Cantù, inaugurata la nuova sede dell’Azienda Consortile Galliano in un immobile confiscato alla mafia
Stamane la cerimonia di inaugurazione dell’immobile alla presenza del Ministro Piantedosi e di moltissime autorità politiche e civili
Un bene confiscato alla criminalità organizzata che si trasforma in un punto di riferimento per il territorio, ospitando un centro diurno disabili e servizi di assistenza domiciliare minori, tutela minori e famiglia, inserimenti lavorativi e inclusione sociale, capace di seguire circa 1000 utenti: questa sarà la nuova sede dell’Azienda Speciale Consortile Galliano, ente strumentale del Comune di Cantù e di altri Comuni dell’Ambito Territoriale per la gestione di servizi alla persona in forma associata, inaugurata oggi a Cantù.

Presenti alla blindatissima cerimonia (anche i giornalisti, nonostante il regolare accreditamento, sono stati “invitati” a restare in una zona transennata e distante dalla zona in cui si è svolta, n.d.r.), gli assessori regionaliRomano La Russa (Sicurezza e Protezione civile) e Alessandro Fermi (Università, Ricerca, Innovazione), il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il Prefetto Bruno Corda, Direttore Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il Prefetto di Como Andrea Polichetti, il Capo della Polizia di Stato Vittorio Pisani, il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca, il Questore di Como Leonardo Biagioli, gli On. Paolo Emilio Russo ed Eugenio Zoffili, il sindaco di Cantù Alice Galbiati e molti esponenti della giunta canturina, numerose autorità militari, i Sindaci della Provincia di Como e dei paesi aderenti al Comitato 5 Dicembre.

L’immobile, sequestrato nel 1996 e dal 2002 acquisito dal Comune di Cantù, consta nella porzione di un capannone, per una superficie ristrutturata pari a 600 mq, riqualificata con un progetto dal valore complessivo di 1 Milione di Euro, di cui 150.000 Euro finanziati da Regione Lombardia.
La struttura, fatiscente e con alcune parti danneggiate da incendi dolosi, veniva originariamente utilizzata come spazio artigianale ed era proprietà di un indagato nell’inchiesta Fiori di San Vito.


L’intervento non ha voluto essere solo un’operazione di risanamento edilizio, ma un’azione dimostrativa di recupero di spazi sottratti alla criminalità organizzata e di uso razionale delle risorse presenti sul territorio: proprio ieri, il Sindaco di Cantù, Alice Galbiati, ha firmato la richiesta al Signor Prefetto, Andrea Polichetti, per ottenere l’autorizzazione all’intitolazione dell’immobile agli uomini della scorta del Giudice Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo.

Al termine degli interventi, il sindaco Galbiati ha consegnato ufficialmente le chiavi dell’immobile a GianPaolo Folcio, direttore Azienda Speciale Consortile Galliano e, successivamente, si è tenuta la cerimonia del taglio del nastro.


L’immobile è stato poi visitato dalle autorità presenti, accompagnate dall’Assessore alla Sicurezza e Legalità Maurizio Cattaneo e dal Direttore Folcio.
