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L’importanza di chiamarsi Elton! La storia e le canzoni di Sir John

16 gennaio 2024 | 12:00
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L’importanza di chiamarsi Elton! La storia e le canzoni di Sir John

A L’Officina della Musica Alessio Brunialti, accompagnato da Mox Cristadoro e Omar Ricca, racconta Elton John

In principio era Reginald Dwight, un ragazzo un po’ goffo, ma bravissimo al pianoforte e benché avesse anche una voce notevole, restava relegato nelle seconde fila delle bar band britanniche.
Una gavetta lunghissima interrotta dall’incontro fortuito con il poeta Bernie Taupin: dalla lettura dei suoi testi sono scaturite canzoni che hanno fatto il giro del mondo. Ma prima il prode Reginald doveva trovarsi un nome più pop… e divenne Elton John.
Giovedì 18 gennaio a L’Officina della Musica di Como, “L’importanza di chiamarsi Elton (perchè Reginaldo sarebbe stato peggio)”:  Alessio Brunialti racconta l’ascesa di uno dei più grandi compositori e interpreti del XX secolo. La formula è quella che lo stesso Elton John ha spesso adottato: un pianoforte, qui affidato alle abili mani di Omar Ricca, le percussioni, dove ritroviamo Mox Cristadoro e una manciata di brani indimenticabili.
Reginald Kenneth Dwight nasce il 25 marzo 1947 a Pinner, sobborgo di Londra. Il primo album è “Empty sky” del 1969, ma il successo arriva negli anni ’70 grazie alla collaborazione con i produttori di David Bowie. All’inizio del decennio esce l’album “Elton John” (nome scelto in omaggio a due componenti dei Bluesology, il suo vecchio gruppo, Elton Dean e Long John Baldry, che diventerà il nome legale dell’artista nel 1972), che contiene una delle prime canzoni di successo dal titolo “Border Song”, che poco dopo verrà incisa anche da Aretha Franklin. La promozione prevede inoltre un tour negli Stati Uniti che porta il talento dell’artista oltreoceano. Soprannominato nuovo messia del rock, Elton entra nelle prime cinque posizioni della classifica a stelle e strisce e lancia “Your Song”, il suo brano più rappresentativo. L’ascesa mondiale si cosolida con alcune delle sue più belle canzoni, “Rocket Man”, “Someone Saved My Life Tonight” e “Song for Guy”, dedicata a Guy Burchett.

Complici la grande presenza scenica e un look ispirato alle star del glam rock, l’artista entra negli anni Ottanta da leggenda vivente della musica mondiale. Da “21 at 33” e “Jump Up!” vengono estratte “Little Jeannie” e “Empty Garden (Hey Hey Johnny)”. L’album “Too Low for Zero” contiene hit come “I’m Still Standing”, mentre “Sleeping with the Past” del 1989 arriva dopo un tour mondiale da tutto esaurito. Gli anni ’90 vedono un cambio di look che diventa più sobrio grazie all’amicizia con Gianni Versace e non poche difficoltà personali dovute a abusi e la morte di persone a lui vicine. Per il funerale di lady Diana esegue una nuova versione di “Candle in the Wind”  che diventa il più brano più venduto della storia con quaranta milioni di copie nel mondo. Nel nuovo millennio Elton John entra da mito vivente della musica,  l’ultimo progetto discografico è “The Lockdown Sessions”, registrato con altri musicisti nel 2021 durante la pandemia di Covid-19.

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