
Parolario&Co. è una rubrica settimanale di consigli di lettura realizzata in collaborazione tra Associazione Culturale Parolario, giornale La Provincia di Como e Ciaocomo radio con il patrocinio del Consiglio di Regione Lombardia. Si ringrazia Confindustria Como, Fondazione Volta e BCC Cantù
Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le creature
del regno
si sono aperte
e tu sei diventata la regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna
tutto un perdono
e così come ti abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia.
Inizia così, con questi versi di Alda Merini, la puntata di oggi di Parolario & Co., con una bella carrellata di libri scritti da donne, perché sia 8 marzo tutti i giorni, anche quando non è stagione di mimose.
Con Magistrate finalmente. Le prime giudici d’Italia scritto da Eliana di Caro ed edito da Il Mulino, affondiamo lo sguardo nelle storie delle otto vincitrici del primo concorso, a sessant’anni di distanza dalla legge che aprì le porte della magistratura alle donne. La fotografia di un’Italia che faticosamente cambiava volto.
Graziana Calcagno, Emilia Capelli, Raffaella d’Antonio, Giulia De Marco, Letizia De Martino, Annunziata Izzo, Ada Lepore, Gabriella Luccioli sono le «temerarie» vincitrici del primo concorso che, nel 1963, aprì le porte della magistratura alle donne: figure d’eccellenza, sconosciute ai più, che si misero in gioco sfidando il pregiudizio maschilista fortemente radicato in ambito giudiziario. Nel seguirne il percorso biografico e professionale – ricostruito attraverso documenti e testimonianze di discendenti e colleghi – ci si addentra in un’Italia caratterizzata da profondi mutamenti sociali e culturali, in una storia che è corale e individuale.
In Cassandra a Mogadiscio, pubblicato da Bompiani, l’autrice Igiaba Scego, nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell’autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi. Come una moderna Cassandra, Igiaba Scego depone l’amarezza per le ingiustizie perpetrate e le grida di dolore inascoltate e sceglie di fare della propria vista appannata una lente benevola sul mondo, scrivendo un grande libro sul nostro passato e il nostro presente, che celebra la fratellanza, la possibilità del perdono, della cura e della pace.
Infine, non posso non citare la scrittura delicata e di poetica eleganza di Gudrún Eva Mínervudóttir in Metodi per Sopravvivere, edito da Iperborea, sotto la quale ribolle l’umanità dei suoi personaggi, capace di dare voce a donne e uomini infelici che cercano metodi per sopravvivere e scoprono l’empatia, imparando che «in ogni parola scambiata» può celarsi «la promessa di qualcosa di straordinario» perché, forse, l’unica ancora di salvezza sono le altre persone, i legami umani, la solidarietà.
Arrivano gradite e splendenti, come l’arcobaleno dopo la pioggia, le amiche di Parolario & Co., ben quattro, oggi, con i loro imperdibili spunti e consigli di lettura, da seguire con grande attenzione. Iniziamo, dunque, da Jessica della Libreria del Ragionier Bianchi, che ci racconta Piangi cuore, ma… di Glenn Ringtved e Charlotte Pardi, tradotto da Claudia Valeria Letizia e pubblicato dalla casa editrice Orecchio Acerbo.
Proseguiamo con i suggerimenti preziosi di Valentina della Libreria della Natura, che ci presenta RHS Companion to Wildlife Gardening di Chris Baines, edito da Frances Lincoln Publishers Ltd.
Adesso, spazio ad Alida dell’associazione culturale Le Sfogliatelle, che ha recensito per noi Tutta la stanchezza del mondo, scritto da Enrica Tesio ed edito da Bompiani.
Il compito di chiudere questo eccezionale quartetto spetta ad Allegra della Libreria Feltrinelli di Como, che ci introduce Vicolo Sant’Andrea 9 di Manuela Faccon, pubblicato da Feltrinelli.
A cura di Alessia Roversi
