Festival CASA NATTA: Fratelli Leone, contrabbandieri di storie, “Con la luna sulle spalle”



Gli ultimi appuntamenti della rassegna Casa Natta saranno due spettacoli di prosa e musica: giovedì Marco Continanza e Gian Battista Galli dei Sulutumana in una storia di contrabbando e venerdì giovani teatranti alle prese con una favola russa
Il contrabbando come non è mai stato raccontato, in uno spettacolo capace di unire tradizione e innovazione teatrale; un pezzo della storia dei nostri territori di frontiera e lo spaccato di una società – usi, costumi e linguaggi – che ritornano da un tempo non troppo lontano ma di cui oggi si sono perse molte tracce. Giovedì 6 luglio (ore 21.15), il penultimo appuntamento del bel festival CASA NATTA – Teatro tra le mura, organizzato su proposta dell’Assessorato alla Cultura nel cortile di Palazzo Natta a Como, è “Con la luna sulle spalle”, un bello pezzo di teatro e canzoni nel quale è facile riconoscersi. Almeno per chi ha vissuto, letto, sentito dire, del contrabbando sul confine italo-svizzero.
“Con la luna sulle spalle” prende spunto da quel contrabbando necessario, ricordato come “romantico”, che va dal periodo del sale a quello del riso, ovvero dai primi anni dell’Ottocento all’immediato secondo Dopoguerra. Una narrazione scandita sia da date e luoghi che hanno fatto la storia sia dalla vita raccontata attraverso gli occhi delle persone comuni che, sempre più povere, si sono trovate a dover affrontare difficoltà oggi davvero difficili da immaginare. La drammaturgia e la regia sono di Pino Di Bello, autore teatrale, musicista, regista dello spettacolo prodotto da Anfiteatro, Progetto Piattaforma di Uno Teatro. A lui il merito di un testo accattivante e intenso, un susseguirsi di immagini e storie che portano lo spettatore fuori dal tempo, senza giudizi sommari e facili morali; perché quella del contrabbando è una storia dalle molte sfaccettature, non ha vincitori né vinti, non ha eroi, ma persone comuni, rese vive e verosimili dal racconto dei due fratelli Leone che, attraverso un diario, ripercorrono la storia della loro famiglia (particolarmente centrata sulla figura del loro nonno Bartolomeo Leone, una sorta di aedo da osteria), consentendo agli spettatori di intravedere una linea rossa attraverso la grande storia, e come quest’ultima finisca inevitabilmente e curiosamente per attraversare gli stessi sentieri dei contrabbandieri. Gente forte e resistente questa, che ha scritto sulle pietre dei sentieri una storia ancora troppo poco raccontata, fatta di coraggio, di bricolle di 40 chili di riso e sale, di ore e ore di cammino in certi posti da paura, di tela sacco al posto delle scarpe, di neve e inverno, di fughe dalle guardie di “qua” e da quelle di “la”, e poi ancora di cadute, di valanghe, di fucilate … per dar da mangiare ai propri figli.
“Per lo stomaco vuoto non esiste né ’obbedienza né timore” recitano i protagonisti Marco Continanza e Gian Battista Galli. Il primo è un attore di teatro docente di recitazione cinematografica nella Scuola del Teatro Sociale di Como; il secondo è da vent’anni il leader del gruppo musicale Sulutumana, e tocca a lui cantare alcuni brani accompagnandosi con la fisarmonica.

È attraverso Batista Leone/Continanza e Marco Leone/Galli che la narrazione prende vita e srotola queste interessanti pagine di una storia in parte dimenticata e in parte sconosciuta. E, nell’immergersi nella loro recitazione sempre puntuale, vivace, briosa, ma mai sopra le righe, lo spettatore torna indietro nel tempo, riuscendo a immedesimarsi nella vita di allora. Dalla grande storia si arriva poco alla volta a quella familiare, che evidenzia quanto in pochi anni le nostre abitudini e i nostri costumi siano cambiati, e quanto allora fosse forte e sentito il desiderio di riscatto, di libertà, il bisogno di colmare quella fame che stringeva lo stomaco; fame intesa non solo come mancanza di cibo ma desiderio di giustizia e aspirazione a una vita migliore.
La prima edizione di CASA NATTA che ha portato 17 serate di teatro e danza nel mezzo della città murata ridando vita ad un palazzo storico che stava inclinandosi all’oblio, finisce con uno sguardo sui giovani perchè i tre direttori artistici (Marranchelli, Ajani e Annoni), hanno voluto fortemente inserire in calendario date in cui dare spazio agli emergenti. Tali sono gli attori dell’Associazione Culturale Teatrale ONGUF di Cadorago che proporranno, venerdì 7 luglio alle ore 21.15, “Il pesciolino d’oro”, uno spettacolo per famiglie ispirato a una fiaba popolare russa che incanta il pubblico con la sua magia.
Come un genio della lampada o una bacchetta magica, il pesciolino d’oro ha il potere di realizzare ogni desiderio. Tuttavia, le situazioni che si presentano ci portano ad esplorare pensieri e richieste che superano l’immaginazione. Questa versione moderna dell’opera, con tratti di teatro nel teatro, vuole divertire e far riflettere sia i piccoli che gli adulti. Mentre ci immergiamo in questa avventura teatrale, scopriamo come i desideri possono influenzare le nostre vite e le conseguenze che possono derivarne.
“Il pesciolino d’oro” è un’avventura teatrale, dove i confini della realtà si mescolano con la fantasia e l’immaginazione prende vita.
La regia e il testo sono di Matteo Torri, sul palco Emanuela Blasi, Nazarena Difrancesco, Gabriella Gurzì, Massimo La Fisca, Maurizio Malimpensa, Anita Savone

Ingresso gratuito, previa prenotazione online
In caso di maltempo, quando tecnicamente possibile, gli spettacoli verranno spostati all’ex padiglione dei grossisti del Mercato Coperto di via Mentana/via Sirtori.