“Il regalo di Natale”: Anna Danielon racconta

Anna Danielon, vincitrice del Premio Scritture di Lago, fa dono di una storia di Natale inedita a CiaoComo: buona lettura!
Natale si avvicina e la talentuosa scrittrice comasca Anna Danielon, vincitrice della terza edizione del Premio dei Laghi – Scritture di Lago, organizzato da LarioIn, con il suo Una ferita in fondo al cuore, edito da Eretica, ha deciso di fare un dono straordinario a CiaoComo, ai suoi lettori e alle sue lettrici: una storia inedita, scritta di suo pugno, un momento di magia che, di certo, riscalderà i cuori piccoli e grandi e strapperà qualche sorriso.
Buona lettura, dunque.
E grazie di cuore, Anna!
Il regalo di Natale
Questa è una storia di tanti anni fa, quando le persone non andavano così di fretta e si guardavano tra loro negli occhi. Al giorno d’oggi sembra strano, perché tutti guardano il cellulare, ma a quei tempi succedeva proprio così. Nella sala d’attesa del dottore, sul treno, nei tram, e in ogni posto dove si stava seduti per ore ad aspettare, quando qualcuno alzava lo sguardo poteva incrociare lo sguardo di un altro. A volte era imbarazzante, altre volte era una magia, come quel giorno in cui gli occhi castani della mamma si erano incontrati a mezz’aria con gli occhi azzurri del papà di Diego e tra loro era spuntato un bellissimo arcobaleno. Era stato così che si erano conosciuti e avevano messo su famiglia.
Diego, il più piccolo dei loro figli, era un bambino che amava moltissimo il Natale.
Da quando aveva imparato a camminare era sempre stato lui a scegliere gli addobbi da mettere sull’albero. Ma la cosa che preferiva, era osservare la famiglia riunita intorno alla tavola quando papà prendeva una vecchia scatola di cartone e distribuiva le cartelle della tombola. Diego, che era solo un bambino, aveva il compito di estrarre i numeri da un sacchetto di velluto verde e di passarli a nonno Guido, che dopo averli letti ad alta voce aggiungeva sempre qualche battuta divertente:
«77! Le gambe delle donne!»
«88! Gli occhiali del Papa!»
Adesso che Diego aveva finalmente imparato a leggere i numeri fino a cento, non vedeva l’ora che arrivasse Natale per dirlo al nonno. L’albero era già pronto e mancavano ormai poche settimane alla grande festa.
Ma Diego non poteva sapere che di lì a poco tutto sarebbe cambiato. La prima settimana di dicembre fece molto freddo e il nonno iniziò a tossire. Era una tosse brutta che non passava, così il dottore decise di ricoverarlo. Diego avrebbe voluto andarlo a trovare, ma i bambini non erano ammessi all’ospedale.
Passarono i giorni e il nonno non era ancora tornato a casa.
«Guarirà in tempo per Natale?» disse un giorno Diego alla mamma.
Lei lo guardò con i suoi grandi occhi color nocciola.
«Ho paura di no» disse. «Natale è domani e i medici non si sono ancora pronunciati».
«Non gli ho nemmeno dato il suo regalo!»
«Non sapevo che avessi un regalo per il nonno».
«Era una sorpresa. Lui mi chiede sempre come vado a scuola. Volevo fargli vedere che so leggere i numeri della tombola. Ma se non torna entro domani come posso fare?».
«Glielo dirò io» rispose la mamma. «Sarà felice ugualmente».
«Ma non è la stessa cosa».
La mamma sospirò.
Proprio in quel momento dalla radio accesa, arrivò una musichetta allegra. Diego posò gli occhi sull’apparecchio, e subito un sorriso gli illuminò il volto.
«Il nonno ascolta sempre la radio?» chiese.
«Sì, con la sua radiolina a transistor» disse la mamma.
Era un piccolo apparecchio in bachelite che funzionava a pila e poteva stare in una tasca. Il nonno non se ne separava mai e teneva sempre qualche pila di scorta in un cassetto. Alla radio ascoltava le notizie, i risultati delle partite e un programma musicale di vecchie canzoni con le dediche degli ascoltatori.
«Ti ricordi di quella trasmissione, quella che il nonno ascolta ogni giorno?».
«Ti mando una canzone?» disse la mamma.
Quando aveva compiuto sei anni, il nonno gli aveva spedito un messaggio di auguri attraverso quel programma.
«Voglio mandargli una dedica» disse Diego.
«Che bella idea» rispose la mamma. «Dobbiamo solo chiamare la radio. Loro la leggeranno e il nonno potrà sentirla. Cosa gli vorresti dire?».
Diego si fece un attimo pensieroso, poi disse, scandendo bene le parole: «Caro nonno Guido, spero che tu guarisca presto. Ho imparato a leggere i numeri, così quando tornerai a casa giocheremo insieme a tombola. Non importa se non sarà il giorno di Natale. Io ti aspetto sempre».
«Molto bene» disse la mamma, sollevando la cornetta del telefono, che era un grosso apparecchio nero appeso alla parete.
I signori della radio furono gentili. Dissero che il giorno successivo avrebbero letto la dedica di Diego a mezzogiorno in punto.
Diego era felice: immaginava l’espressione di stupore di nonno Guido e la gioia che avrebbe provato. Ma voleva anche essere sicuro che il nonno fosse all’ascolto proprio in quel momento.
«Stai tranquillo» disse la mamma. «Ci sarò io accanto a lui».
«Però deve essere una sorpresa» disse Diego.
«Acqua in bocca» rispose lei facendo l’occhiolino. «Controllerò soltanto che accenda la radio a mezzogiorno in punto».
Quella notte, mentre i suoi fratelli non vedevano l’ora di scartare i regali, Diego pensava con trepidazione a come sarebbe rimasto sorpreso il nonno.
Non appena sveglio, accese l’apparecchio e restò in ascolto fino a quando, a mezzogiorno in punto, partì la sigla del programma e finalmente si sentì la voce del conduttore:
«Diego mi stai ascoltando?».
Il bambino alzò le spalle e incrociò lo sguardo stupito dei fratelli.
«Questa non è la mia dedica» esclamò.
«Lo so che non è quello che stavi aspettando» continuò la voce, che sembrava leggergli nel pensiero. «Ascolta. Tra poco suoneranno alla tua porta».
Non poteva credere che la voce alla radio stesse parlando con lui, ma proprio in quel momento qualcuno suonò il campanello.
«Avanti, cosa aspetti?» disse ancora la voce.
Solo allora, finalmente, si decise ad aprire la porta. E… meraviglia! Dietro c’era nonno Guido vestito di tutto punto.
Qualche ora prima, quando i medici avevano deciso di dimetterlo, la mamma aveva chiamato i signori della radio per organizzare quella sorpresa.
Mai e poi mai Diego si sarebbe immaginato un regalo più bello.
Ora sì che era arrivato Natale!
Dopo i baci e gli abbracci fecero tutti insieme una grande festa: scartarono i regali, si misero a tavola e, naturalmente, giocarono a tombola.
Anna Danielon