“La banda delle quattro strade”, torna in libreria l’esordio letterario di Mario Schiani

Esce per Dominioni la nuova edizione de “La banda delle quattro strade”, scritto da Mario Schiani nel 2009. La recensione di Sabrina Sigon
Quando ci troviamo di fronte a opere letterarie, uno degli elementi principali che ce le fa apprezzare è se riusciamo o meno a entrare nella storia. Se ci emozioniamo e immedesimiamo, se siamo in sintonia con il linguaggio che la storia porta con sé. Un elemento che risulta particolarmente impegnativo nella letteratura per ragazzi, dove chi scrive è chiamato a confrontarsi con una prova non da poco: far muovere i giovani personaggi senza inserire quell’esperienza che invece, per età, già possiede.
Questo aspetto fondamentale viene apprezzato dal lettore se l’autore è stato capace di affrontarlo in modo efficace, trovando quella chiave che permette di accedere ai ricordi di una fase della vita passata per restituirli a chi legge.
Con La banda delle quattro strade (Dominioni, marzo 2023) dello scrittore Mario Schiani, la sensazione è quella di tornare in sella alle biciclette che per anni ci hanno portato dovunque; è quella di poter giocare in ogni situazione con le clic-clac, di sentire i pensieri dei giovani protagonisti come se fossero i nostri, e comprendere il loro linguaggio.
Ed è proprio perché nel libro non si avverte né l’intenzione né l’urgenza da parte del narratore di fornire un insegnamento, che questo insegnamento invece arriva, e nel migliore dei modi: attraverso le prove e gli errori che i protagonisti si trovano a dover superare, attraverso la caratterizzazione stessa dei personaggi, le loro imperfezioni, le loro difficoltà, e l’importanza di un’amicizia che aiuta ad affrontare le situazioni più pericolose.
Come Le avventure di Tom Sawyer e Huckleberry Finn sono state per la nostra generazione divertenti e formative, così quella dei protagonisti de La banda delle quattro strade– con la scrittura immediata e chiara di Mario Schiani – può esserlo per i nostri ragazzi; sulle sponde del fiume Civo, dove il lungo percorso per diventare grandi non è privo di difficoltà.

C’è tutto questo nel libro di Schiani, e molto di più: il passaggio dal singolo al gruppo, il rapporto con i pari e con l’ambiente, la teoria sull’evoluzione in questa fascia di età – dai sei ai dodici anni – così ben individuata ed enunciata dallo psicologo e pedagogista svizzero Jean Piaget, nello “stadio operatorio concreto”. Stadio che comporta processi mentali non ancora astratti, ma l’utilizzo del “pensiero operatorio”, ovvero il pensiero capace di compiere delle operazioni logiche ma concrete.
La storia è tutta da scoprire insieme a Lisa, Chicco, Lino e Fausto, in quelle Quattro Strade che raccontano un mondo circoscritto ma che, grazie all’abilità dell’autore, diventa universale. Mondo che è stato anche il nostro e, sebbene consegnato ai ricordi, fa parte della nostra formazione, è sempre presente e, senza che ne siamo consapevoli, in parte indirizza i gesti di oggi.
Per questo la lettura è consigliata non solo ai più giovani ma anche a noi adulti: per ritrovare la dimensione in cui siamo stati ragazzi, per conoscere e riconoscere coloro che lo sono adesso.

Un romanzo d’esordio, La banda delle quattro strade(Salani 2009), che vide Schiani finalista al Premio Nazionale di Letteratura per ragazzi “Il Gigante delle Langhe”, e che oggi viene riportato in libreria da Dominioni Editore. Successivamente lo scrittore ha pubblicato “Quel dolce nome” (Giovane Holden Edizioni 2020) e, nel 2021, “Il fucile dietro la schiena”, (Dominioni), scritto insieme al fratello Paolo.
Mario Schiani, giornalista responsabile delle pagine culturali del quotidiano La Provincia di Como, Lecco e Sondrio, attraverso queste tre pubblicazioni ha affrontato temi e modalità di racconto molto diversi tra loro, dimostrando sensibilità e capacità letterarie fuori dal comune.
Sabrina Sigon