“C’è nessuno?” Uno spettacolo sulle problematiche di internet, sullo stare insieme ma essere soli

11 settembre 2023 | 16:08
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“C’è nessuno?” Uno spettacolo sulle problematiche di internet, sullo stare insieme ma essere soli

Progetto Giovani Smart Tavernerio presenta uno spettacolo con una tematica di forte attualità: “C’è nessuno?” mette in scan il rapporto delle giovani generazioni con internet i media e i video giochi, un rapporto che sta creando dinamiche di subordinazione e la manifestazione di un malessere a cui per anni non è stata rivolta un’adeguata attenzione.

I giovani e la rete, un tema dibattuto a qualsiasi latitudine e analizzato da tutti i punti di vista. Quello che è comune a tutti sono l’insieme di problematiche e disagi provocati dall’uso indiscriminato di internet, giochi online e network telematici. Un autorevole ricercatore di queste dipendenze dà questa definizione: “La dipendenza da Internet provoca nel cervello problemi simili a quelli derivanti dall’uso di eroina. Ma può essere anche più nociva, perché distrugge i rapporti sociali a qualsiasi livello e deteriora progressivamente il corpo senza che il malato se ne renda conto” (Tao Ran, psichiatra cinese specializzato in dipendenze). Forse è un’esagerazione, ma il pericolo è vivo in ogni casa e i ragazzi vi sono esposti in ogni momento della giornata, internet è sempre a disposizione e gratuitamente nell’ambiente protetto della casa di famiglia.

Si chiede un adolescente utente dei social: Ho centinaia di amici e sono solo, parlo con loro ogni giorno ma nessuno mi conosce realmente. Siamo felicissimi di condividere un’esperienza,  ma è lo stesso quando non c’è nessuno?  Da questa domanda nasce lo spettacolo teatraleC’è nessuno, che il giovane Gioacchino Cappelli ha scritto con Elena Grimaldi e che porterà in venerdì 15 settembre alle 21, all’Auditorium di Tavernerio per il progetto Giovani Smart.

Sul palco, insieme a Gioacchino, ci sono Salvatore Tornitore e Sebastiano Sicurezza ad interpretare la vita e la storia tre ragazzi che non si sono mai incontrati, ma sono sono accumunati dal loro hobby “giocare”. Gli attori useranno dal vivo i loro computer, in un’alternanza di situazioni concrete e virtuali che genererà l’annullamento della diversa percezione tra il reale e l’immaginario. Lo spettacolo mostra i giovani in relazione alle moderne tecnologie, con gli stravolgimenti sociali che hanno portato nella gestione del rapporto con i genitori, le istituzioni e il mondo reale.

Gioacchino e Sbastiano presentano “C’è nessuno?”

Lo spettacolo è un mezzo per riflettere sui disagi che può generare nei giovani l’uso indiscriminato di internet  e sul modo in cui cambia il loro rapporto con i genitori, le istituzioni, la percezione del tempo e il mondo reale.  Un rapporto che sta creando delle dinamiche di subordinazione e la manifestazione di un malessere a cui per anni non è stata rivolta un’adeguata attenzione e ha portato alla luce quel fenomeno degli Hikikomori, ragazzi che si chiudono in casa rifiutando ogni rapporto che non abbia la mediazione della rete, ragazzi che passano anni davanti al pc con un completo sovvertimento dello scorrere del tempo e dei rapporti con la “realtà”, sostituendo a questa quella virtuale.

“C’è nessuno” non guarda a questa situazione solo dal punto di vista dei ragazzi, ma anche dal punto di vista dei genitori. Rispetto al dilagante fenomeno dei cosiddetti Hikikomori, spesso gli adulti si chiedono cosa li spinga a questo ritiro sociale volontario, quali siano le conseguenze, come gestiscano le proprie emozioni e come vedano il futuro. Quello che ne risulta è uno spettacolo, che grazie alle tecnologie impiegate, riesce a dare una visione esauriente e concreta di questa realtà, in cui sono immersi soprattutto i giovani dai 14 anni in su, ma che si sta diffondendo, in altre forme, negli adulti. Uno spettacolo avvincente ed emozionante. L’ingresso è libero

Gioacchino Cappelli, ideatore, regista drammaturgo, interprete, assieme a Sebastiano Sicurezza e Salvatore Tornitore, ha attraversato in prima persona questa fase e ne è uscito attraverso il teatro. Per diversi anni , ha privilegiato il rapporto con il virtuale, a fatica è riuscito a concludere gli studi fino alla maturità, condannato e osteggiato dagli insegnanti, che non avevano nessuna percezione di quello che stava attraversando. A questo si aggiunge Il conflittuale rapporto con genitori che, nonostante la continua presenza, non avevano metodologie di riferimento per poterlo sostenere

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