A fari spenti, si esattamente come l’ultima hit di Elodie. E’ una partenza a fari spenti – o con basso profilo se vogliamo usare un altro termine – quella del Como affidato (da oggi) allo spagnolo Cesc Fabregas, ex stella di Arsenal, Barcellona e Chelsea, carriera conclusa in azzurro ed ora chiamato dalla società a dare gioco e brillantezza alla squadra che Longo ha portato fino a qui in modo forse non bellissimo, ma con concretezza e punti. Eppure il mister piemontese ha pagato questo suo atteggiamento, non gradito dal club come ha spiegato la nota ufficiale di Suwarso – che rappresenta la proprietà indonesiana del club – lunedì scorso.
Dunque inizia l’era di Fabregas. E inizia senza proclami e senza dichiarazioni ufficiali. Oggi, infatti, a Mozzate allenamento a porte chiuse per gli azzurri. Il nuovo allenatore, un autentico perfezionista lo definiscono i suoi collaboratori, inizierà lontano da sguardi di giornalisti e telecamera la sua avventura in panchina. Non è previsto un incontro con la stampa, nè oggi nè nei prossimi giorni. Fabregas lascia la Primavera (ancora da capire se i suoi collaboratori tra cui Massimiliano Gatto proseguiranno loro) e si tuffa nella prima squadra. Con la speranza di portare la squadra brillante al punto giusto nelle prossime due gare con Feralpi e Lecco (rispettivamente il 25 e 28 novembre al Sinigaglia
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Lo spagnolo, per la cronaca, otterrà una deroga dalla Federazione di trenta giorni per andare in panchina anche senza il patentino: non sarà affiancato da nessuno, insomma, poi si dovrà trovare una soluzione definitiva. Il Como, sempre nella nota di lunedì a firma Suwarso, ha conferato l’intenzione di trovare un allenatore differente da Cesc che, dunque, potrebbe fare solo da “traghettatore” in questo periodo. Ma tra gli addetti ai lavori la sensazione è che alla fine la scelta cadrà definitivamente sull’ex centrocapista della nazionale spagnola. Nessuna dichiarazione anche da parte di Longo, silurato dal club domenica dopo che sabato ha portato a casa un successo in trasferta (0-1) ad Ascoli e la sua squadra era ad un passo dal vertice. Amarezza e forte delusione per questa decisione. Il tecnico avrebbe già lasciato Como con la sua famiglia.
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