Lunedì del Cinema: “Il buco” documentario sulll’Abisso di Bifurto

8 maggio 2022 | 14:21
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Lunedì del Cinema: “Il buco” documentario sulll’Abisso di Bifurto
Lunedì del Cinema: “Il buco” documentario sulll’Abisso di Bifurto
Lunedì del Cinema: “Il buco” documentario sulll’Abisso di Bifurto
Lunedì del Cinema: “Il buco” documentario sulll’Abisso di Bifurto

Durante il boom economico degli anni ’60, l’edificio più alto d’Europa viene costruito nel prospero nord Italia. All’altra estremità del paese nell’agosto del 1961 un gruppo di giovani speleologi si immerge nel sottosuolo di un Meridione che tutti stanno abbandonando. Scoprono così coi suoi 700 metri di profondità una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto.

Premio speciale della giuria a Venezia il film “Il Buco” di Michelangelo Frammartino in programma per i Lunedì del Cinema è buio  e silenzi. Siamo nel 1961 nel parco nazionale del Pollino, tra la Basilicata e la Calabria. C’è tantissima natura e silenzio, un piccolo paesino antichissimo e ancora una volta gli animali che vagano beati nel verde. Un gruppo di speleologi provenienti dal Nord scendono in Calabria per scendere ancora più in basso, esattamente 683 metri sotto terra.
All’inizio del film vediamo che la sera le persone del paese si riuniscono davanti all’unica televisione condivisa del bar e guardano in silenzio i programmi di questa nuova tecnologia. Vediamo del materiale di archivio che mostra una trasmissione dell’epoca in cui un giornalista sale sul grattacielo Pirelli, uno dei palazzi all’epoca più alti d’Europa

Il mondo risale dopo la seconda guerra mondiale, qualcuno si prepara per andare sullo spazio e invece, i nostri speleologi scendono, al buio, in Calabria, in un mondo fermo quasi all’Ottocento. I dialoghi del film li sentiamo quasi senza volerlo, lontani e collateralmente. Anche le persone d’altronde non le vediamo quasi mai per intero, sono sempre poco interessanti per l’occhio di Frammartino. Sono invece importanti i rumori, i suoni, i colori della grotta, i movimenti degli speleologi e l’oscurità. C’è però un pastore che più gli speleologhi infrangono la sua terra natia più sta male, fino alla morte. Sembra così un antico e mitologico guardiano divino del parco, della terra e della verginità sacra del luogo.

lunedì del cinema

Per usare un termine cinematografico, potremmo dire che le grotte costituiscono un fuori campo assoluto, anche perché la notte eterna che regna al loro interno sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da presa. Eppure, chi ama il cinema sa bene che il fuori campo, l’invisibile, rappresentano la sua “sostanza” più profonda. Michelangelo Frammartino non è un cineasta per le masse, e non lo è neanche per i cinefili più pop. Frammartino viene dalle installazioni, dal cinema d’arte e dalle letture teoriche quali Walter Benjamin, ma soprattutto Andrè Bazin. Più volte nelle interviste ha ricordato di come il suo obbiettivo sia stravolgere il rapporto tra il pubblico e l’immagine cinematografica. È con questo spirito che gira il suo primo film Il dono (2003). Una macchina da presa fissa che inquadra il terreno scosceso della Calabria, i suoi abitanti e i suoi animali. L’obbiettivo era quello di creare ciò che teorizzò Bazin quando parlò di cinema moderno. Un cinema che lascia completamente libero lo spettatore di concentrare la propria attenzione dove lo desidera.

Spazio Gloria via Varesina – Como

9 maggio

IL BUCO

di Michelangelo Frammartino

Italia, Francia, Germania   2021

Inizio film ore 21

Ingresso intero € 7,  ridotto € 5 (under 20 e over 65)
Ingresso riservato ai soci ARCI. Prevendita online consigliata
Per accedere è necessario mostrare il Green Pass rafforzato e indossare una mascherina Ffp2

Spazio Gloria via Varesina 72 – Como
Info: www.spaziogloria.com