Iñárritu, il talento messicano protagonista del nuovo libro di Marco Albanese
“Alejandro G. Iñárritu. Frontiera” è il quinto volume edito da Stanze di Cinema e scritto da Marco Albanese
Nuovo appuntamento editoriale per Stanze di Cinema, dopo i libri dedicati al regista di ParasiteBong Joon-ho, a Denis Villeneuve (Dune, Sicario, Blade Runner 2049), a Pablo Larraín (Spencer, Neruda, Jackie) e a Ruben Östlund (Forza maggiore, Triangle of Sadness): Alejandro G. Iñárritu. Frontiera è il quinto volume di una collana che intende raccontare l’universo narrativo e lo sguardo di alcuni dei registi contemporanei più discussi. Iñárritu, cinquantanovenne regista e sceneggiatore messicano, si è avvicinato al mondo del cinema solo alla fine di un lungo viaggio cominciato con la musica e alla radio, continuato poi nella pubblicità, nei video e in televisione.
Il suo debutto,Amores Perros – presentato a Cannes alla Semaine nel 2000 e diventato un fenomeno generazionale in patria e un grande successo in tutto il mondo – segna l’inizio di una nuova felicissima stagione per il cinema messicano, che attraverso il lavoro degli amici Alfonso Cuarón e Guillermo del Toro, si afferma prepotentemente sulla scena internazionale non solo d’essai.
I film apolidi di quelli che vengono presto ribattezzati “three amigos”, conquistano l’attenzione di Hollywood, con un movimento che enfatizza le passioni cinematografiche dei tre e che per Iñárritu significa continuare a riflettere sulle frontiere, quelle fisiche e quelle ideali.
Gli Oscar conquistati con il piccolo Birdman e con l’epico Revenant segnano l’apice di un percorso, che inevitabilmente lo riporta in Messico per il ventennale del suo esordio, con il nuovo autobiografico Bardo.
Accanto a Iñárritu un’intera generazione di talenti messicani trova la propria voce: non solo i registi Reygadas, Escalante, Franco, Ruizpalacios, ma anche gli attori Diego Luna e Gael García Bernal, i direttori della fotografia Emmanuel ‘Chivo’ Lubezki, Rodrigo Prieto, Guillermo Navarro, il sound designer Martin Hernandez, la costumista Brigitte Broch.

Anche questo quinto saggio ha una struttura simile a quella delle altre monografie: un’introduzione, che approfondisce il contesto storico e biografico dell’autore, suggerendo le tracce di un percorso di analisi, che si arricchisce attraverso i singoli lungometraggi, i corti e le installazioni in virtual reality, trovando conferme e confutazioni. I capitoli finali sono dedicati allo stile e ai topoi narrativi, prima della necessaria filmografia essenziale.
Attraverso questo nuovo lavoro editoriale Stanze di Cinema continua a rimanere fedele al compito che si è data quando è cominciata la sua avventura sul web: raccontare il cinema, senza barriere e pregiudizi, con un occhio di riguardo alle produzioni indipendenti, alle cinematografie lontane e marginali, ai giovani autori e alle giovani autrici, a tutti coloro che lottano per affermare la propria voce.