Coldiretti e l’allarme delle specie selvatiche nel comasco: lupi, cinghiali e cervi, sono rischi enormi

19 aprile 2023 | 16:57
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Coldiretti e l’allarme delle specie selvatiche nel comasco: lupi, cinghiali e cervi, sono rischi enormi
Coldiretti e l’allarme delle specie selvatiche nel comasco: lupi, cinghiali e cervi, sono rischi enormi
Coldiretti e l’allarme delle specie selvatiche nel comasco: lupi, cinghiali e cervi, sono rischi enormi
Coldiretti e l’allarme delle specie selvatiche nel comasco: lupi, cinghiali e cervi, sono rischi enormi

Il presidente Trezzi:”Si è passato il limite, misure urgenti da adottare”. E rilancia:”Proteggere cittadini ed imprese agricole, i rimborsi per loro sono minimi”

“Non sono più rinviabili le misure per la gestione delle specie selvatiche”. Lo ribadisce Coldiretti Como Lecco nel commentare gli ultimi fatti di cronaca che interessano la fauna selvatica: in particolare, dopo l’ultimo incidente causato da un cervo tra Olgiate e Gironico e dopo il ritrovamento di mufloni e pecore sbranati in un campo a Barni – si sospetta a causa della presenza di un lupo – “si è ancor di più passato il limite” come rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.

Due episodi che rappresentano la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove – denuncia la Coldiretti interprovinciale – è ora necessario proteggere i cittadini ma anche salvare il futuro delle imprese agricole costrette quotidianamente a fronteggiare i danni causati dai selvatici: un problema che si aggrava ancor di più nel comprensorio delle province lariane e che rischia di costringere molte attività agricole alla chiusura e inasprire il fenomeno dell’abbandono della montagna. La popolazione di lupi è in forte aumento da nord a sud ed è stimata dall’Ispra – sottolinea la Coldiretti – intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – sottolinea la Coldiretti – impegnano le Istituzioni a definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati.

Ma soprattutto non si può dimenticare che l’Italia è invasa da 2,3 milioni di cinghiali nelle città e nelle campagne dove è necessario intervenire urgentemente per il loro contenimento per difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole. “I branchi – sottolinea Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute”. Ad essi si aggiungono anche i cervi, che sono divenuti pericolosi per la sicurezza stradale, ma anche per l’equilibrio delle campagne: continue le loro invasioni nei campi, con danni gravissimi alle imprese agricole che rischiano il collasso: intere zone, come il porlezzese, sono infestate da selvatici che non è raro veder “pascolare” insieme alle vacche da latte:  i campi ne risultano devastati e, per colpa di tutto questo, molto spesso gli imprenditori sono impossibilitati a produrre fieno per alimentare gli animali in stalla, con danni reali per decine di migliaia di euro che vengono di fatto stimati e risarciti in misura esponenzialmente minore. Oltre a ciò, inoltre, “va detto che il ristoro riconosciuto alle imprese agricole è inferiore del 20% all’ammontare del danno reale”, rendendo la situazione ancor più insostenibile.

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