Fiera del Libro di Como – Tre buoni motivi per leggere “Prima della rivolta” di Michele Turazzi

Le presentazioni alla Fiera del Libro di Como
Dal 26 agosto al 10 settembre piazza Cavour a Como ospita la 71° edizione della Fiera del Libro. Sabrina Sigon suggerisce per i lettori di Ciaocomo.it, alcuni dei libri in presentazione durante la manifestazione
“Prima della rivolta” di Michele Turazzi
Non un libro totalmente distopico o di fantascienza ma un noir di anticipazione che contiene elementi realistici e probabili. Questo il primo motivo per leggere “Prima della rivolta” di Michele Turazzi (editore Nottetempo). Una realtà, quella dell’anno 2045 in cui viene ambientato il romanzo, dalle caratteristiche con cui già il nostro presente convive: progetti urbanistici, immigrazione, disastri climatici – clima tropicale fatto da un caldo soffocante e piogge violente – alimentazione e ancora, in ambito politico, una forbice sociale sempre maggiore e un’erosione dei diritti dei lavoratori. In un ambiente che diventa co-protagonista e, talvolta, protagonista esso stesso; con i suoi droni, i rider, i migranti tenuti all’interno di recinti per delimitarne il raggio d’azione in una città, Milano, nella quale lo sviluppo sale molto in alto o scende molto in basso lasciando poco spazio alla via di mezzo, una città inaccessibile se non con un pass d’ingresso, pass concesso a chi ha un lavoro. L’innalzamento dei mari, la desertificazione delle zone del sud, un’alimentazione dove sono presenti gli insetti, sono tutti elementi che ben si prestano al genere distopico ma già di fatto presenti nel nostro quotidiano.
Un giallo investigativo e un’atmosfera da noir, talvolta scandita con il ritmo del thriller, che si legano a un intrigo più ampio, politico, sociale e climatico, e che per questo permette di veicolare molti temi attraverso un’unica storia, tenuta insieme con grande capacità stilistica e linguistica.
Molti i dialoghi e le descrizioni, molte le riflessioni che vengono stimolate in un lettore attento a cogliere tutti i riferimenti che contiene il romanzo.
Il motore della storia è costituito dall’omicidio di Renato Valsecchi, presidente della Solar Wave – società che gestisce i pannelli solari che, quasi esclusivamente, forniscono l’energia in un mondo diventato poco ospitale – e a indagare sul caso sarà il commissario capo Alberto De Santa. Nella questura di via Fatebenefratelli il nostro rientra dopo un trasferimento a Pieve di Cadore durato cinque anni, e si ritrova in un attimo catapultato non solo in un caso da risolvere, ma in mezzo a tutta una serie di personaggi ambigui e particolari: Salim Barthez, amico di vecchia data e capo della rivolta politica, la badessa a capo della Chiesa dell’Apocalisse, il capoturno che guida i drappelli di lavoratori pronti a lottare contro chiunque voglia rovesciare il sistema, Elisabetta Sacco, sorella di Gulliver, ucciso probabilmente dagli agenti della Digos e, in mezzo a loro, i discorsi su una possibile rivolta, un’apocalisse per liberarsi da un sistema repressivo.
Saranno quindi le persone a mettere in crisi il pianeta oppure la natura, che con i suoi cambiamenti climatici mette a rischio il genere umano?
Non un giallo, non un thriller o noir, ma tutti e tre gli elementi di questi generi, alcuni prevalenti rispetto ad altri, costituiscono un altro buon motivo per leggere questo libro. L’autore, svincolandosi dal condizionamento di dover stare dentro un unico genere, li abita alternandoli rispetto alle esigenze della narrazione, tenendo sempre il polso di quanto sta scrivendo; questo conferisce non solo alla storia ma all’ambiente dentro il quale si muovono i personaggi, una molteplicità di sfaccettature interessanti. Un futuro che già incombe e che realizza i timori che ci animano rispetto agli effetti del cambiamento climatico, rispetto alla disillusione politica che destabilizza sempre di più e, con un senso di rinuncia, allontana le persone che potrebbero fare la differenza; perché il “tanto non serve a niente” è dilagante rispetto alla crisi umanitaria, che non solo non fa più notizia ma quasi infastidisce, e le persone non vengono più percepite come tali ma come problema da tenere arginato. Ben rappresentato, questo aspetto, dal campo di Pioltello, all’estremo est della Milano da bere che, in copertina, viene rappresentata come capovolta, spingendoci a indagare in basso, dove vengono lasciati i problemi a decantare, le cose scomode, gli aspetti che non si vogliono conoscere. Ma tenere lontani i problemi non significa risolverli, e questo libro ha la forza di una denuncia, con il merito di portarci a vedere al di là del nostro naso. La descrizione di un mondo degenerato laddove la politica ha sbagliato completamente le scelte su clima e impoverimento della classe media in un allarme lanciato, ancora una volta, dalla letteratura. Stephen King e Ian McEwan, scrittori di riferimento per l’autore, hanno rappresentato l’animo umano in condizioni che, partendo dalla normalità hanno il potenziale per diventare estreme, e Turazzi ha saputo restituire attraverso la sua voce particolare e unica – questa lezione.
L’autore parlerà del suo “Prima della rivolta (editore Nottetempo) sabato 9 settembre alle 21, e per me sarà un piacere seguirlo in questa presentazione alla Fiera del Libro di Como.
Michele Turazzi (1986) nasce a Treviso, ma vive a Milano, dove lavora nell’editoria. Cofondatore dell’agenzia letteraria Pastrengo, fa parte della redazione della rivista culturale La Balena Bianca. Ha pubblicato articoli e testi narrativi in varie riviste, il racconto lungo La voglia (Intermezzi, 2014) e il reportage narrativo Milano di carta. Guida letteraria della città (il Palindromo, 2018).
Sabrina Sigon