Gran finale di LacMus Festival al Grand Hotel Tremezzo

Il pianista e direttore artistico del LacMus Festival Louis Ortie accompagnato da un trio d ‘archi in concerto a Tremezzina
Si chiude domani, lunedì 17 luglio, al Grand Hotel Tremezzo, la settima edizione di LacMus Festival. Il Closing Concert, con inizio alle ore 19, riconduce il protagonista di questo Festival, cioè Rachmaninov, nel grembo del grande repertorio romantico e tardo romantico, là dove si ritrova in felice compagnia degli spiriti a lui più affini: in questo caso i boemi Mahler e Dvořák.
Allo stesso modo, il direttore artistico del Festival, il pianista Louis Lortie, si unisce in questo programma cameristico a tre illustri colleghi e amici tedeschi: il violinista Markus Däunert, la violista Danusha Waskiewicz e il violoncellista Jan Vogler.
Il concerto finale di LacMus Festival 2023 si apre con due pagine di Rachmaninov, tratte dalle Dodici canzoni op. 21: la n. 7, Qui si sta bene e la n. 9, Melodia. Dello stesso autore, in programma anche il Trio élégiaque n. 1 in sol minore per violino, violoncello e pianoforte. Si tratta di un’opera giovanile composta nel gennaio del 1892 a Mosca, quando Rachmaninov aveva diciannove anni, ed eseguita nel primo concerto ufficiale dell’autore con grande successo. Inspiegabilmente il lavoro non venne mai pubblicato e il manoscritto, a lungo creduto perso, ricomparve grazie ad un amico del compositore dopo la sua morte.
Il Trio è strutturato in un solo movimento e si caratterizza per un tema elegiaco, che diventa alla fine una marcia funebre. La parte del pianoforte, estremamente virtuosistica, dimostra quanto Rachmaninov fosse già all’epoca un pianista eccelso.
Se Mahler è principalmente noto per la sua produzione sinfonica e liederistica, una preziosa occasione di ascolto sarà quella che vedrà gli interpreti di questo concerto impegnati nel suo Quartetto in la minore per pianoforte e archi. Anche in questo caso si tratta, come per il Trio di Rachmaninov, di una composizione giovanile. Nel 1876 Mahler inizia a scrivere, proprio all’inizio del suo apprendistato compositivo a Vienna, un quartetto con pianoforte, uno dei generi-principe della tradizione impersonata allora da Brahms. Il giovane Mahler completa solo il primo movimento, in uno stile in verità assai poco tradizionale e già denso della carica emotiva che sarà la sua cifra dominante. Dopo aver scritto una ventina di battute del secondo tempo, interrompe per sempre la redazione del lavoro, che è rimasto conosciuto perciò col titolo di Quartettsatz (Tempo di Quartetto).
L’ultimo lavoro in programma è il Quartetto n. 2 in mi bemolle maggiore op. 87 per pianoforte e archi di Dvořák. Se, a differenza di Mahler, il catalogo cameristico dell’autore boemo è assai vasto, le opere con pianoforte non sono tuttavia predominanti dal punto di vista numerico. Dvořák non aveva, in effetti, una formazione da pianista concertista come quella di Rachmaninov, tuttavia proprio alcuni lavori cameristici con pianoforte acquistano, tra le sue opere, un ruolo privilegiato. L’op. 87 si colloca verso la fine del catalogo di Dvořák, essendo seguita solamente dal Trio Dumky e da alcuni lavori per violino e pianoforte. Appare evidente nel Quartetto il richiamo a quella nuova classicità che era stata propugnata da Brahms e, d’altra parte, l’inserimento di temi e ritmi di derivazione folklorica, che valgono a donare un colore inconfondibile alla musica cameristica di Dvořák.

Molto apprezzato come direttore, primo violino ospite, solista e camerista, Markus Däunert è stato a lungo co-direttore della Mahler Chamber Orchestra, con la quale si è esibito anche come solista, sotto la guida di Abbado, Harding, Masur, Pinnock e Philippe Herreweghe. Il violinista berlinese collabora spesso con i Berliner Philharmoniker. Nel corso della sua intensa attività artistica ha contribuito a fondare numerose orchestre e complessi da camera (Lucerne Festival Orchestra, Archi De Sono, Aldeburgh Strings e Mahler Soloists). Degno di nota il suo impegno con l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar ed il modello didattico “El Sistema” ideato da José Antonio Abreu.
La violista Danusha Waskiewicz fa parte dell’Orchestra del Festival di Lucerna. Sotto la direzione di Abbado, ha registrato la Sinfonia Concertante di Mozart con Giuliano Carmignola e l’Orchestra Mozart; per l’etichetta Harmonia Mundi ha pubblicato diversi cd con la violinista Isabelle Faust.
Membro del rinomato Quartetto Prometeo, si cimenta spesso nel repertorio contemporaneo, mentre
con ardeTrio si è messa alla prova nel tango, con Marcus Däunert al violino e il fisarmonicista di origine argentina Omar Massa.
Camerista appassionata, Danusha suona in duo con il pianista italiano Andrea Rebaudengo e, nel Dragonfly Duo, con l’eclettica violoncellista irlandese Naomi Berrill.
Jan Vogler è uno dei violoncellisti più celebri del momento, lodato per le sue «interpretazioni appassionate, dalle ricche sfumature» (New York Times) e il suo «virtuosismo vertiginoso» (Gramophone Magazine).
Suona in duo con la pianista Hélène Grimaud e di recente ha registrato Double Concertos, che include opere di Brahms, Rihm e Harbison, insieme alla moglie Mira Wang al violino e alla Royal Scottish National Orchestra.
Dal 2001 Jan Vogler è direttore artistico del Festival di Moritzburg, nei pressi di Dresda, e dal 2008 del Dresden Music Festival. Suona il violoncello Stradivari “ex Castelbarco/Fau” del 1707.

INFO
Il concerto si svolgerà all’aperto e avrà una durata di circa 65 minuti.
Tariffe: € 50,00 + commissioni
La biglietteria aprirà un’ora prima del concerto, mentre l’ingresso dai varchi di accesso sarà consentito venti minuti prima dell’inizio del concerto.
In caso di maltempo il concerto si svolgerà presso l’Auditorium dell’Istituto Comprensivo Statale della Tremezzina in località Ossuccio.
Informazioni
www.lacmusfestival.com
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