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Il Como in Serie A 2002/03: cronistoria di un disastro annunciato

7 novembre 2023 | 08:00
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Il Como in Serie A 2002/03: cronistoria di un disastro annunciato

Correva la stagione 2002/03, quella del ritorno nella massima serie dei comaschi: cosa successe e cosa potrebbe succedere in futuro

Sognare non costa nulla. Nello sport imparare a sognare è una delle regole base da apprendere per portare avanti un’ambizione, un obiettivo. Nel calcio questo aspetto viene enfatizzato ulteriormente e questo dà vita a favole straordinarie e memorabili, da almanacco. Il Como l’esponente di spicco.

Qual era la rosa del Como in serie A nel 2002/03?

Il Como è una di quelle società che non hanno una grande tradizione da Serie A, ma sono rimaste nel cuore degli appassionati per trascorsi dal sapore nostalgico. Correva, ad esempio, la stagione 2002/2003, quella del ritorno nella massima serie dei comaschi.

La squadra lombarda si presenta ai nastri di partenza di quel campionato come la classica cenerentola che vuole stupire al ballo dei grandi. Una rosa composta da un mix di giovani e vecchie glorie che sembrano promettere bene, soprattutto all’inizio.

Nomi come Fabrizio Ferron, Oscar Brevi, Fabio Pecchia, Benoit Cauet e Daniel Fonseca garantiscono la giusta qualità e la giusta esperienza al servizio dell’allenatore e del collettivo. La coppia sudamericana Oliveira-Fonseca al sol pensiero dovrebbe far rabbrividire i difensori avversari. Ma non basta.

Questo perché alla fine saranno soltanto 24 i punti raccolti complessivamente, frutto di 4 vittorie, 12 pareggi e ben 18 sconfitte. Solo il Torino è riuscito a fare peggio con i suoi 21 punti. Una debacle sotto tutti i fronti che i tifosi non hanno mai digerito completamente.

Il cambio di allenatore in corso d’opera, passando da Loris Dominissini ad Eugenio Fascetti dalla 12sima giornata in poi, non ha di certo aiutato. Tutt’altro. Con questi presupposti la retrocessione era pressoché avviata.

Nonostante alcuni paventassero addirittura un percorso di crescita per il Como che lo avrebbe portato verso vette che mai erano state raggiunte dal club lombardo: si sa, la Champions League è la competizione di calcio più amata e, vedendo i nomi con cui si era presentata ai nastri di partenza di quel campionato, sembrava che dovesse essere la sorpresa di quell’anno. Un po’ come il Chievo dei miracoli.

Chi era il proprietario del Como in Serie A nel 2002/03?

L’allora presidente si chiamava Enrico Preziosi. Una personalità che nel calcio è riuscita, ad ogni modo, a lasciare il segno, soprattutto con i Lariani. Guida unica e assoluta dal 1997 al 2003, artefice principale del “miracolo Como” vissuto in quegli anni grazie alla doppia promozione dalla Serie C alla Serie A.

Lui la mente, Loris Dominissini il braccio. Una favola destinata a durare ancora per tanti anni all’apparenza, ma finisce tutto nel momento in cui lo stesso imprenditore decide di cedere la società a tale Aleardo Dall’Oglio.

Una cessione che ha portato con sé seguito giudiziario molto lungo. Da quel momento in poi la situazione precipita notevolmente a livello societario, con il conseguente fallimento di lì a poco. La favola volge al termine e il Como è costretto a ripartire dalle serie minori.

Chi era il giocatore più rappresentativo di quel Como?
Uno dei giocatori più rappresentativi di quella squadra era sicuramente Lulù Oliveira. Il tipico calciatore arrivato dall’estero e che ha saputo imporsi nel campionato italiano a suon di gol e prestazioni. Le piazze di Cagliari e Fiorentina, in particolare, lo ricordano benissimo proprio perché lì ha gonfiato più volte la rete.

Per questo motivo a Como era arrivato sotto i migliori auspici. Lui e Daniel Fonseca, altro nome di grande spessore, avrebbero dovuto essere le punte di diamante di quella compagine, anche se non più giovanissimi.

A centrocampo Fabio Pecchia e Benoit Cauet aggiungevano ulteriore esperienza ad una formazione collaudata nelle intenzioni tattiche e tecniche. L’asse portante partiva dalla difesa con la lungimiranza e la sagacia di Oscar Brevi e Cristian Stellini a difendere la porta del leggendario Alex Brunner. Fabrizio Ferron lo protegge in qualità di secondo.

Buone premesse, ma scontratesi con una realtà di quella Serie A difficile da scardinare, se non impossibile. All’epoca nel massimo campionato italiano giocavano i migliori giocatori al mondo e per quanto il Como potesse essere una vivace Cenerentola non poteva nulla contro quegli squadroni da fronteggiare.

Nomi che avevano scaldato la piazza: un po’ come aveva fatto l’arrivo di Fabregas nella stagione 2022/23.

Como in Serie A 2002/03: le tappe del campionato

Se il buongiorno si vede dal mattino, l’impatto del Como con la Serie A, conquistata peraltro 13 anni dopo l’ultima apparizione, è stato tutt’altro che conciliante. Basti pensare che i primi 3 punti in assoluto sono stati conquistati alla 18sima giornata contro la Roma. Un 2-0 sul prato di Piacenza, campo neutro designato a causa della squalifica di tre giornate inflitta al Sinigaglia.

Succede tutto per colpa di incidenti causati dai tifosi di casa durante un Como-Udinese del 18 dicembre 2002. Poco prima c’era stato il cambio di guida tecnica tra Dominissini e Fascetti, ma che non aveva prodotto i risultati sperati dall’ambiente. La sterzata non c’è in alcun modo, tanto è vero che a fine girone d’andata il Como si ritrova già ultimo in classifica con soli 10 punti accumulati.

L’obiettivo sarebbe invertire totalmente la tendenza nel girone di ritorno, ma altri sussulti non ce ne sono, se non il 5-1 rifilato al Bologna. Unica piccola e vera gioia di una stagione ormai compromessa. Tra tanti dolori e pochissime soddisfazioni, il presidente Preziosi sembra sempre più propenso ad abbandonare la nave e così farà. Una fine ingloriosa per una squadra e una società che avevano tutte le carte in regola per stupire, ma lo hanno fatto più in negativo che in positivo. Sulla falsariga di quanto testimoniato da altre realtà come Ascoli e Treviso, tanto per citare due formazioni riconducibili sempre alla massima serie.

Col tempo Preziosi si è rifatto vivo nel calcio acquistando il Genoa e portandolo ad alti fasti, ma anche lì il vizietto non lo ha perso. Valigetta docet. Nel frattempo l’epoca attuale della Como calcistica parla metà inglese e metà indonesiano.

La proprietà fa capo alla SENT Entertainment, azienda sportiva britannica al cui vertice c’è un imprenditore ricchissimo, Robert Budi Hartono. Si dice che sia il terzo patron più ricco al mondo grazie ad un patrimonio che supera i 20 miliardi di dollari.

Gli investimenti asiatici stanno mettendo molta pressione ad una piazza che milita in Serie B, ma che sogna nuovamente il grande salto. E con queste premesse, 20 anni dopo, si può ritornare a sognare eccome. Non a caso gli obiettivi sono ambiziosi e dichiarati: tornare ben presto in quel paradiso assaporato, ma non completamente consolidato.

Foto di brokerx da Pixabay