La vicenda

Minori non accompagnati, scoppia il caso: critiche dell’opposizione, Como al collasso per l’ospitalità

Svolta Civica e Pd all'attacco, il sindaco Rapinese chiede la collaborazione di altri comuni per la loro ospitalità

A Como esplode il caso dei minori non accompagnati in strada in attesa di una sistemazione. E mentre il sindaco Rapinese fa sapere che il Comune di Como è arrivato al limite e chiede l’aiuto di altri comuni del territorio – per la loro accoglienza – arrivano le critiche delle opposizioni. Palazzo Cernezzi conferma che per loro i posti sono praticamente finiti. In questi giorni un gruppo di ragazzi è in zona Questura in attesa di trovare una soluzione.

 

SVOLTA CIVICA

Non è possibile vedere le foto di ragazzini per strada con zainetto e occhio perso.
La situazione è sicuramente molto complessa da gestire, gli arrivi continuano ad aumentare.
Le soluzioni ipotizzate e messe in campo fino ad oggi sono, evidentemente, insufficiente a governare questo fenomeno.
Nella nostra città moltissimi volontari, associazioni e parrocchie, a cui va il nostro più sincero ringraziamento, mettono a disposizione il loro tempo e le loro risorse per accogliere i minori ma non può ricadere tutto sulle loro spalle.
C’è bisogno di trovare insieme a tutte le realtà del territorio delle soluzioni che vadano oltre la gestione dell’emergenza.
Ci sono degli spazi comunali che possono essere aperti o riaperti per accoglierli, perché il Comune non investe in questa direzione?
Come pensano di gestire questo fenomeno la dirigente Dott.ssa Luciani e l’assessore/vicesindaco Roperto?

Il comune ha il dovere di intervenire. Non può chiamarsi fuori.

 

PARTITO DEMOCRATICO

Per il ruolo di città di frontiera, di transito con la Svizzera e il nord Europa, Como vive in maniera più rilevante rispetto ad altre città lombarde il fenomeno dei migranti e in particolare dei minori stranieri non accompagnati. Una situazione che tutti riconoscono essere delicata e difficile da gestire ma proprio per questo non può più essere lasciata all’estemporaneità, all’improvvisazione, alla generosità locale delle parrocchie, delle associazioni del terzo settore e della Croce Rossa che, in collaborazione con la Prefettura e le Forze dell’ordine, ringraziamo per l’impegno e il lavoro che svolgono sul territorio. Per quanto possibile occorre però saper anticipare e gestire il fenomeno dei minori mettendo in conto che i flussi migratori non si fermeranno. Comune e Provincia di Como facciano al meglio la loro parte perché abbandonare a sé stessi tredici ragazzini sulla strada come avvenuto ieri in città, non è fare la propria parte. A maggior ragione se ancora oggi non si è risolto il problema. A quanto ci risulta, infatti, i tredici ragazzi non sanno ancora dove andranno a dormire questa notte e quelle successive. Lo fanno sapere in una nota congiunta la neo segretaria provinciale del Partito Democratico, Carla Gaiani e la capogruppo del PD in consiglio Comunale di Como, Patrizia Lissi.

 

E’ da anni – continuano Lissi e Gaiani – che Como, vive il problema dei minori stranieri non accompagnati e ogni volta ci ritroviamo daccapo, ogni volta si fa finta che sia tutta un’emergenza, che i flussi di minori si placheranno mentre così non è: il fenomeno continuerà, è strutturale e come tale andrebbe gestito. Certo sappiamo benissimo, che non è cosa facile, ma prima ci rendiamo conto di questa realtà, prima ci potremmo dotare di spazi e strumenti adeguati per condurre in maniera migliore, sicuramente meno raffazzonata e più umana di quanto fatto ieri, l’accoglienza di questi ragazzini per i quali ancora oggi non si è trovata una soluzione. Se come territorio non impareremo a creare, certamente con l’aiuto del sistema nazionale, canali virtuosi attraverso i quali coordinare, redistribuire i flussi dei minori stranieri in arrivo a Como, sviluppando anche dei percorsi scolastici ed educativi di inclusione e di accompagnamento al lavoro che funzionino davvero, rischieremo sicuramente di non governare più il fenomeno come in parte sta già avvenendo, correndo anche il pericolo di lasciare che qualcuno di questi ragazzi finisca sulla strada della criminalità”.

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