Asso, i rilievi dei Ris ed il dolore in caserma: morto il comandante, lo choc dei colleghi
Volti tirati, lacrime, silenzio: si aspetta la versione ufficiale dei vertici dell’Arma. Al momento solo ipotesi.
Sono liberi e tutti illesi gli ostaggi che si trovavano nella caserma dei Carabinieri di Asso dove per tutta la notte è rimasto asserragliato un brigadiere dopo aver sparato al comandante, uccidendolo. Si tratta di una donna carabiniere, che ha trascorso la notte chiusa in una camerata in sicurezza e delle famiglie degli altri militari che si trovavano negli alloggi di servizio, a debita distanza dall’assalitore. Antonio Milia, il brigadiere con problemi psicologici in passato, è stato fermato dopo un blitz all’alba delle forze speciali dei carabinieri, arrivate ieri sera in gran numero. Durante l’irruzione dei reparti speciali, uno dei militari sarebbe rimasto ferito a una gamba per un colpo partito, secondo le prime informazioni, dalla pistola di Milia. Il militare non sarebbe comunque grave. Illeso invece il brigadiere 57enne accusato di aver ucciso il comandante.
Il militare, che ha usato la sua pistola d’ordinanza, si è poi asserragliato in caserma per l’intera serata e tutta la notte. Trattativa serrata, ma senza esito alcuno. Non si è mai arreso. Alcuni testimoni hanno riferito che il brigadiere che ha sparato al suo comandante – uccidendolo – ha urlato: “l’ho ammazzato”. Non si conoscono, al momento, i motivi del gesto avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri. La vittima è il luogotenente Doriano Furceri, 50enne, trasferito ad inizio anno ad Asso per problemi avuti nel precedente incarico a Bellano: sono comparse scritte anonime sui muri del paese invitandolo a lasciare stare le donne sposate della zona. Una vicenda mai chiarita e che ha portato il Comando Provinciale a decidere per il suo trasferimento ad Asso.

Stamane alla caserma della tragedia sono proseguiti (foto allegate) i rilievi dei Ris per far luce completa sulla tragedia anche dal punto di vista balistico. Sotto choc, attoniti, i colleghi di Milia e Furceri che ora si trovano ad affrontare giorni difficili tra accertamenti e adempimenti burocratici. I Ris hanno lavorato per l’intera mattinata.

Come detto, ancora nessuna certezza sul folle raptus del brigadiere. Le ragioni restano ancora oscure, ogni ipotesi è valida, ma neppure confermata dagli inquirenti al momento. Nelle prossime ore i vertici dell’Arma potrebbero tenere un incontro con la stampa per cercare di dare qualche risposta. Ma per il momento prevale il dolore e il silenzio per una tragedia che ha colpito al cuore la Valassina.


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Entrambi i militari sono sposati e hanno rispettivamente tre figli. Quello che è certo, al momento, è che Milia era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi. Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni ed attualmente era in ferie.