Cantù, arriva il Daspo urbano per dieci ragazzi dopo risse e rapine: sei sono minorenni
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Diversi gli episodi contestati negli ultimi mesi: il Questore dispone l’allontamento dai locali del centro per un anno.
Più volte negli ultimi tempi la città di Cantù è stata al centro dell’attenzione mediatica per il ripetersi di episodi di criminalità, riconducibili alla problematica delle cosiddette “baby-gang”, fenomeno sviluppatosi soprattutto in correlazione con il crescente successo della “movida canturina”. Le indagini condotte con scrupolo e capacità dalla locale Compagnia Carabinieri e dalla Squadra Mobile della Questura di Como hanno consentito di concentrarsi su un gruppo di giovani, residenti a Cantù e in gran parte di origini straniere, che approfittando anche della forza derivante dal loro cospicuo numero, hanno commesso una serie di reati in questi ultimi mesi a danno di loro coetanei tra cui rapine, minacce, lesioni e percosse, utilizzando talvolta coltelli e altri oggetti contundenti.
L’azione investigativa si è dimostrata particolarmente complessa a causa della paura delle vittime che, intimorite e minacciate dagli appartenenti alla banda, non hanno quasi mai presentato denuncia presso gli uffici di polizia. Spesso si è avuta notizia dei reati commessi con molto ritardo e solamente attraverso il monitoraggio dei social network o grazie alle segnalazione di cittadini o di gestori di esercizi commerciali. Già nei mesi scorsi, all’esito delle indagini dei Carabinieri di Cantù, gran parte dei componenti del sodalizio erano stati identificati e denunciati all’Autorità Giudiziaria, venendo alcuni di loro sottoposti a provvedimenti limitativi della libertà.
Al fine di assestare un ulteriore colpo al fenomeno – preoccupante – Polizia e carabinieri hanno permesso al Questore di adottare il provvedimento del DASPO Urbano a carico di dieci ragazzi, sei dei quali minorenni, individuati quali possibili componenti alla gang. In osservanza di quanto disposto, i predetti per un intero anno non potranno accedere e stazionare in prossimità di locali pubblici, di intrattenimento o di somministrazione di alimenti e bevande situati in un circoscritto perimetro del centro cittadino di Cantù, corrispondente all’area più sensibile e già teatro delle loro folli scorribande.
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