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Il nuovo album della band comasca SPECTRVM è una dichiarazione d’amore al prog sinfonico

7 dicembre 2023 | 20:03
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Il nuovo album della band comasca SPECTRVM è una dichiarazione d’amore al prog sinfonico

Si intitola “Teschio del mondo” ed è un progetto artistico rimasto incompiuto per 40anni. Ora è un album dei comaschi Spectrvm

Dal 2020 si chiamano SPECTRVM, ma la band comasca ha radici ben più lontane che affondano negli anni ’70 del secolo scorso, un decennio prolifico per la musica e che passerà alla storia per gli anni in cui moltissimi giovani hanno “messo su” una band, anzi un complesso come si usava dire ai tempi. Era il 1974 quando Frank Lazzari (organo-tastiere-voce), i fratelli Jordan Bozzolan (batteria-percussioni-voce) e Daniele Bozzolan (basso-chitarre-pianoforte-voce), insieme a Renato Olivo (chitarre voce) e in seguito Alberto Zanella (tastiere-pianoforte-voce) iniziarono a suonare insieme con il nome di “Stratus”. Nel 1979, nel mezzo di una carriera in forte ascesa, la band mette in cantiere un album importante intitolato “Teschio del Mondo” che, però, non vedrà mai la luce per divergenze con al produzione. Fin qui la storia della band comasca.

spectrvm band teschio del mondo

Nel 2020, dopo quattro decenni gli Stratus decidono di riprendere il progetto “Teschio del Mondo”, con l’inserimento del nuovo chitarrista Marco Brega. Il gruppo ha modificato il proprio nome in “SPECTRVM”, mantenendo viva la tradizione del latino con la classica V utilizzata per scrivere la U. Lo scorso novembre “Teschio del Mondo”  ha visto la luce in un album, formato fisico e digitale, pubblicato dall’etichetta Terzo Millennio Records, Milano. Si tratta di un concept album di Rock Progressivo Sinfonico dedicato alla Terra. Dopo oltre quattro decenni di carriera musicale per Frank, Giordano e Daniele questo lavoro rappresenta un ritorno alle radici della band e una dichiarazione d’amore artistica al PROG SINFONICO.

L’album contiene otto tracce, presentato in formato CD in confezione Jewel Box,  è un viaggio straordinario attraverso la musica e l’arte, unendo passato e presente in un’esperienza emozionante. Il mini book incluso contiene i testi delle 8 composizioni con parafrasi esplicative, arricchendo maggiormente l’esperienza per gli appassionati di musica e arte. La copertina, raffigurante la Terra, con un flusso psichedelico, come un teschio, vuole trasmettere un messaggio positivo e rappresenta la dualità artistica dell’intero lavoro.

Le canzoni

ANIMA

E’ un “viaggio” della psiche, nella profondità dell’anima, l’esame di coscienza in una dimensione trascendentale. Un uomo vissuto che, attraverso l’esame interiore, scopre tutte le sue debolezze, le sue paure e i suoi limiti. Nella sua fragilità umana, nel valutare il suo percorso di vita, vede i suoi successi e i suoi tormenti.   In questo disagio temporaneo, avverte un pensiero oscuro, vedendosi lungo i viali dei freddi marmi, come un epilogo   verosimilmente “metafisico spirituale”, più che una fine carnale.  Scosso   da questa introspezione, si libera dalle inquietudini e angosce che lo affliggono.  Certo di un futuro migliore, si aggrappa a una mano amica … così salda e inaspettatamente calda.

BESTIA

La “Bestia” è da intendersi come momenti di diverse situazioni, che possono essere un disagio mentale, una grave malattia, una posizione economica e sociale problematica, una coercizione legata alla droga, all’alcolismo o al vizio. Per poter uscire da questo tunnel, è necessario cogliere l’aiuto di una voce amica che  possa allontanare e  distogliere questi stati ossessivi e  ritrovare il cammino di un destino già segnato.

NESSUNO PIANGE NESSUNO CANTA

Con la durata di 8,18 minuti, è la suite più lunga dell’album, composta da tracce di diversi brani concatenati. È un’avventura di un cucciolo che scappa dal cortile dove vive e nessuno lo cercherà. Viene inghiottito dal caotico frastuono della città, vaga tra i pericoli, impaurito dal traffico, dalle luci e dalle voci.  Incorre in spaventosi incontri, finché stremato, consapevole   che nessuno lo piangerà, si abbandona a una fine certa, ma una porta si apre e … questo finale è aperto a ogni immaginazione personale.

SOGNI DI PIETRA

Nel testo e nel significato del brano, scritto nella metà degli anni ’70, la “figura principale” è un soggetto di “non persona”, una pietra, un monolite, una roccia, perennemente immobili, si possono immaginare “capaci”  di desiderare un’altra esistenza.  La metafora può essere intesa come una vita inerte o amorfa che   attende qualcosa o qualcuno che lo possa liberare e portare via, a conoscere altre realtà.

TESCHIO DEL MONDO

Teschio del mondo è la traccia filologica che da l’impronta all’album, il Mondo lacerato tra il giorno e la notte. Dopo il tramonto, incessantemente fino all’alba, al calare delle tenebre, nell’oscurità affiorano   l’avidità e la malvagità umana, in tutta la sua crudeltà e aggressività opprimente e mortale. Al sorgere del sole, la forza del suo calore dà inizio al risveglio, illuminato, caldo, aperto, immenso, vivo …. finalmente è ancora giorno!

CRISALIDE

La metamorfosi viene descritta nel testo e dalla musica, come se si trattasse di una ripresa al rallentatore di tutte le fasi della mutazione da bruco a farfalla. Le strutture armoniche e le singole partiture fanno immaginare tutti i passaggi della trasformazione, dalla   schiusa del bozzolo allo spiegamento delle ali, adesso colorate e scintillanti, verso il volo libero dall’oppressione dell’involucro.

PRIGIONE

Il brano riporta indietro le lancette alla fine degli anni ’70, quando da poco emanata, la legge Basaglia avrebbe chiuso per sempre i manicomi di Stato. Il protagonista si trova suo malgrado implicato   in un internamento forzato, questo   lungo isolamento dal mondo esterno, gli causa   gravi conseguenze mentali, disagio sociale e incognite aspettative. Per un interminabile periodo, giorno dopo giorno, è “prigioniero” in una opprimente bianca stanza. Dopo aver passato un lungo tempo, sopportando angosce e paure ….  la porta si apre, adesso è libero di respirare …. lo aspetta   una nuova vita

TEMPLUM

Il brano di chiusura dell’album, nasce dalla rivisitazione di un successo inciso dal gruppo nel ‘76 “Magnificat”, diversificando il preludio originale, riprende il classico  adagio  in re minore e  introduce  il celebre motto dei Templari:  “Non nobis Domine, no nobis, sed nomini tuo da gloriam”. La scelta del motto è di fatto un monito per tutta la linea che segue il discorso filologico dell’album. Il proposito   è quello di dare una vera chiosa all’album, lasciando all’ascoltatore l’impressione di immaginarsi all’interno di una Cattedrale, in un  turbinio di sonorità ed effetti, in uno spazio temporale indefinito.

SPECTRVM: https://www.facebook.com/profile.php?id=61551199824807