L’evoluzione dei piani cottura: dalle antiche tradizioni alle tecnologie moderne

Piani cottura, indispensabili da sempre. Ma se fossero anche belli, tecnologici e di design? Una piccola guida su quali scegliere
I piani cottura sono stati compagni dell’umanità fin dai tempi antichi. Fin dalla preistoria, quando i nostri antenati hanno scoperto il fuoco, hanno iniziato a cucinare cibi su superfici rudimentali che potevano essere riscaldate. Da allora, questi strumenti hanno continuato a evolversi senza mai fermarsi.
La preparazione del cibo è un’arte antica e universale nell’esperienza umana, un modo per trasformare gli alimenti per renderli gustosi, più facilmente digeribili e conservabili. Fin dai tempi più remoti, i luoghi di cottura erano rappresentati da enormi focolari o ampi forni condivisi, spesso richiedendo il coinvolgimento collettivo. Questi primordiali spazi per la cottura si disponevano all’esterno o in zone ampie condivise, svolgendo un ruolo sociale importante, un punto d’incontro per la comunità locale.

Col passare del tempo, i focolari si sono evoluti diventando più piccoli e privati. A partire dal Medioevo, si sono diffusi i caminetti domestici, consentendo di trasferire l’area della cucina all’interno delle case. Sono nate così le prime cucine casalinghe, dotate di semplici supporti per pentole e padelle.
Nel corso dei secoli, le tecniche e gli strumenti culinari si sono modificati seguendo le esigenze e le innovazioni culturali e temporali. Nel XIX secolo, la rivoluzione industriale ha radicalmente trasformato la vita quotidiana e sociale, riflettendosi anche nell’evoluzione delle cucine. I piani cottura hanno subito notevoli cambiamenti, passando dalle fiamme libere al vapore, dal carbone al gas e dalla legna all’elettricità.
Nella prima metà del XIX secolo, i piani cottura si basavano ancora sul fuoco, accesi in caminetti o fornelli alimentati a legna, carbone o torba. Erano poco pratici, inquinanti e pericolosi, con una regolazione della temperatura difficile e un’alta emissione di fumo e cenere. Per affrontare queste problematiche, vennero ideate le cappe, indirizzando i fumi verso l’esterno.
Successivamente, nella seconda metà del secolo, i piani cottura subirono una rivoluzione grazie all’introduzione del vapore, del gas e dell’elettricità. Il vapore veniva generato da una caldaia, riscaldata da una fiamma o resistenza elettrica, alimentando una serie di tubi connessi ai fornelli per una cottura uniforme senza bruciature. Il gas, proveniente da reti di distribuzione, raggiungeva i fornelli attraverso rubinetti, consentendo un facile controllo della fiamma e della sua intensità. L’elettricità, prodotta da dinamo, alimentava piastre riscaldate o resistenze.
Bisogna attendere sempre il XIX secolo per assistere a una svolta fondamentale, che accompagnò lo stravolgimento dei materiali di pari passo con l’avvento delle nuove forme di alimentazione dei fornelli appena viste. I piani cottura cominciarono a essere realizzati in materiali più funzionali come il ferro o la ghisa, capaci di propagare meglio il calore. Inoltre, si diffusero nuove tecniche come la smaltatura, per rendere le superfici resistenti alla corrosione.

Nel XX secolo, i piani cottura continuarono a evolversi, seguendo le tendenze sociali, economiche e culturali del secolo. In particolare, i piani cottura passarono da una standardizzazione a una personalizzazione, offrendo una maggiore varietà, qualità e sicurezza nella cottura dei cibi. Inoltre, i piani cottura si integrarono con altri elettrodomestici, come i forni, le lavastoviglie e i frigoriferi, dando vita a delle cucine complete e funzionali.
Nella prima metà del XX secolo, i piani cottura divennero ampiamente diffusi grazie allo sviluppo industriale e alla conseguente riduzione dei costi. Principalmente, esistevano due tipologie: a gas e elettrici. I piani cottura a gaserano composti da quattro o cinque fornelli, con uno specificamente grande per le pentole di grandi dimensioni, e da un forno, che poteva essere incorporato o separato. Questi piani cottura erano apprezzati per la loro rapidità e precisione nella cottura, ma richiedevano una buona ventilazione e manutenzione regolare. I piani cottura elettrici, invece, erano costituiti da quattro piastre, tra cui due di dimensioni maggiori adatte a pentole più grandi, e un forno, anch’esso integrato o separato. Questa tipologia di piani cottura era preferita per la facilità di pulizia e per la sicurezza durante la cottura, anche se richiedeva un consumo energetico elevato e maggior tempo per il riscaldamento.
Oggi possiamo contare su piani cottura dotati delle soluzioni più all’avanguardia. Tra queste spiccano sicuramente i modelli a induzione che, oltre a garantire la massima rapidità di cottura, consumano molta meno energia. Sempre più diffusi sono poi i piani cottura con cappa integrata, per aspirare fumi e odori direttamente dalla superficie, offrendo la massima comodità senza occupare ulteriore spazio. Anche sul piano dei materiali e del design i progressi sono notevoli, con piano cottura in vetro, acciaio o pietra sempre più eleganti e facili da pulire.