“Fino alla fine della pioggia/Donya Speaks” uno spettacolo di poesia, danza e musica sulla “libertà di movimento”



Al Teatro Foce la performer e coreografa Donya Sbika con team internazionale di artisti in un concept di danza, poesia e musica
In tutta Europa, l’arabo fa parte del paesaggio sonoro urbano, eppure la lingua rimane estranea e stigmatizzata per molti cittadini. Donia Sbika, coreografa e danzatrice svizzero-tunisina, si concentra in DONYA SPEAKS sulle poesie arabe di suo zio Amor Sbika e sul contrasto delle loro vite. Venerdì 19 e sabato 20 maggio al Teatro Foce di Lugano.
Donya con un team interdisciplinare e internazionale esamina la nozione di libertà di movimento e confronta le poesie – come finestre per le esplorazioni della mente – con lo spazio fisico. Insieme superano i confini tra danza, poesia e musica, nonché quelli linguistici e culturali. Una composizione di movimento, voce e immagine che invita il pubblico a dedicarsi a queste domande e ad abbandonarsi al suono di questa lingua poetica – per questo motivo, uno spettacolo aperto a tutti, a chi capisce l’arabo come a chi non lo parla. Ogni disciplina esprime un nuovo e diverso aspetto del tema: l’attore tunisino Abdelkader Ben Said dà voce ai testi poetici che la performer traduce in movimento. Raphael Burger, pittore bernese che ha vissuto a lungo in Tunisia, dipinge linee sul pavimento e sulle pareti, facendo emergere una mappa surreale che mette in discussione i confini e apre nuove strade. Attraverso la musica si creano stati d’animo, si risvegliano ricordi e si fanno riferimenti a luoghi e tempi: così a volte si sentono Mani Matter, a volte Fairouz e a volte rapper euro-tunisini come Bushido o Ghali. Amel Naffeti, DJ di Tunisi, porta sul palco una generazione giovane e di ispirazione globale con il suo set.
“Lo spettacolo è nato da vari dialoghi con mio zio scrittore in Tunisia – dice Donya – nei quali descrive spesso un cammino da percorrere, inciampando, cadendo e tuttavia continuando. Da un lato, parla della limitata libertà di espressione durante il regime di Ben Ali. Dall’altro, parla della sua immobilità fisica: soffre di una malattia muscolare, la sindrome di Segawa. Mi ha colpito il fatto che siamo entrambi artisticamente attivi: come danzatrice occupo lo spazio fisico, mentre lui, come poeta, occupa lo spazio dei pensieri. Così si crea un dialogo: tra due generazioni, tra due realtà di vita e privilegi”.

Donia Sbika è una performer e coreografa. Nel suo lavoro combina gioiosamente commedia e tragedia, testo e movimento, forma e contenuto, e vi trova un’attualità sorprendente. Comprende il palcoscenico come uno spazio di possibilità e il teatro come mezzo per creare un dialogo e mettere in discussione l’ordine mondiale. Nel 2021 ha danzato nello spettacolo «Teresa» al Mercat de les Flors, Barcellona. Nel 2019-2022 ha collaborato con il collettivo di artisti «The Grey Stories per creare documentari tra Germania, Bosnia e Ruanda. Nel 2022, Donya ha presentato in anteprima il suo secondo lungometraggio «Until the End of the Rain» in coproduzione con Tanzhaus Bern e Théâtre de l’Opéra Tunis. Ha studiato all’Accademia Dimitri e si è laureata con successo nel 2015 con un Bachelor of Arts in Physical Theatre.
Concetto e performance: Donia Sbika
Testo: Amor Sbika
Recitazione: Abdelkader Ben Said
Pittura: Raphael Burger
Musica: Amel Naffetti
Assistente alla coreografia: Olivia Ronzani
Costumi: Nina Jaun
Scenografia e illuminazione: Kerim El-Mokdad, Irene Ferrando Gonzalez
Produzione: Svenja Strahmbiglietti: da 7 a 20 CHF