Visita nelle “Segrete Stanze” della chiesa di Sant’Agostino per ammirare un affresco non visibile al pubblico

La Delegazione Fai di Como organizza visite guidate domenica dalle 10 alle 16.30 nel refettorio di Sant’Agostino
Domenica 21 gennaio, dalle ore 10:00 alle ore 16:30, la Delegazione FAI di Como aprirà una “stanza segreta” nella città: il Refettorio del Complesso di Sant’Agostino, edificato nel Trecento. Qui, con l’aiuto di guide esperte, sarà possibile assistere all’analisi iconografica di uno splendido affresco normalmente non visibile al pubblico: la “Cena Agostiniana” del 1620.
La “Cena Agostiniana”, un tempo attribuita al pittore comasco Giovan Paolo Recchi, venne trasferita su tela nel 1876 dal restauratore bergamasco Antonio Zanchi in seguito a un terremoto. Maurizio Monti nella sua storia di Como ne parla ricordando che Giampaolo Recchi “nel 1620 dipinse nel refettorio dei frati del borgo S. Agostino una bizzarra cena. L’affresco offre l’interno di spaziosa galleria, da cui l’occhio vagheggia un’ampia campagna sparsa di collinette e messa a erbaggi e piante. Nel mezzo della galleria è la mensa, ossia una lunga tavola rettangolare che ha in giro nella parte a noi di fronte 12 frati agostiniani, che quantunque vissuti in età diverse, il pittore ha qui insieme raccolti, e li ha scelti fra coloro che furono santificati. Decimoterzo vi collocò nel centro S. Agostino, che ha sotto i piedi i tre capi di eretici in atto di calpestarli.”

I commensali sono, da sinistra a destra, B. Gallus (nello scorcio della porta in piedi sostiene nella mano destra un secchio e con la sinistra un cesto, forse di pane), beatus Joannes Bonis Mantuanus (ascolta estasiato a capo scoperto il vicino), beatus Joannes Reg. Boemiae nepos (fa cenno con la sinistra verso il centro), beatus Guglielmus Cremonensis Novariae (è mitrato e sta intento alla lettura), S. Thomas archiepiscopus Valentiae (ha il pallio e conversa con il vicino, che come lui ha in capo il tricorno e fa segno al centro con la mano sinistra), beatus Aegidius Tolentinus (se ne sta un po’ arretrato con le braccia incrociate ed il capo scoperto), al centro S. Agostino, mitrato e con aureola, le braccia modicamente aperte, barba fluente, il saio stretto dalla cintura di cuoio, con anello e mantelletta, una scritta “hereticorum capita contrivit” che ne spiega l’azione. Sanctus Guilielmus Dux Aquitaniae (in conversazione col vicino, con berretta a tricorno), beatus Alexander Oliva Saxo, beatus Carolus Sfortia Archiepiscopus Mediolanensis (taglia un quarto di pollo col coltello e forchetta, ha una berretta e indossa un pallio), Sanctus Maximus Episcopus Taurinensis (mitrato, si trova un po’ in dietro rispetto ai vicini), beatus Amadeus Dux Sabaudiae (a capo scoperto, con barba fluente e vistosa chierica, discute con il vicino, anch’egli con chierica e cocolla), beatus Roch Sapiens fundator nostrae Congregationae Lombardiae, Sanctus Albertus sotis Gulielmus: e un converso presentato di schiena mentre esce portando un secchio. L’affresco che aveva sofferto per un terremoto e per l’apertura di una porticella, subì notevoli danni per l’umidità, tanto che nel 1876 se ne decise lo strappo e il restauro. Su proposta dell’arciprete A. Nessi il restauro fu eseguito da Antonio Zanchi di Bergamo.

Nel contesto del Complesso di Sant’Agostino, edificato nel Trecento, in occasione della visita organizzata dalla Delegazione FAI di Como sarà possibile accedere straordinariamente ai due chiostri dove si conservano lacerti di affreschi databili alla fine del XIV secolo e riconducibili ad Andrea De Passeri, e i pregevoli interni della chiesa.
L’evento è aperto a iscritti e non iscritti FAI con pagamento in loco e prenotazione obbligatoria al seguente link: https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/
Contributo a partire da:
— 5 € iscritti FAI
— 10 € non iscritti FAI
Il ritrovo è previsto (secondo il proprio orario di prenotazione) dalle ore 10:00, con ultimo ingresso alle ore 16:30 presso la Chiesa di Sant’Agostino in Piazza Amendola, 22.
Anche in questa occasione è possibile iscriversi o rinnovare la tessera FAI in loco.