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La crisi del videogioco è alle porte? Cosa succede nel mondo videoludico

13 dicembre 2023 | 07:00
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La crisi del videogioco è alle porte? Cosa succede nel mondo videoludico

si continua a parlare in questi tempi di “crisi del videogioco”, ma che cos’è? e siamo arrivati alla fine del mondo videoludico?

Sempre di più, in questi anni, gli analisti e gli esperti del mondo videoludico, parlano della ormai famosa “crisi del videogioco”, ma in sintesi, di che cosa si tratta? ed è veramente la fine per il mondo dei videogiochi come sempre lo abbiamo immaginato?

Per crisi del videogioco gli analisti intendono indicare il cambiamento e le difficoltà che questo mondo sta subendo negli ultimi 5-6 anni; effettivamente in questi anni stiamo notando come questo mezzo di intrattenimento si sta incrinando per divenire ciò che anni fa non avremmo mai creduto potesse divenire. Partiamo analizzando come in questi anni sempre più ci stiamo avvicinando ad una concezione di videogioco più digitale, vedendo il mezzo videoludico più come una piattaforma di streaming, più che un’opera artistica, infatti possiamo comparare sempre più i videogiochi, anche grazie ai nuovi servizi usciti nell’ultimo periodo, con piattaforme come Netflix o Disney +, ma al posto di fornire in streaming film o serie, offrono una vasta gamma di videogiochi e grandi titoli in abbonamento con un prezzo stracciato, come l’ormai noto Game Pass di Microsoft; facendo così i singoli titoli che vanno a comporre l’intera piattaforma, perdono del tutto il loro valore e vengono visti alla stregua di una serie Netflix o un film in streaming mordi e fuggi.

Ma come dice Marty McFly in Ritorno al Futurohey, Questa scena l’ho già vista, è un classico”; infatti il trattamento che sta venendo attribuito all’intero mondo videoludico, è quello che ormai è successo in modo quasi del tutto definitivo al mondo del cinema, ora ormai non ci stupiamo più quando un film al posto di uscire nelle sale cinematografiche, esce nelle più note piattaforme streaming ad abbonamento; diciamo che la quarantena obbligata dal covid 19 e le varie zone verdi, gialle e rosse, hanno aiutato e velocizzato in una maniera vortiginosa questo cambiamento; infatti anche le grandi major come Disney, Warner Bros e Marvel al posto di far fuoriuscire i loro film al cinema o li trasmetteva nello stesso tempo all’interno delle loro piattaforme e nelle sale, o in modo esclusivo li faceva fuoriuscire direttamente nelle loro app o siti, facendo così perdere all’intero prodotto l’essenza di “Film Evento”.

Questo sta succedendo in modo congiunto anche all’interno del mondo videoludico, l’esempio più clamoroso nell’ultimo periodo è stata la fuoriuscita dell’ultimo progetto firmato Bethesda “Starfield; l’annuncio dell’inizio dei lavori era ormai stata comunicato moltissimi anni fa, e del gioco a parte piccoli teaser, non ne abbiamo più avuto notizie, fino ad un anno fà, quando Microsoft dopo aver acquisito la casa produttrice, ha annunciato che da lì a poco Starfield sarebbe fuoriuscito, e che sarebbe stato uno dei migliori ed innovativi videogiochi dell’ ultimo periodo, ma dopo un’ottima notizia per noi giocatori è arrivata una seconda notizia, che può avere un’eccezione positiva o negativa in base ai punti di vista; infatti subito dopo l’annuncio della fine dello sviluppo è anche arrivata la notizia che il gioco sarebbe uscito direttamente sia in formato fisico ma soprattutto direttamente lo stesso giorno di uscita, sulla loro piattaforma streaming “Game Pass”; inizialmente la notizia è stata accolta in maniera fantastica, perché coloro che avevano già un abbonamento alla piattaforma non avrebbero dovuto sborsare neanche un quattrino per il migliore gioco del 2023; sfortunatamente questa tattica è stata inefficiente, perché tutto l’hype che c’era per il progetto è svanita, infatti dopo il giorno di uscita nessuno ha più parlato del gioco e della sua storia, il tutto ha portato ripercussioni anche ai The Geme Award di quest’anno, difatti non è stato nominato tra i migliori giochi, e sicuro l’orrenda campagna marketing e la strana distribuzione, ha portato a un annullamento dell’opera artistica del videogioco, facendola divenire un misero prodotto caricato al di sopra di una piattaforma streaming, come qualunque serie di bassa qualità Netflix.

crisi del vidogioco

L’esempio più grande di “crisi del videogioco” in scala internazionale, l’abbiamo potuta notare, quando negli ultimi anni è crollata la più grande fiera dei videogiochi di tutti i tempi, “l’E3”; era già da tempo che si vociferava il crollo della più grande fiera di videogames nel mondo, e dopo tanto tempo e voci di corridoio, il tutto è crollato nella giornata del 12 dicembre 2023, in quella data l’E3 ha annunciato sulle sue pagine ufficiali la sua chiusura definitiva, l’inizio della caduta del gigante è avvenuta dopo che tutti i grandi brand si sono ritirati dalla manifestazione, preferendo, al posto di unirsi tutti assieme in una fiera, crearsi delle conferenze online fatte “in casa” scimmiottando i famosissimi “Nintendo Direct” della grande casa di Kyoto. Dopo la morte dell’E3 si sono affermate piccole fiere e manifestazioni differenti come il Summer Game Fest e l’ormai consolidata “The Geme Award

