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Svolta choc per il delitto del comandante dei carabinieri: il brigadiere incapace di intendere e volere

10 marzo 2023 | 13:02
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Il perito nominato dal giudice: il brigadiere non può essere processato. Revoca della misura cautelare anche se resta in cella in attesa di una struttura adeguata.

La svolta choc arriva quasi cinque mesi dopo il tremendo omicidio in caserma ad Asso: il brigadiere Antonio Milia era totalmente incapace di intendere di volere quando, dopo essersi armato, ha esploso i colpi di pistola che hanno ucciso il suo comandante, Doriano Furceri. Era il 27 ottobre 2022. La valutazione, che è stata al centro dell’incidente probatorio che si è tenuto presso il Tribunale Militare di Verona, è stata firmata dal dottor Giancarlo Boncompagni di Bologna, perito nominato dal giudice e nella serata ha portato alla revoca della misura cautelare in carcere. Milia – una volta che verrà trovata una collocazione – andrà in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Ma non più in carcere dove si trova ancora. L’anticipazione è stata fatta oggi dal quotidiano “La Provincia di Como”

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Di fatto è un clamoroso colpo di scena anche perchè poco prima del delitto Milia era stato fatto rientrare in servizio – con l’arma con la quale ha poi ucciso il comandante – dopo una valutazione sulle sue capacità di tornare in servizio dopo un periodo difficile e di forte stress. La conclusione del perito è stata contestata dal consulente della famiglia della vittima – nominato dall’avvocato Paolo Camporini: a suo giudizio il brigadiere era capace di intendere e di volere quando ha esploso i colpi verso il comandante. E proprio l’avvocato Camporini, non ha commentato l’esito dell’incidente probatorio.

«Abbiamo sempre sostenuto che il brigadiere Milia fosse da aiutare – ha invece detto il suo legale Roberto Melchiorre – Ora serve una struttura adeguata che lo possa curare”. Di fatto il brigadiere, attualmente in carcere, dovrebbe uscire appena sarà individuata una struttura adeguata, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Si tratta di una struttura alternativa alla cella. Il delitto di Doriano Furceri, da un anno in servizio ad Asso, è avvenuto a fine ottobre. Milia, che si sarebbe sentito vessato dagli ordini del comandante, nel giorno dell’omicidio avrebbe dovuto essere in ferie: in caserma ha incrociato Furceri al termine della giornata di lavoro e gli ha esploso esploso tre colpi di arma da fuoco direttamente al petto. Per il luogotenente Furceri non c’era stato nulla da fare. Morto sul colpo. Milia si è poi barricato – armato -in caserma e solo al mattino dopo l’intervento dei Gis dei carabinieri (i gruppi speciali) lo avevano bloccato.

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