Il caso

Strage di Erba, Olindo al Tg1:”Non siamo mostri” ed a “Quarto Grado” tutti i dubbi del Procuratore

Cuno Tarfusser, il magistrato che ha chiesto la revisione del processo, per la prima volta in uno studio Tv. Olindo scrive a nome di Rosa e professa la sua innocenza:"Non abbiamo mai avuto il diritto di parola"

Una intera puntata dedicata alla Strage di Erba, Alla nuova udienza fissata per il 1° marzo, al Tribunale di Brescia, nella quale i giudici decideranno se riaprire o meno il processo. La cosidetta revisione sollecitata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Il programma serale di Rete4 “Quarto Grado” ha dedicato l’intera puntata a questo caso che sta di nuovo suscitando l’interesse dei media nazionali dopo la fissazione dell’udienza a Brescia per marzo. Gianluigi Nuzzi, il conduttore, ha portato in studio ospiti e opinionisti. Uno su tutti: il sostituto procuratore della Corte di Appello di Milano Cuno Tarfusser, colui che ha recepito le istanze dei legali dei coniugi e sollecitato la riapertura del caso. Non ha voluto entrare nel merito del futuro dibattimento, ma a precisa domanda è stato chiaro:”Non credo nella colpevolezza di Olindo e Rosa”. Da lui contestazioni su indagini e consulenti: Tarfusser era alla prima uscita pubblica in Tv, ha scelto Rete4 per spiegare i suoi dubbi e la richiesta alla Corte di Appello di Brescia, chiamata ora valutare se riaprire il dibattimento o no.

 

In studio – con Nuzzi – innocentisti e colpevolisti. Ripercorsa l’intera vicenda tra documenti e confesioni. C’era anche il criminologo Massimo Picozzi che ha avuto per primo le confessioni fiume di Rosa ed Olindo. Non ha voluto commentare, ma solo spiegare come ha raccolte quelle confessioni in carcere, al Bassone.

 

Poche ore prima, intanto, il Tg1 ha diffuso una lettera che Olindo Romano ha scritto loro a firma anche della moglie Rosa:”Sono 17 anni che non abbiamo diritto di parola, che nessuno ascolta quello che noi diciamo ad alta voce dal 10 ottobre del 2007 quando abbiamo ritrattato le nostre false confessioni”. Olindo ha affidato al suo tutore, l’avvocato Diego Soddu, queste sue dichiarazioni dal carcere di Opera. “Per la maggior parte dei giornalisti siamo dei mostri e basta. Non importa se per convincere l’opinione pubblica sono state diffuse bugie di ogni tipo – scrive Olindo – Se la sono presa con due persone che non sapevano come difendersi, che all’inizio hanno avuto un avvocato d’ufficio che durante gli interrogatori è stato quasi sempre zitto. È troppo brutto far uscire la verità che può trattarsi di criminali che hanno fatto tutto questo per la droga?, Provate a mettervi al nostro posto, due persone semplici che all’improvviso vengono prima indicate come colpevoli e poi portate in carcere. Soli e spaventati, chiusi in cella per due giorni, senza capire cosa stava succedendo” scrive ancora Olindo che conclude:”Noi siamo innocenti e continuiamo ad avere fiducia nella giustizia. Non passa giorno che non pensiamo a quelle povere vittime di una strage che è ancora senza colpevoli”.

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