Due anni di Covid, in Svizzera si riapre tutto da venerdì: stop a mascherine ed isolamento
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Le decisioni del Consiglio Federale di oggi:”IL virus non sparirà, ma poco probabile ad oggi pensare a rischi per la salute pubblica”
Dopo oltre due anni di pandemia è giunto il momento di uscire dal tunnel . Da venerdì 1 aprile saranno revocati gli ultimi provvedimenti dell’ordinanza Covid-19 relativi alla situazione particolare in tutta la Svizzera: l’obbligo di isolamento per le persone contagiate e l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. Così ha deciso questa mattina il Consiglio federale. Lo rende noto il sito Tio-Ch. Si torna quindi alla situazione normale e la responsabilità di adottare provvedimenti per proteggere la salute pubblica sarà di nuovo in primo luogo dei Cantoni. «Fino alla primavera del 2023 è tuttavia opportuno mantenere alti il livello di vigilanza e la capacità di reazione», sottolinea il Governo, che ha anche precisato la ripartizione dei compiti per questa fase di transizione in un documento di base che ha posto in consultazione fino al 22 aprile.
Grazie all’elevato tasso di vaccinazione della popolazione, nelle ultime settimane non si è registrato un significativo aumento dei pazienti Covid-19 ricoverati nei reparti di terapia intensiva, nonostante un nuovo temporaneo aumento dei contagi. È quindi poco probabile, secondo il Consiglio federale, che nei prossimi mesi la salute pubblica corra gravi rischi. «Non è tuttavia possibile prevedere con certezza come evolverà la pandemia», ha aggiunto Alain Berset nel corso della conferenza stampa indetta per presentare le novità. «Con ogni probabilità, il virus SARS-CoV-2 non sparirà, ma tenderà ad endemizzarsi. Bisogna dunque attendersi nuove ondate stagionali anche in futuro».
Un’altra novità annunciata nel corso della conferenza stampa di oggi la cessazione della pubblicazione giornaliera delle cifre relative alle infezioni, ai ricoveri e ai decessi legati al virus (il bollettino diramato dall’UFSP). Si procederà con un aggiornamento settimanale. «Oltre a non essere più necessario visto che la situazione non è più critica, permetterà di ridurre il carico di lavoro dei collaboratori dell’UFSP che per due anni hanno lavorato giorno e notte e sette giorni su sette», ha spiegato Berset.
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