“Il dio di Roserio”, storia tragicomico crudele di pedali, sudore e lago. Maurizio Donadoni omaggia Giovanni Testori

A Zelbio Cult appuntamento con il teatro, Giovanni Testori e i luoghi del lago di Como: un evento inserito nel calendario delle celebrazioni per il Centenario dalla nascita dell’autore.
Forzando sui pedali Pessina guardava il lago tra un paracarro e l’altro. Era sdraiato giù come un letto: il sole continuava a bruciarlo… 800 metri sopra quel lago di Como che Giovanni Testori descrisse ne “Il dio di Roserio”, frequentò assiduamente, e dove ambientò il suo ultimo testo “I promessi sposi alla prova”, rilettura del romanzo di Manzoni, c’è Zelbio ed è lì che sabato si celebrano 100 anni della nascita di quel grande scrittore e commediografo milanse. Il luogo agreste può apparire fuori contesto, ma Zelbio, in luglio, fa rima con Cultura. Anzi l’abbreviazione Cult come piace al giornalista Armando Besio che ha ideato la rassegna di incontri con donne e uomini di cultura “adescati” con un buon piatto di brasato tanto da sobbarcarsi la salita a tornanti che da Nesso sale al piccolo borgo del triangolo lariano. Scherzi a parte Armando ha una fitta rete di conoscenze derivate dai tanti anni nella redazione cultura di Repubblica inoltre, Zelbio Cult è ormai diventato un appuntamento cult a cui non si può mancare.
Ad aprire la sedicesima edizione della rassegna è stata una coppia di artisti del mondo della moda italiana e internazionale,Antonio Marras e Patrizia Sardo Marras. Sabato 22 luglio l’appuntamento a Zelbio è con il monologo teatrale “Il dio di Roserio” di Maurizio Donadoni, tratto dal romanzo di Giovanni Testori e inserito nel calendario del Centenario dalla nascita dell’autore.
Un’epopea del ciclismo sulle strade del lago di Como che, con una straordinaria forza emotiva, trascina il pubblico in un impeto di sopravvivenza e vitalità emozionanti. In occasione di questa importante ricorrenza, l’opera teatrale di Maurizio Donadoni, prodotta dal Teatro de “Gli Incamminati,” è un potente spaccato dell’Italia padana nel racconto lungo de “Il dio di Roserio (“Feltrinelli), che riprende miseria e miraggi, lingua e sensi ma, soprattutto, il clima di un’epoca e la visione critica di una società, quella degli anni del boom economico, dove quello che conta è solo arrivare prima degli altri.

Il dio di Roserio si chiama Dante Pessina, operaio a una pompa di benzina e ciclista dilettante, fortissimo, destinato a una carriera fulminante. Al suo fianco Sergio Consonni, suo gregario. Tutti e due cercano di emergere dalla miseria col miraggio di entrare in una vita luminosa: è il miraggio del boom economico degli anni Sessanta. Ne “Il dio di Roserio “Giovanni Testori offre uno spaccato di tragicomico crudele spessore dell’Italia padana.
In un impasto potente di lingua e dialetto, miscelando suoni, odori, cadenze, profumi, colori, incubi, anime e corpi lo scrittore ci restituisce, insieme al clima esatto di un’epoca, anche, e soprattutto, la visione critica e profetica di una società dove quello che conta è solo arrivare prima degli altri. Come, non importa.
Sembra un’altra Italia, dimenticata, lontana… “Si emerge dal buio di una guerra con la forza disperata della dimenticanza”? A questa domanda siamo di fronte anche noi, adesso. Maurizio Donadoni in questo monologo teatrale imprime alla narrazione un’epica di straordinaria forza emotiva in grado di trascinare lo spettatore dentro un impeto di sopravvivenza, di emersione, di vitalità davvero emozionante. Al termine della pièce rimane però il pensiero dominante su ciò che resta, al termine del furore.

Il 12 maggio 1923 nasceva a Novate Milanese Giovanni Testori, intellettuale fuori dagli schemi che, con la sua vastissima e appassionata attività, ha esplorato diversi e variegati ambiti creativi, dalla letteratura al romanzo, dal teatro alla storia dell’arte, dal giornalismo alla poesia.
“Il dio di Roserio”, romanzo del 1954 pubblicato da Einaudi nella collana “I Coralli” diretta da Elio Vittorini, è ambientato nella provincia di Milano del Dopoguerra, all’inizio degli inizi degli anni ’50 e racconta la storia delle gesta di Dante Pessina, corridore dilettante, campione di una piccola società ciclistica – la Vigor – destinato a un luminoso avvenire in virtù delle sue straordinarie doti.
Un potente romanzo d’esordio in cui Giovanni Testori inserisce i luoghi della sua infanzia: dalla provincia milanese agli inizi del boom economico, passando per Milano e arrivando ai panorami del lago di Como, alla salita dalle “Scale” del Ghisallo e alla Valassina, luogo originario della sua famiglia.
I prossimi appuntamenti di Zelbio Cult 2023
Sabato 29 luglio
ELEONORA MAZZONI
“Il cuore è un guazzabuglio”
Manzoni, vita e romanzo di un rivoluzionario
Domenica 30 luglio
CONCERTO
Il valzer viennese, orgoglio austriaco
Orchestra di Bellagio e del lago di Como
Direttore Alessandro Calcagnile
Chiesa di San Paolo Converso, ore 17
Sabato 5 agosto
DANIELA PARESCHI
“Animali bellissimi”
I ritratti inediti di una maestra dell’illustrazione
Laboratorio per bambini e incontro con il pubblico
Sabato 12 agosto
MICHELE TAVOLA
Il cielo sopra Guernica
Picasso, l’arte contro la guerra
Domenica 20 agosto
MARCO ANSALDO
“La marcia turca”
Istanbul crocevia della geopolitica mondiale