“LAC en plein air” vibrazioni dall’oriente estremo

25 luglio 2023 | 12:25
Share0
“LAC en plein air” vibrazioni dall’oriente estremo
“LAC en plein air” vibrazioni dall’oriente estremo
“LAC en plein air” vibrazioni dall’oriente estremo
“LAC en plein air” vibrazioni dall’oriente estremo

Un week end nell’oriente estremo con tre concerti gratuiti per la rassegna “LAC en plein air”

Giovedì, venerdì e sabato, tre concerti gratuiti all’Agorà di piazza Bernardino Luini a Lugano, continua con assaggi world music la rassegna estiva “LAC en plein air”. Grazie alla collaborazione, iniziata  lo scorso anno, tra il Centro Culturale luganese e l’associazione italiana Musicamorfosi di Saul Beretta, si va in oriente estremo  con i live di Wang-Li, Violons Barbares e Munedaiko.

Per iniziare ad entrare nel giusto clima, giovedì 27 luglio, dalle ore 17 al bistrot Luini6 a fianco dell’Agorà, un aperitivo orientale a base di sakè è l’entry level per il concerto del cinese Wang-Li, suonatore di arpa ebraica e flauto calabash, con inizio alle ore 21.
Conosciuto per la sua capacità di creare suoni e melodie estremamente contemporanee e sperimentali, che ricordano quasi la musica dance, partendo da strumenti popolari, Wang-Li giunge a Lugano per presentare una serie di composizioni poetiche e spirituali che hanno già incantato milioni di persone. Invitato a esibirsi da istituzioni come il Kennedy Center di Washington e la Maison des Cultures du monde di Parigi, dalla serie di conferenze TED e da festival dedicati alla musica più sperimentale e all’avanguardia del momento, tra cui il Festival Archipel di Ginevra, il maestro indiscusso dell’arpa ebraica porterà il pubblico a immergersi in un paesaggio sonoro primordiale, poetico e vibrante.

https://youtu.be/2FZ002NNZQ4

Infine sabato 29 luglio rullano i tamburi di Munedaiko. Strumento dal forte potere espressivo e liberatorio, il taiko, tradizionale tamburo giapponese dalla valenza sacra, è il vero protagonista di questa serata all’insegna della valorizzazione della musica e della danza popolare nipponica. Ricavato da un unico tronco di legno, questo strumento dalla storia millenaria veniva impiegato durante le funzioni religiose o in battaglia per impartire ordini.
Una vera e propria cerimonia è quindi quella portata sul palco dal trio italo-giapponese Munedaiko, gruppo riconosciuto ufficialmente quale collaboratore culturale dell’Ambasciata del Giappone in Italia. Un rito catartico in cui le percussioni dei tamburi incontrano i delicati suoni dei flauti Shakuhachi e Shinobu, in cui melodie primordiali e spirituali si fondono a gesti scenici in una performance straordinariamente potente.