Mario De Biasi come Plinio nell’osservazione minuziosa della natura. I curatori raccontano la mostra Naturalis Historia
Al Broletto fino al 23 luglio la mostra fotografica di De Biasi espone 74 opere dedicate alla natura
C’è un legame empatico lungo duemila anni che lega Plinio il Vecchio a Mario De Biasi, un elemento per il quale entrambi hanno sviluppato un interesse particolare: la natura. Fino al 23 luglio al Broletto di Como la mostra fotografica “Mario De Biasi – Naturalis Historia”, documenta perfettamente quello che il titolo enuncia, il fotografo che per Epoca ha firmato scatti iconici del secolo scorso, era curioso di natura, inteso che flora e fauna, terra e acqua erano per lui attrattivi tanto (se non di più) dell’antroposfera.
Organizzata da Accademia Pliniana con il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Alessandro Volta, in collaborazione con l’Archivio De Biasi e Galleria 70 di Milano, patrocinata dal Comune di Como e dal Comitato per le Celebrazioni del Bimillenario Pliniano, la mostra “Mario De Biasi – Naturalis Historia” presenta 74 fotografie in bianco e nero, tutte in edizione vintage e realizzate tra gli anni ’50 e i primi anni ’80. I curatori Eugenio Bitetti e Massimiliano Mondelli hanno selezionato dal grande archivio del fotografo scomparso dieci anni fa, le immagini che più rappresentano il legame di carattere, inclinazione e disposizione verso il mondo che avvicina Plinio il Vecchio e Mario De Biasi, e lo fa attraverso l’opera di quest’ultimo, vissuto a duemila anni di distanza dal primo.
I curatori hanno raccontato la mostra per i lettori di Ciaocomo.it (guarda il video)
L’esposizione, fra gli eventi più rilevanti delle Celebrazioni pliniane del 2023-2024 e che si svolge in occasione dei 100 anni dalla nascita del grande fotografo bellunese, denota l’impareggiabile capacità di interpretare il reale e l’infallibile istinto per la composizione che per più di trent’anni hanno fatto di De Biasi uno dei massimi protagonisti della fotografia europea. La descrizione del mondo per mezzo di geometrie minute e ritmiche proporzioni vale, per forza di afflato, quella tentata con la parola scritta, duemila anni fa, da Plinio il Vecchio. Queste sorprendenti e al tempo stesso naturalissime correspondances sono il tema centrale della mostra.

Scrittore l’uno, fotoreporter l’altro, i due uomini hanno nutrito lo stesso amore per la conoscenza, la stessa oceanica curiosità per gli aspetti sensibili del mondo, la stessa commovente aspirazione a comprendere e narrare, attraverso le bellezze rispettive della parola e dell’immagine, il più possibile l’inesausta complessità e meraviglia della natura.
Quasi sovrapponibile al monumentale indice della Naturalis Historia è lo smisurato repertorio svolto da De Biasi nel corso del lavoro di trent’anni a capo dei servizi fotografici di Epoca (1953-1983): popolazioni, paesi, istituzioni politiche, scienza, medicina e tecnologia, persino astronomia, nei laboratori della NASA prima della missione Apollo 11, e poi al ritorno degli astronauti. E, ovviamente, natura, intesa come campo d’indagine privilegiato per la comprensione e la conoscenza del mondo. Su tale aspetto, in cui l’impegno professionale si fonde con la personale passione, si focalizza la mostra “Mario De Biasi – Naturalis Historia”: foto di strutture naturali, fossero esse piante, minerali o animali, raccolte per sé o per lavoro nel corso dei mille viaggi attorno al mondo da fotoreporter. Geometrie riposte nelle nervature di una foglia come nella successione delle onde dell’oceano o nei fiumi di lava durante l’eruzione dell’Etna, a duemila anni da quella del Vesuvio di Plinio.

Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, al quale partecipano alcune fra le maggiori autorità culturali italiane, è stato istituito con decreto ministeriale n. 87 del 20 febbraio 2023 dal Ministero della Cultura della Repubblica italiana con il compito di programmare, promuovere e curare lo svolgimento delle singole manifestazioni.
Le Celebrazioni pliniane 2023-2024, che prevedono un ricchissimo programma di iniziative (programma completo al sito http://www.plinio23.it), sono appoggiate dalle più rilevanti associazioni culturali della Città e del territorio, fra cui il Teatro Sociale di Como con AsLiCo e la Società Palchettisti, Villa Carlotta, Parolario, il Museo della Seta, l’Associazione Villa del Grumello.

