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Gaia Rayneri, tre buoni motivi per leggere il suo nuovo libro

26 agosto 2022 | 15:15
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“Un libro di guarigione” di Gaia Rayneri sarà presentato il 1 settembre nell’ambito della 70esima edizione della Fiera del Libro di Como

Uno dei motivi per cui leggere la nuova pubblicazione di Gaia RayneriUn libro di guarigione(HarperCollins) è la sua intelligente, disarmante, spietata sincerità. In un libro, specialmente se il genere è autobiografico come in questo caso, e a maggior ragione se racconta l’insorgere, la diagnosi e l’evoluzione di una malattia, in cui la sincerità la si sente e si apprezza sin dalle prime righe. Che raccontano di come, dieci anni fa, da un giorno all’altro le sue emozioni abbiano iniziato a dare tutta una serie di segnali destabilizzanti che, poco alla volta, hanno mandato la sua vita in frantumi. Prima le lacrime, poi la difficoltà nello svolgere le attività di tutti i giorni, la tristezza, il senso di inadeguatezza, la sofferenza di quella che i dottori avevano identificato come crisi “pre-psicotica”. Poi la chiamata al 118, gli specialisti, la diagnosi e la domanda: “Cosa avrebbe significato vivere con una malattia come questa?”.

Gaia Rayneri non risparmia nulla, e non si risparmia nel raccontare il suo percorso, iniziato con un calvario nel quale alla presa di coscienza di soffrire di una patologia psichiatrica descritta dal DSM V (Manuale Diagnostico Sanitario) è seguita la sofferenza rappresentata dall’essere identificati con tale malattia. E la convinzione, veicolata dalla maggior parte dei dottori con i quali viene a contatto, che questi problemi possano sì migliorare ma non risolversi e che il recupero di una quotidianità normale e felice diventi una chimera.

Sabrina Sigon presenta il nuovo libro di Gaia Rayneri

Un altro dei motivi per cui leggere questo libro è che nella malattia ci si entra davvero. Gaia Rayneri ha affiancato la sua vicenda personale a quello che si comprende essere, man mano che ci si addentra nella lettura, uno studio preciso e approfondito del disturbo borderline di personalità, attraverso tutta una serie di fonti tratte da edizioni italiane citate alla fine. E capiamo fino in fondo, con lei, di che cosa si tratta e di come queste patologie possano invalidare giornate e pensieri, e di come ci si sente intrappolati non solo dai sintomi, ma da tutta una serie di meccanismi che la malattia mette in moto. Perché la malattia si impossessa di te e tu diventi la malattia.

Il terzo dei motivi per cui leggere questo libro è come riesce ad andare oltre e a farti comprendere che tu, invece, non sei la malattia. E di come oltre ai farmaci e alla psicoterapia, la protagonista abbia affiancato alcune discipline, fra cui la meditazione, che le hanno permesso di scrivere – a pieno titolo – “Un libro di guarigione”.

Sono dieci i draghi che deve affrontare Gaia, e ognuno di loro ha un colore e una definizione. Portano dei doni mascherati da difficoltà, ma lei riesce a smascherarle e a utilizzare le stesse difficoltà come leve per la sua guarigione.

Leggiamola, potremo trovare doni anche per noi.

Gaia Rayneri è nata nel 1986 a Torino e vive tra la Sardegna e un piccolo paesino dell’Inghilterra meridionale. Ha pubblicato “Pulce non c’è” (Einaudi 2009) da cui è stato tratto un film; poi “Dipende cosa intendi per cattivo” (Einaudi 2018) e “Ugone”, un libro illustrato per bambini (Rizzoli, 2011). Scrive per il cinema e disegna.

Un libro di guarigione (HarperCollins) verrà presentato alla Fiera del Libro di Como giovedì 1 settembre alle ore 21, e sarà un piacere per me dialogare con lei.

Sabrina Sigon