Como e quel rischio concreto della “desertificazione commerciale”: in dieci anni persi 150 negozi

28 febbraio 2023 | 20:37
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L’analisi del Centro studi Confcommercio: grosse difficoltà per il centro storico, ma anche nelle periferie il calo è evidente.

Tra il 2012 e il 2022 sono sparite, complessivamente, oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante in tutta la nazione; in crescita alberghi, bar e ristoranti (+10.275); nello stesso periodo, cresce la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) e si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e-148mila). L’analisi è dell’Ufficio Studi di Confcommercio “Demografia d’impresa nelle città italiane”. Concentrando l’analisi sulle 120 città medio-grandi, la riduzione di attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica risultano più accentuate nei centri storici rispetto al resto del comune, con il Sud caratterizzato da una maggiore vivacità commerciale rispetto al Centro-Nord.

Il tessuto commerciale nei centri storici
Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici con sempre meno negozi di beni tradizionali (libri e giocattoli-31,5%, mobili e ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,6%, computer e telefonia+10,8%), attività di alloggio (+43,3%) e ristorazione (+4%).

I dati di Como: 882 le imprese nel 2012 passate a 738 lo scorso anno (-144). Il calo più consistente si registra nel centro storico, ma soffrono anche i quartieri, tutti nessuno escluso. Restano stabili invece i numeri di alberghi, bar e ristoranti. Erano 633 complessivamente a Como nel 2012 e lo scorso anno se ne contavano 631. Il comparto ha tenuto grazie al turismo. 

Desertificazione commerciale
La modificazione e la riduzione dei livelli di servizio offerto dai negozi in sede fissa confina con il rischio di desertificazionecommerciale delle nostre città dove, negli ultimi 10 anni, la densità commerciale è passata da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti (un calodi quasi il 20%). Per evitare gli effetti più gravi di questo fenomeno, per il commercio di prossimità non c’è altra strada che puntare suefficienza e produttività anche attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell’offerta. E rimane fondamentalel’omnicanalità, cioè l’utilizzo anche del canale online che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passateda 16,6 mld nel 2015 a 48,1mld nel 2022. Elemento, questo, che ha contribuito maggiormente alla desertificazione commerciale mache rimane comunque un’opportunità per il commercio “fisico” tradizionale.

Nel video le parole e le preoccupazioni del direttore Confcommercio Como Monetti, in questi giorni in tour nelle varie delegazioni per parlare con la categoria e cercare di dare aiuti per superare un momenti difficile.

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