e facce, paesaggi e persone, rovine e macerie, degrado e semi di futuro compaiono nella successione di fotografie, in bianco e nero, che per la prima volta vengono esposte contemporaneamente, nei grandi spazi industriali di un altro luogo emblematico della seta comasca, come è la Tintostamperia della Val Mulini nell’ambito delle iniziative di Gener-Azioni 22, il programma di azioni temporanee per la rigenerazione del comparto industriale dismesso voluto da Confcooperative Insubria e dal Consorzio Abitare.

la ticosa di gin angri

La Ticosa è stata ed è sinonimo di fallimenti urbanistici. Ma è anche un serbatoio di memorie poco conosciute, almeno dalle generazioni più giovani, in cui solidarietà e (piccole) rinascite, sperimentazioni e slanci generosi hanno lasciato – in 40 anni – un’eredità che questa mostra vuole finalmente raccogliere e tramandare. Le fotografie le ripercorrono in una sorta di storia “laterale”, parallela a quella ufficiale, che dovrà avere un ruolo di stimolo nel processo di rigenerazione futura.

La mostra fotografia funziona da catalizzatore di una serie di iniziative collegate. Innanzitutto, viene stampato, con la cura di Fabio Cani, un catalogo dedicato. Per la prima volta la Ticosa trova un suo racconto, completo, con immagini e testi. E una prima assoluta sarà anche il testo teatrale che Confcooperative ha commissionato all’attrice Laura Curino sui 40 anni di Ticosa, e che sarà rappresentato proprio nel teatro temporaneo della Val Mulini, a maggio.
Sono previste visite guidate e incontri di approfondimento che ricordano alcune delle memorie nascoste.

la ticosa di gin angri

L’ ingresso alla mostra è libero. L’accesso nel corpo sud del comparto industriale, è tramite l’ ingresso pedonale dalla Val Mulini. L’autosilo è a poche decine di metri. Ugualmente a piedi è possibile l’accesso da piazzale Montesanto, davanti alle Caserme, lungo la sponda del Fiume Aperto.

Per info abitare.generazioni@gmail.com

la ticosa di gin angri