Terapia CPAP: cos’è e quando ricorrere al servizio di noleggio

La terapia ventilatori CPAP è indispensabile per supportare la respirazione: quando, perché usarla e come funziona
La terapia CPAP è un trattamento utilizzato per supportare la respirazione e viene di solito prescritto come supporto alla respirazione in quei pazienti che hanno difficoltà a respirare in modo normale.
Le condizioni patologiche che possono indurre a ricorrere a questa metodica sono varie; in alcuni casi il trattamento è a medio-lungo termine, mentre in altri può essere dovuto a un problema che si risolverà nell’arco di alcune settimane o pochi mesi. In quest’ultimo caso può essere presa in considerazione l’opportunità CPAP noleggio, la soluzione migliore qualora la terapia debba essere seguita per un periodo limitato.
L’opzione del noleggio è anche un’ottima soluzione per testare l’apparecchiatura qualora si abbia intenzione di acquistarla.
Cos’è la terapia ventilatoria CPAP?
La terapia ventilatoria CPAP (Continuous Positive Airway Pressure ovvero Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree) è una forma di ventilazione artificiale non invasiva che si avvale di un’apparecchiatura che eroga aria.
L’utilizzo principale della CPAP è il trattamento della sindrome delle apnee/ipopnee ostruttive nel sonno, condizione patologica che oltre ad aumentare il rischio di serie problematiche quali ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale ecc. è anche causa di uno scadimento della qualità della vita perché è caratterizzata da segni e sintomi diurni quali sonnolenza, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, stanchezza ecc.
Obiettivo della terapia CPAP è mantenere aperte le vie aeree superiori del paziente evitando ipopnee, apnee e russamento. Questo è possibile grazie all’aumento della pressione dell’aria che entra nelle vie respiratorie.
I dispositivi per la terapia CPAP
La terapia viene erogata tramite appositi macchinari. Senza entrare in eccessivi dettagli tecnici possiamo descrivere i dispositivi CPAP come macchinari di piccole dimensioni (possono essere sistemati sul comodino) costituiti da quattro componenti principali: un corpo centrale contenente un ventilatore, un tubo flessibile, una maschera nasale o facciale collegata al ventilatore tramite il tubo, un umidificatore; quest’ultimo può essere integrato nel macchinario oppure fornito separatamente. L’umidificatore serve a eliminare uno degli effetti collaterali più comuni della terapia in questione: la secchezza di naso e gola.
In linea generale si possono distinguere tre tipologie di dispositivi: CPAP, AutoCPAP e BiPAP.
I dispositivi CPAP sono quelli più comuni; erogano un flusso d’aria continuo a pressione positiva costante. Di norma l’apparecchio viene regolato scegliendo la pressione d’aria minima che serve a tenere pervie le vie aeree. È lo specialista pneumologo che decide la configurazione più opportuna dell’apparecchiatura a seconda della situazione specifica di ogni paziente; ogni caso infatti fa storia a sé.
L’AutoCPAP, nota anche come APAP (Automatic Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Automatica delle Vie Aeree), è una forma particolare di CPAP. Il dispositivo in questo caso viene impostato in modo tale da adattarsi alla gravità dell’ostruzione delle vie aeree. È un’alternativa che viene presa in considerazione sia in coloro che non tollerano troppo bene la modalità CPAP classica sia per coloro in cui le ipopnee o le apnee si manifestano soltanto in determinate fasi del sonno.
I dispositivi BiPAP (Bilevel Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Continua Bifasica) sono abbastanza simili a quelli CPAP, ma si differenziano in quanto non sfruttano un solo livello di pressione, bensì due, uno per l’inspirazione e uno per l’espirazione. È un’opzione utilizzata nei soggetti che tollerano male la CPAP e anche in coloro che soffrono di BPCO, negli obesi con ipoventilazione o altre patologie caratterizzate da un deficit motorio della gabbia toracica.