La “strana collezione” del Torino Calcio con le card Granata Heroes




L’iniziativa è stata presentata al Museo del Torino: pezzi a tiratura limitata contengono frammenti dell’aereo caduto a Superga, o pezzi di cuoio proveniente da palloni e scarpe dei calciatori
di Davide Fent
Luigi Cavallero, giornalista de “La Stampa”, era al seguito della squadra del Grande Torino, insieme con Casalbore di “Tuttosport ” e Tosatti della “Gazzetta del Popolo”. “I suoi genitori (ex impiegato di banca il padre ed ex insegnante la madre), nel periodo della Seconda Guerra Mondiale erano fra i numerosi sfollati che da Torino arrivarono a Cavour in piccoli alloggi assegnati loro dalle autorità. Persone amabili e rispettose, che dividevano con noi le ansie e le paure di quegli anni, quando ognuno aveva i propri cari esposti più che mai ai pericoli, lontani da casa – così raccontava la Sig. Rosina Genero di Cavour, quando era ancora in vita – La loro ansia era per il figlio Luigi, sempre in giro per il mondo a causa della sua professione di giornalista. Allora, quando era possibile, si ascoltava la radio, e loro la ascoltavano ogni giorno, anche quel maledetto 4 maggio 1949, quando qualcuno annunciò dell’incidene aereo e il “GRANDE TORINO” era morto. Che anche tutti quelli che erano al seguito della squadra erano morti!…una catastrofe. Una cosa orrenda da cui la mente voleva rifuggire e che lasciò un solco incancellabile anche in tutti noi.”
Su “La Stampa Sera”, nell’ultima pagina, Luigi, dopo le considerazioni della partita amichevole sul campo di Lisbona (che li vedeva “sconfitti con onore”), aveva dichiarato “…stamane i granata si sono alzati presto per prepararsi al ritorno. Tra poche ore l’aereo spiccherà il volo per atterrare all’Aeronautica di Torino, tempo permettendo, verso le 17. Che le nubi e i venti ci siano propizi e non facciano troppo ballare…”.
Tutto il mondo sa che, invece, il cielo tempestoso sopra Torino provocò lo schianto dell’aereo contro il muro posteriore della Basilica di Superga e che l’improvviso silenzio del ricevitore sul campo di Aeritalia fermò per sempre quel terribile momento alle ore 17.05 del 4 maggio 1949. Scrisse Valdo Fusi in “Torino un po” Quando morì la squadra del Torino, la città non bevve, non mangiò, non fumò e non respirò per tutto il pomeriggio del funerale; sugli alberi e sui tetti salì, perché in strada tutti non ci stavano; in un silenzio come avanti la creazione; piangevano, molti; molti su mezzo milione vuole dire molti; il corteo progrediva verso il crepuscolo non producendo più rumore della luce che si ritirava.

Ecco ora pezzi del Filadelfia e della carlinga dell’aereo schiantatosi a Superga il 4 maggio del 1949 diventano card memorabilia. L’iniziativa si chiama Grande Torino & Granata Heroes lanciata in questi giorni e regala ai granata un altro insolito primato, di quelli che fanno discutere. Il Toro è la prima squadra italiana che avrà delle hobby cards dedicate. I memorabilia contengono oggetti originali legati alla storia del Torino, dagli anni ’20 all’inizio degli anni Duemila, come figurine vintage, card autografate a tiratura limitata dei campioni del Torino 1975-76 Eraldo Pecci, Claudio Sala, Nello Santin, Roberto Salvadori e Renato Zaccarelli. Il debutto della raccolta di card stampate con le più avanzate tecnologie di stampa e parallel cards in versione limitata si ispira agli sport professionistici americani.
Si tratta di 3.000 card, di cui 724 sono esemplari unici: biglietti di ingresso alle partite come Torino-Cesena, decisiva per lo scudetto del 1976, l’ultimo del Toro, di cui è stato l’anniversario lo scorso 16 maggio. Storici match europei come il trionfale Torino-Real Madrid (semifinale di Coppa Uefa del 1992) ma anche frammenti del legno delle panche del Filadelfia, brandelli di palloni, maglie e scarpe indossate dai campioni granata, fino alle 16 relic card coi frammenti dell’aereo di Superga, garantite dal Museo Grande Torino. Un eroe granata come Gigi Meroni merita la foto sulla scatola Grande Torino & Granata Heroes e una card di primo piano con la sua storia tragica divenuta leggenda. Si chiude con il mitico Fila, il Campo dei Sogni.

I kit con un volume, in due versioni da 100 e mille euro, sono già in vendita su Mundicards, inevitabile che le cosiddette relic card che, come suggerisce il nome contengono vere e proprie reliquie legate alla storia granata, creeranno dibattito, tra favorevoli e contrari, certo che il mondo del collezionismo è molto strano. Durante la seconda guerra mondiale il famoso psicanalista Jacques Lacan si reca in visita nella casa di campagna dell’ altrettanto famoso poeta Jacques Prevert restando colpito da una strana serpentina che costeggia la sala fatta di scatole vuote di fiammiferi incastrate l’una nell’altra. La povertà dei mezzi (il Prevert di Lacan è l’antecedente dell’Arte povera?) non limita l’emozione dello psicoanalista che vede in questa “opera” l’essenza stessa del collezionismo: assemblare pezzi staccati unificandoli da un vuoto che nessun pezzo potrà mai colmare, ma che è piuttosto la condizione che rende possibile l’accumulazione dei pezzi. Le scatole di fiammiferi, come avviene in qualunque collezione, sono ovviamente dissociate dal loro uso quotidiano. Non servono per l’uso al quale sono state destinate. Non a caso sono vuote, senza contenuto, senza fiammiferi. Il loro vuoto è la condizione del loro incastro. Il vero collezionista annienta l’oggetto nel suo valore d’uso per esibirne il suo valore assoluto in quanto pezzo insostituibile della collezione.