L’esempio più emblematico di “crisi del videogioco” in Italia, l’abbiamo potuta vedere con i nostri occhi pochissimi giorni fa, alla “Milano Games Week 2023”; da quando è stata ideata è sempre stata la fiera d’eccellenza in Italia per tutti coloro che volevano visualizzare e provare con mano le ultimissime uscite e le anteprime videoludiche; ma tutto questo si è spento; volendo potremmo dare la colpa al corona virus e alla quarantena, ma sarebbe una motivazione vana e ormai già vista, il problema principalmente è che anche queste fiere per sopravvivere sono dovute diventare altro; infatti non mi sono meravigliato quando hanno deciso negli ultimi anni di fondere nello stesso evento laMilano Games Week e il Cartoomics, da sempre organizzati in giornate diverse visto che portano due tematiche differenti. Con il 2023 il tutto è peggiorato in una maniera assurda; di Week c’era molto ma di Games quasi nulla, per prima cosa i grandi brand erano del tutto assenti, a parte Nintendo, il tutto si è trasformato in  una situazione ridicola, perché se per esempio si volesse provare il nuovissimo “EA FC 24” ci si doveva rivolgere allo stand di una nota marca di crackers, la situazione mi sembra più che assurda, visto che fino a qualche anno fa i ragazzi per giocare si sarebbero rivolti ai vari stand delle varie marche, e non si dovevano adattare ad una misera pubblicità travestita da possibilità di gioco, magari a qualcuno fa piacere giocare il nuovo videogioco con un grissino o crackers in bocca, ma se questo è il futuro delle fiere preferisco non vederle. Voglio precisare che non sono per nulla contro questa fiera, anzi l’ho sempre amata e continuerò a rispettarla come grande fiera di stampo nazionale, ma questo esempio è per spingere un ritorno alle origini che mi farebbe solamente che piacere.

Vorrei però spezzare una lancia a favore dell’unica fiera del fumetto e del videogioco che secondo me ha ancora un senso di esistere nel panorama italiano, il “Lucca comics and games, che ogni anno (principalmente in questo 2023) riesce a macinare record su record, anzi, grazie ai grandi brand e i grandi ospiti di calibro mondiale, sta diventando non più una fiera che può interessare solamente il campo nazionale o europeo, ma nel tempo sta sempre di più divenendo una fiera di stampo mondiale. Solo per citare questa edizione, la grande edizione di quest’anno è riuscito a richiamare artisti del calibro di Naoki Urasawa, che è riuscito a trasmettere la grande passione per il disegno grazie all’appassionante intervista effettuata dall’intrattenitore e streamer Dario Moccia; ma Lucca non è solamente risate, intrattenimento ed emozioni; ma è anche una grande fiera videoludica, perché ogni anno non mancano gli stand delle più grandi major o delle case produttrici (anche se a volte i veri big mancano all’appello) che fanno provare ai moltissimi ospiti le loro ultime produzioni. Ma una fiera che si svolge una volta all’anno, anche se in grande, non può rialzare un mercato che sempre di più, dopo una corsa a mille all’ora si è trovato davanti ad un grande bivio, il guadagno facile ed immediato, o la creazione di opere artistiche?

crisi del vidogioco

Ma quindi siamo veramente alla morte per il mondo dei videogiochi come sempre lo abbiamo immaginato? Sfortunatamente penso proprio di sì, anche se dentro di me spero in un piccolo ritorno e passo indietro, ma credo che la via che è stata presa in questo periodo viene e verrà percorsa da tutti, anche la inchiodata al passato “Nintendo” si sta piano piano piegando verso servizi online e mille versioni “Deluxe” dei giochi, per un guadagno più semplice e con minore sforzo. Quindi l’arte videoludica è morta? Questo assolutamente no, i grandi giochi con un’ottima anima stanno continuando ad uscire e per molto continueranno a farlo, gli esempi più recenti sono: “Spiderman 2” che mostra al suo interno il grande amore che gli sviluppatori hanno per l’uomo ragno, o “The Legend Of Zelda: Tears Of The Kingdom” che rinchiude tutta la passione che “mamma Nintendo” inserisce nelle sue più grandi IP.

In conclusione vorrei affermare che il mondo videoludico non sta morendo, ma si st semplicemente modificando nel tempo, come succede con tutto, infatti non oso immaginare come potrà divenire in futuro, ma forse piano piano ci abitueremo a questo cambiamento, e con le nuove tecnologie magari potremmo vedere una vera e propria rinascita e rivoluzione del mondo videoludico, visto come dice Eric ne Il Corvonon potrà piovere per sempre”.

Andrea Leo

Foto di Sharan Vijayagopal da Pixabay
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