Cardinal Cantoni in Duomo per Sant’Abbondio: l’arrivo, il saluto e l’omelia
Un bagno di folla ha accolto l’arrivo di Monsignor Oscar Cantoni per il Santo Patrono. “Chiesa di Como, una Chiesa Martire”, le sue parole
Tantissimi i fedeli presenti all’interno del duomo di Como e provenienti da tutta la diocesi per accogliere, nella giornata di ieri, il neo Cardinale Oscar Cantoni in occasione della festa del Sant’Abbondio. Presenti alla cerimonia anche tutte le autorità cittadine a cominciare dal Prefetto di Como Andrea Polichetti, il Presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca, il Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi e il Sindaco di Como Alessandro Rapinese, che ha voluto dedicargli un saluto affettuoso e speciale.
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Nella sua omelia il Cardinale Cantoni ha ricordato: «Come sapete, come ho già detto ho accolto la nomina a Cardinale con molto stupore e meraviglia tuttavia interpreto questo dono come una occasione per un approfondimento di chiamata, una chiamata che cresce, che diventa più intesa più specifica e che richiede naturalmente un coinvolgimento e una partecipazione più viva, più responsabile e generosa. Pregate con me perchè sia degno di questa chiamata, di rispondere a questa chiamata”. Ed ancora: “Vorrei con questa mia nuova chiamata poter contribuire alla formazione di comunità cristiane che vivano tra di loro una sempre più profonda comunione e insieme rafforzino la dimensione missionaria della nostra Chiesa. Ci sentiremo così più fedeli a Cristo che ci vuole discepoli missionari disposti ad andare incontro a tutti anche a quelli che nel nostro ambiente di vita sono indifferenti alla fede o l’hanno abbandonata vivono come Dio non esistesse o addirittura si sentono esclusi dalle nostre comunità”. “Siamo consapevoli di non vivere più in un contesto di cristianità, certo siamo diventati una minoranza. Tuttavia sono convinto che la nostra Chiesa non ha perso la sua forza generativa e può ancora creare uno spazio sicuro di verità che guarisce e libera gli uomini del nostro tempo».
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Toccante il ricordo dei tanti Martiri della nostra Chiesa di Como: «A me pare bello giusto e doveroso in questo momento fare memoria dei nostri martiri a partire dal beato Nicolò Rusca, arciprete di Sondrio, e più recentemente il beato Teresio Olivelli nel 2018, nato a Bellagio, la beata suor Laura Mainetti barbaramente uccisa a Chiavenna nel 2000, preceduti dal sacrificio di Giulio Rocca, di Isolaccia e membro del “Mato Grosso”1992, di don Renzo Beretta 1999 a Ponte Chiasso, e infine la vita donata di don Roberto Malgesini, a San Rocco in Como, nel 2020, la cui memoria continua ad affascinare tante persone compreso il Santo Padre. Me ne ha parlato anche lui stesso ieri pomeriggio. Lo ha colpito in modo particolare».
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«Questi nostri martiri di ieri e di oggi che hanno dato la vita come Cristo permette di additare la Chiesa di Como come una “Chiesa martire”; noi dobbiamo essere riconoscenti e grati, credo sia una delle ragioni che spiega la mia nomina a Cardinale, quale Vescovo di questa Chiesa, ammantata dal sangue fecondo e glorioso di questi suoi figli quindi una Chiesa Martire. Cerchiamo di essere degni della loro testimonianza e del loro sangue».
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