Via Napoleona, la guardia ferma la donna che vuole farla finita:”Non lo faccia, lei mi ha ascoltato….”

La sua attenzione, la sua sensibilità, il non dare nulla per scontato. Luca Ponzini da tempo è una guardia in servizio all’ospedale Sant’Anna di Como. Lavoro non facile, tutti i giorni a gestire code in pronto soccorso, qualche persona violenta, l’esasperazione per le lunghe attese. Eppure…..eppure ci sono piccoli gesti che a volte sembrano scontati. Ma non lo sono affatto. Come quello che Luca ha fatto, mentre era in servizio, qualche giorno fa: era fine giugno, in quel caso era all’ex ospedale Sant’Anna in via Napoleona, ora sede degli ambulatori specialistici. A CiaoComo questo piccolo-grande gesto di Luca (nella foto sopra) è stato segnalato da un lettore comasco – Francesco – che ci ha inviato anche due righe di accompagnamento oltre alla foto del luogo dove è avvenuto (qui sotto).

“Qualche giorno ho visto una donna vicino al muro di confine con ospedale che piangeva disperata. Dopo pochi minuti le si è avvicinata una guardia, non so il suo nome e vorrei che la gente lo sapesse. Era sicuramente della vigilanza dell’ospedale San Anna in via Napoleona. L’uomo ha parlato per diversi minuti con la donna che poi ha smesso di piangere. Li per lì ho temuto che volesse fare un gesto disperato anche se non so le ragioni. Quella guardia, con pazienza e tranquillità, l’ha calmata e ha permesso che un ragazzo (credo il figlio) venisse a prenderla. Si era rasserenata, nel frattempo. Ecco io vorrei dire bravo e grazie a quella guardia per il suo gesto….”

Detto e fatto. La segnalazione di Francesco in redazione. Noi siamo riusciti a risalire a quella guardia della vigilanza del Sant’Anna – Luca Ponzini appunto – e ad avere la conferma del suo gesto:”E’ vero – ci ha spiegato in redazione – era credo verso fine giugno. Ho visto questa donna affranta e che stava piangendo a dirotto vicino al muro dell’ospedale. Mi sono avvicinato con tatto, al momento ho pensato che volesse fare qualcosa di strano: mi ha detto che era in crisi per un eventuale divorzio, non voleva più sapere nulla della vita…..io allora le ho parlato. Alla fine ho chiamato il figlio, lei mi ha dato il suo numero e lui è venuto a prenderla. Abita nella zona dell’olgiatese. Mi hanno ringraziato, ma io l’ho fatto con il cuore. Era giusto dare a lei una mano in un momento tanto difficile. Io ero in giro per fare un giro di controllo e l’ho vista. Ho temuto potesse fare un gesto brutto. Meglio così se è tornata a casa dal figlio……”.