Orchestra Franz Terraneo, tutto pronto per il concerto di Sant’Abbondio 2023
Questa sera, venerdì 1 settembre, presso la Basilica di San Fedele, si esibirà l’Orchestra da Camera Franz Terraneo
È in programma questa sera, alle 20.15, presso la Basilica di San Fedele a Como, il concerto dell‘Orchestra da Camera di Como Franz Terraneo organizzato nell’ambito delle celebrazioni per Sant’Abbondio. Fitto il programma previsto per la serata, a partire dal brano del Maestro Umberto Pedraglio, intitolato Contrappunti – II e composto appositamente per l’Orchestra Franz Terraneo in occasione dei festeggiamenti del bimillenario dalla nascita di Plinio il Vecchio. Il maestro Pedraglio, compositore e violoncellista comasco di fama internazionale, si è lasciato ispirare dalle pagine dell’opera enciclopedica di Plinio, la Naturalis Historia.

A seguire, l’orchestra eseguirà 4. Minuetto e Musetta dagli Intermezzi Goldoniani e 3. Coprifuoco di Marco Enrico Bossi, Giallo Pallido di Francesco Balilla Pratella, 1.Vigoroso da Quartetto n.1 di Giorgio Federico Ghedini ed il duetto Edoardo da 34 duetti per due violini di Luciano Berio.

La concertazione è, come sempre, affidata al Maestro Beppe Crosta che, tramite un post pubblicato sulla pagina Facebook dell’Orchestra, ha descritto così i brani in cartellone:
Forse nessun secolo come il Ventesimo presenta una diramazione di linee e di stili artistici magmatica e apparentemente inconciliabile di uguale potenza. Siamo abituati a stabilire una invisibile, ma ben udibile, demarcazione fra il primo e il secondo ‘700, tra il primo e il secondo ‘800. Certamente, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, lo scenario musicale del mondo è completamente cambiato. Mediamente, nell’arco di mezzo secolo lo stile musicale europeo cambiava forma e talvolta contenuto, relegando il passato nelle soffitte, quelle reali e quelle simboliche. Il nome di Bach scomparve per settantacinque anni dalla memoria dei musicofili tedeschi, fino alla ‘riscoperta’ operata da Mendelssohn. Ma il 900 musicale è anche il secolo della riscoperta del Contrappunto e del Madrigale, della nostalgia per forme di danza ormai estinte, del ritorno ai classici e al loro ordine matematico precedente il disordine romantico.
Accanto a tutto ciò, nei rifugi antiaerei sotto le incursioni della Dodecafonia e, in seguito, durante lo scatenarsi delle Avanguardie, animate dalla fede nella possibilità di trovare la Neue Musik dopo la totale e più estrema eversione timbrica e armonica, si assiste alla fioritura dei linguaggi nazionali, all’insorgere di nuovi timbri azionati elettricamente, alla ricerca scientifica che dalla Matematica alla Botanica, dalla Fisica alla Relatività, tenta di indirizzare la composizione musicale. Questo concerto di Sant’Abbondio non ha certo un intento antologico e tantomeno esaustivo. Sarà un breve viaggio che, dalle assonanze codificate attraverso esperienze più recenti, come nel brano di Pedraglio, gettera’ uno sguardo a diverse risposte che i compositori italiani cercarono, dagli albori al tramonto del XX secolo, riguardo alle nuove strade da percorrere.
Dal congedo quasi idilliaco che Marco Enrico Bossi prese dal mondo antico, alla visione già allucinata e statica che Balilla Pratella profetizzò nell’unico quartetto per archi di un’avanguardia italiana antioperistica che ancora non si era coalizzata nel Futurismo, il grande movimento artistico di cui Balilla Pratella sarà il firmatario per la Musica. Già potremmo fermarci per considerare quanto la città di COMO abbia dato e stia ancora generosamente lavorando nell’affermazione di un’ arte del Presente e del Futuro. Il Manifesto dell’architettura Futurista è scritto e firmato dal comasco Antonio Sant’Elia, è comasca la gran parte della produzione di Marco Enrico Bossi, maestro di cappella della Cattedrale di Como, ed è comasco Umberto Pedraglio che si va affermando tra i nuovi compositori della scena europea in anni certamente non facili per la musica contemporanea di matrice accademica. Era comasco l’autunno Musicale, una delle vetrine mondiali più significative nella seconda metà del ‘900.
Ma un’idea di Avanguardia condivisa dentro e fuori i confini nazionali ha sempre incontrato, in modo particolare tra gli autori italiani, forti contrasti e malumori. La meteora del Fascismo condizionò, in modi differenti, con esiti quantitativi notevoli e scarse presenze di capolavori, anche il mondo dei compositori. Il Quartetto n 1 di Giorgio Federico Ghedini, composto nel 1924, e di cui sarà eseguito il primo movimento ‘ Vigoroso’, traduce nel linguaggio degli strumenti ad arco anche le inquietudini, le progressioni marziali, le squillanti affermazioni ritmiche e tonali, una certa meccanicità industriale che accompagnavano la vita in quegli anni, prima della tragica disillusione. Sopra tutto questo, Luciano Berio recuperava, durante gli Anni di Piombo, una forma apparentemente aristocratica di dedica, di poetica dialogante tra il compositore e il destinatario chiamato per nome, sia esso un musicista, uno scrittore, un intellettuale o semplicemente un amico illustre.
EDOARDO ( Sanguineti) è, dei 34 duetti per due violini composti, l’unico previsto per un’esecuzione allargata a una moltitudine di violinisti. Generandosi da un CLUSTER ( un accordo dissonante prolungato secondo limiti di tempo stabiliti), il brano si dipana in un gioco di melodie e di ritmo che rimanda a una trasfigurazione in chiave moderna del mondo barocco, sempre insistente sulla croce e sulla delizia della modernità: la cognizione del Tempo.
Anche questo ci sembra un modo coerente di ricordare il comasco Plinio il Vecchio, ricercatore di una armonia nella successione delle fasi storiche di cui la Natura è espressione suprema. La musica del XX secolo ben si presta a rievocare la figura, collegata in modo inscindibile a un ambiente gravato da rumori, esplosioni e incendi, il sottofondo esistenziale con cui la musica moderna e contemporanea tenta di accompagnare la condizione umana, Faustianamente minacciata dal suo stesso Progresso.
Ingresso libero e gratuito.
(Foto di Carlo Pozzoni)