Il Pardo alla carriera Ascona-Locarno a Costa-Gavras

di Davide Fent
Dal 1946 il Locarno Film Festival è sinonimo di libertà: per questo motivo, nell’edizione in cui si celebra il 75esimo anniversario della manifestazione, il Pardo alla carriera Ascona-Locarno verrà assegnato a Costa-Gavras, un regista che con i suoi film ha saputo denunciare apertamente le ingiustizie, affrontando senza censure alcuni dei capitoli più oscuri della nostra storia. L’uso magistrale della suspense, l’aderenza a generi popolari come il thriller, il noir e il film processuale, la capacità di scoprire sfumature inedite in star europee e statunitensi – da Yves Montand a Jack Lemmon, Simone Signoret e Jill Clayburgh, John Travolta e Jessica Lange, Dustin Hoffman e Johnny Hallyday – hanno permesso ai suoi film di raggiungere il grande pubblico, coniugando l’intrattenimento più emozionante all’impegno civile.
Costa-Gavras è nato a Loutra Heraias nel 1933. A 22 anni decide di lasciare la Grecia per andare a studiare a Parigi. Dopo un periodo alla Sorbona viene ammesso all’IDHEC (Institut des hautes études cinématographique). Conseguito il diploma lavora come assistente di René Clair, René Clement, Henri Verneuil, Jacques Demy, Marcel Ophüls, Jean Giono e Jean Becker.
Nel 1965 con Compartiment tueurs (Vagone letto per assassini), interpretato da Yves Montand, Simone Signoret, Jacques Perrin, firma la sua prima regia, ottenendo molti apprezzamenti dalla critica.
Nel 1967 esce Un homme de trop (Il tredicesimo uomo), film sulla Resistenza francese durante l’occupazione nazista. Ma è Z (Z, l’orgia del potere) del 1969, che sancisce il successo internazionale del regista; Z vince due Premi Oscar, due Premi al Festival di Cannes e dozzine di altri riconoscimenti. La pellicola, salutata come uno deI primi grandi film politici, è tratta da un romanzo di Vassilis Vassilikos e racconta dell’assassinio del deputato greco Lambrakis, avvenuto a Salonicco nel 1963. Yves Montand è il protagonista, mentre a Jean-Louis Trintignant viene affidato il ruolo del giudice Christo Sartzetaki, che a seguito della caduta del regime dei Colonnelli diverrà Presidente della Repubblica Greca.
Con i suoi film politici Costa-Gavras ha affrontato argomenti di scottante attualità: le purghe staliniane in L’Aveu (La confessione, 1970), ancora con Yves Montand; l’intervento degli Stati Uniti nella politica dei paesi dell’America Latina con État de Siège (L’Amerikano, 1972); una legge scellerata del Governo di Vichy sotto l’occupazione nazista della Francia con Section Spéciale (L’affare della sezione speciale, 1976); le responsabilità dei Servizi Segreti americani nel colpo di stato che portò alla fine del governo di Allende e alla dittatura di Pinochet in Missing (Missing-Scomparso, 1982); il conflitto israelo-palestinese in Hanna K (Id, 1983), interpretato da Jill Clayburgh; il Ku Klux Klan in Betrayed (Betrayed-Tradita, 1988) con Debra Winger; la caccia ai criminali nazisti in Music Box (Prova d’accusa, 1989).
Nel 1979, Costa-Gavras realizza un dramma sentimentale, Clair de Femme (Chiaro di donna) basato sul libro di Romain Gary, con Romy Schneider and Yves Montand; seguito dal suo primo film americano, Missing che ottiene tre nomination agli Oscar, vincendo quello per la miglior sceneggiatura e la Palma d’Oro per Jack Lemmon, quale miglior attore protagonista, al Festival di Cannes. Conseil de famille (Consiglio di famiglia, 1986), con Johnny Halliday e Fanny Ardant presenta una famiglia di ladri professionisti e affronta il tema della scelta tra la quantità di beni e la qualità della vita. Una parte del film è girata all’interno del museo privato di Alexander Iolas ad Atene.
Nel 1992 con La Petite Apocalypse(La piccola Apocalisse) interpretato da Jiří Menzel, si delinea profeticamente l’integrazione degli ex-comunisti nelle classi dirigenti. Il film si chiude con un sacrificio – anch’esso profetico – in piazza S. Pietro a Roma.
Nel 1997 dirige Mad City (Mad City-Assalto alla notizia), film con Dustin Hoffman e John Travolta che esplora le problematiche legate al giornalismo televisivo, mentre è del 2001 Amen, dove il tema del silenzio del Vaticano sull’Olocausto provoca uno scandalo. Il poster del film disegnato da Olivero Toscani, che fonde insieme croce e svastica, è anch’esso motivo di scandalo.

Con Le Couperet (Il cacciatore di teste, 2005), tratto dal romanzo di Donald Westlake The Ax, entra nel mondo dei colletti bianchi, raccontando la storia di un dirigente disoccupato, che uccide i suoi rivali per riavere il lavoro di un tempo e resta impunito.
Nel 2009 si lascia coinvolgere dalla moderna odissea dell’emigrazione e realizza Eden à l’ouest (Verso l’Eden), film su un giovane che lascia il proprio paese, e dopo varie vicissitudini arriva a Parigi, città dove spera di trovare finalmente salvezza. Del 2012 è Le Capital (Capital) con Gad Elmaleh, film sulla corruzione del mondo della finanza. Nel 2019 presenta Adults in the room, tratto dal libro di Yanis Varoufakis che racconta del tentativo nel 2015 del governo greco guidato da Alexīs Tsipras di resistere alla durissima austerity imposta dalla Comunità Europea. Il film è stato in concorso alla 42ª edizione dell’Efebo d’Oro.

La carriera di Costa-Gavras, segnata da due premi Oscar, un Orso d’oro, una Palma d’oro e un premio della giuria a Cannes, così come da molti altri riconoscimenti nei maggiori festival mondiali, è un coraggioso scandaglio dell’oppressione e delle logiche distorte del potere ogni colore politico. Un richiamo alla Cultura responsabilità collettiva che in questo momento storico non può che suonare di estrema attualità.
Ha detto il direttore artistico di questo Festival che sarà un grande Festival, Giona A. Nazzaro: “Il Pardo alla carriera a Costa-Gavras è un atto dovuto. Si tratta, probabilmente, del cineasta che maggiormente ha interrogato la storia del ventesimo secolo senza mai farsi abbagliare dalle ideologie. Pur essendo definito ‘cineasta politico’, Costa-Gavras è soprattutto uno straordinario autore dotato di un senso della forma e dello stile portentoso. Senza mai arenarsi nelle secche del manierismo autoreferenziale, ha saputo rinnovarsi e mettersi in gioco instancabilmente. Costa-Gavras incarna un’idea nobilissima del cinema come strumento di avanzamento e conoscenza che non ha mai rinunciato a dialogare con il pubblico, offrendo sempre un’idea schietta di divertimento e intrattenimento.”