Mario De Biasi – Naturalis Historia
Mostra a cura di Eugenio Bitetti e Massimiliano Mondelli
Broletto di Como
Piazza Duomo 2, Como
2 giugno – 23 luglio 2023
Orari di apertura mostra
Da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00
Biglietteria
Biglietto intero € 10 | Gratuito sotto i 14 anni
Informazioni

Mario De Biasi (Sois, Belluno, 1923 – Milano, 2013) inizia a fotografare tra il 1944 e il 1945 in Germania, dove viene deportato durante la guerra. Ritornato a Milano, la sua città adottiva, nel 1946, comincia a lavorare come radiotecnico e dedica il suo tempo libero a scatti fotografici che realizza per le strade della città. Nel 1948 si avvicina al Circolo Fotografico Milanese, dove a dicembre organizza la sua prima mostra, ma dopo disaccordi con alcuni membri del gruppo taglia i legami con il club. Nella primavera del 1953 viene ingaggiato dal settimanale Epoca e diventa così il primo fotografo ad avere un lavoro fisso nello staff di una rivista italiana. A Epoca rimane per più di trenta anni e lì incontra Bruno Munari. La loro amicizia porterà De Biasi a illustrare con sue foto alcuni libri del famoso designer. In quel periodo realizza una serie di reportage sull’Italia sconosciuta, pubblicata a puntate con il titolo Viaggio in Italia e L’Italia che non conosciamo. Diventa presto corrispondente estero: il 23 ottobre 1956 infatti parte per l’Ungheria, dove documenta la rivolta popolare e la repressione sovietica. Questo reportage sarà pubblicato in tutto il mondo su dozzine di riviste in Italia e all’estero, consegnando a De Biasi la giusta fama come fotoreporter. Nel 1955 pubblica il suo primo libro fotografico, Idea di Milano, edito da Arnoldo Mondadori. Nel dicembre il Comune di Milano gli conferisce la sua massima onorificenza, l’Ambrogino d’oro; nel 2006, in occasione del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione Ungherese, le drammatiche foto scattate a Budapest nel 1956 vengono pubblicate in un libro monografico ed esposte prima a Budapest e poi al Parlamento Europeo di Strasburgo. Nel 2003 viene insignito del titolo di Maestro della Fotografia Italiana, massima onorificenza della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, che lo stesso anno gli dedica una monografia e, poche settimane prima della sua morte, gli viene dedicato il Premio AIF alla carriera. Nel 2016 esce per i tipi di Electa il libro Mario De Biasi, a cura di Enrica Viganò. Fra le principali mostre di Mario de Biasi: The Italian Metamorphosis, 1943-1968, Guggenheim Museum di New York, USA (1994-95); Mario De Biasi. A photographic journey *(2004), Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, USA; *Mario De Biasi. Changing Japan 1950-1980 (2011), Japan Camera Museum di Tokyo, Giappone. Nel 2008 ADMIRA presenta la mostra Un reporter a tutto campo, ospitata presso Villa Erba Odescalchi Scotti a Bovisio Masciago (Italia) e nel 2021, con Civita Tre Venezie, la personale curata da Enrica Viganò “Fotografie 1947 – 2003” alla Casa dei Tre Oci di Venezia. Accompagna la mostra il catalogo edito da Marsilio Editori, con saggi di Enrica Viganò, Denis Curti e Angelo Ponta.
Una selezione di sue fotografie è inserita nell’esposizione con itineranza internazionale e nel libro NeoRealismo. La nuova immagine in Italia 1932-1960, pubblicato nelle edizioni italiana (Admira Edizioni, 2006), spagnola (La Fábrica Editorial, 2007), tedesca (Christoph Merian Verlag / Fotomuseum Winterthur, 2007) e inglese (DelMonico Books•Prestel / Admira Edizioni, 2018).
Sue fotografie fanno parte di importanti collezioni italiane ed estere, sia private che istituzionali, tra cui si annovera la recente acquisizione da parte del Metropolitan Museum of Art di New York.
Tutte le immagini © Archivio Mario De Biasi.