“Zio Vanja” di Čechov, il dramma delle insoddisfazioni al LAC Lugano
Una delle opere teatrali di Anton Čechov più famose porta sul palco del LAC Lugano una realtà familiare intrisa di odio e di rancori inespressi
A proposito del suo teatro, Anton Čechov, scrittore e drammaturgo russo, vissuto nell’ultima metà dell’800, scriveva: il pubblico vuole che ci siano l’eroe, l’eroina, grandi effetti scenici. ma nella vita ben raramente ci si spara, ci si impicca, si fanno dichiarazioni d’amore. E ben raramente si dicono cose intelligenti. Per lo più si mangia, si beve, si bighellona, si dicono sciocchezze. ecco che cosa bisogna far vedere in scena. Sono tutte cose che si riflettono perfettamente in Zio Vanja, una delle sue opere più famose che sarà in scena al LAC di Lugano il 9 e 10 dicembre. In un dramma dell’apatia e dei desideri inespressi tutti i personaggi vivono in una cappa di noia dalla quale non sembrano intenzionati a fuggire. Vorrebbero fare qualcosa per reagire alla propria insoddisfazione e in alcuni momenti sembrano anche riuscirci, ma poi ritornano al punto di partenza
Leonardo Lidi prosegue il suo percorso sul teatro di Čechov confrontandosi con Zio Vanja, un grande classico del teatro moderno. Il progetto del regista e attore piacentino è iniziato nel 2022 con Il gabbiano e si concluderà nel 2024 con Il giardino dei ciliegi. Con questa trilogia, Lidi torna al senso più profondo del teatro, cogliendo la semplicità nella sua forza narrativa.
Scritta e ambientata nel 1890 (ma potrebbe essere oggi), la commedia intreccia temi ricorrenti nelle opere maggiori di Čechov, basta guardare i personaggi: Zio Vanja amministra la tenuta del professor Serebrjakov, dove vive con la madre e con Sonja, figlia di primo letto del professore. Zio e nipote vivono una vita di lavoro e di affetti silenziosi e rinuncia alle speranze segrete. Quando il professore arriva con la sua seconda moglie Elena, la vita di campagna viene turbata: emergono le frustrazioni di Elena, delusa dalla vanità presuntuosa del marito, ma decisa a non rispondere all’amore di Vanja e al corteggiamento del dottor Astrov, di cui è segretamente innamorata Sonja.
All’amarezza delle illusioni (di Sonja, di Elena, di Vanja e del dottore) si accompagna una riflessione di fondo sul senso della vita degli individui e sulle trasformazioni sociali (e anche sul rapporto fra uomo e natura). Quando Elena e il professore torneranno alla loro vita cittadina, ai più consapevoli Vanja, Sonja e Astrov, ecologista profetico, non resterà che tornare al silenzio operoso e rassegnato della loro solitudine.
Arenati nel pantano della sonnolenta provincia russa, ingarbugliati nei loro fallimenti, tutti i personaggi di Zio Vanja sono scontenti, infelici, sopravvivono a se stessi. Stupisce che su questo ammasso di ruderi Čechov sia riuscito a costruire il suo testo più forte, duro, asciutto, limpido, essenziale. E, in fondo, il più spietato. Desolazioni, sconfitte, depressioni. “Finita la commedia” dice Astrov. “Ma dobbiamo continuare a vivere” conclude Sonja.

sabato 9 dicembre ore 20.30
domenica 10 dicembre ore 18,30
LAC – Lugano Arte e Cultura
Piazza Bernardino Luini, 6
ZIO VANJA
di Anton Čechov
regia Leonardo Lidi
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Spoleto Festival Dei Due Mondi
biglietti da 27 a 39 CHF in vendita sul sito del LAC