Tre incontri per il Festival Manzoniano di Lomazzo

Due libri e uno spettacolo teatrale per ricordare l’anniversario manzoniano del 150 anni dalla morte dello scrittore
Dal 2 al 5 novembre a Lomazzo si vivrà una settimana manzoniana organizzata dall’assessorato alla Politiche Educative del Comune in occasioni dei 150anni dalla morte di Alessandro Manzoni. Tre incontri destinati, soprattutto, ai giovani e giovanissimi.
Il primo, infatti, sarà per i bambini delle scuole primarie di Lomazzo e di Manera, a raccontare (male) il romanzo di Manzoni sarà lo scrittore Francesco Muzzopappa, autore del libro “I promessi sposi spiegati male” (DeAgostini). Il simpatico Muzzopappa torna a spiegare “male”, come solo lui sa fare (l’aveva già fatto con Dante), un grande classico e veste i panni di Alessandro Manzoni in persona. Un testo pensato per una lettura a più livelli capace di conquistare i ragazzi e gli insegnanti, ma anche enigmi da risolvere e intermezzi divertenti, senza dimenticare le strepitose vignette di Daw. L’incontro è riservato alle scuole.

Sabato 4 novembre, invece, al Teatro Rocchetta c’è uno spettacolo aperto a tutti. Alle ore 21 la Compagnia “La Sarabanda”, mette in scena “La monaca di Monza”, lo spettacolo vuole essere un omaggio al più grande classico della letteratura Italiana e al suo autore, ma contemporaneamente nasce dal desiderio di raccontare una vicenda umana, la storia di una donna che quattro secoli fa sfidò le regole e ne pagò le conseguenze.
Dopo anni la voce di Marianna De Leyva, signora di Monza, rompe il silenzio, riemerge dalla polvere della prigionia per raccontare la sua verità. La stessa Marianna, sopravvissuta alle sue colpe, ci accompagna lungo le tappe della sua esistenza, sospesa tra l’accettazione della segregazione nel chiostro e il richiamo della sua natura passionale; la storia di una bambina vittima della sopraffazione paterna, forzata alla monacazione e di una donna protagonista di uno scandalo.
Lei, monaca indurita nell’animo, che intravede l’amore nel volto di un uomo scellerato, nelle sue parole assapora la vita e tra le sue braccia scopre la passione. Lui, che inizia a corteggiarla per sfidare la morale, ma che finirà per amarla sinceramente.
E’ la vita che comincia a gridare, ma nella sacralità del convento, quell’ impeto finirà per travolgerli, costringendoli a commettere i delitti più efferati, trascinandoli verso la tragedia.
La storia prende il via dal personaggio Manzoniano e dalla sua profondità psicologica, ma trae poi sviluppo dagli atti processuali della vicenda che sconvolse l’ambiente ecclesiastico Milanese nei primi anni del 600. Costellata di tanti riferimenti ai luoghi del territorio Lombardo, i cui nomi si riconoscono lungo tutto il testo, è una storia radicata nel nostro immaginario, una storia terribile e struggente, ma che, proprio per questo essere al limite, non smette di sedurci..
Nella serata ci sarà anche la coreografia a tema di Just Dance Lomazzo.
La settimana si chiude domenica 5 novembre alle 17.30 nella Sala Colmegna dove lo scrittore Gianni Rizzoni presenta “L’altro Manzoni” (ed-Brioschi), una raccolta di racconti ispirati alla figura privata del romanziere. L’attore Filippo Verga declamerà passi delle opere manzoniane.

Nel 1821, quando comincia la stesura di Fermo e Lucia, prima versione dei Promessi sposi, Alessandro Manzoni ha già trentasei anni e una vita dai tratti romanzeschi alle spalle. Una nascita dalla paternità dubbia, una madre di stirpe illustre, Giulia Beccaria, che lo ha abbandonato bambino e se n’è andata a Parigi con un nuovo amore. Alessandro ha trascorso lunghi anni in scuole rette da religiosi e ha conosciuto amici che gli saranno fedeli per tutta la vita. Nella Milano occupata dai rivoluzionari francesi ha scoperto la libertà e gli amori giovanili, poi ha raggiunto la madre a Parigi, si è sposato con una giovane svizzera, ha messo al mondo tanti figli. E si è dedicato alle sue grandi passioni, la letteratura, il giardinaggio, l’agricoltura… Ed è sino al 1821 che i racconti che seguono, uno indipendente dall’altro ma idealmente collegati tra loro, vogliono accompagnare il lettore alla scoperta dell’altro Manzoni, forse quello meno conosciuto, sovrastato dalla fama del Romanzo e dal peso della tradizione scolastica. Perché il 1821 è l’anno cruciale della sua carriera letteraria, l’anno più creativo della sua vita, in cui completa il dramma Adelchi, avvia I promessi sposi e crea d’impeto due immortali poesie, Marzo 1821 e Il cinque maggio, l’ode sulla morte di Napoleone che lo renderà famoso in tutto il mondo. Una composizione che gli farà anche correre seri pericoli, dato che per oltre vent’anni sarà perseguitata dalla censura austriaca e di cui si occuperà personalmente persino il gran cancelliere Metternich. Prendendo spunto dalle lettere e dalle confidenze di Alessandro Manzoni ad amici e familiari, questi racconti rivelano lati poco conosciuti della sua vita. Un’opera che integra le nozioni tradizionali e invita a scoprire il Manzoni “altro”, l’uomo dietro l’icona dello scrittore.
