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Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi

24 gennaio 2024 | 19:42
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Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi
Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi
Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi
Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi
Delitto di Oltrona: autopsia sul corpo di Manuel, l’amico in carcere conferma il litigio per futili motivi

Luca De Bonis e la lite di domenica notte: partito il colpo al petto, forse non lucido per l’alcool ingerito poco prima. Il giudice convalida il fermo.

L’interrogatorio in carcere dell’aggressore – che avrebbe sostanzialmente confermato la confessione resa lunedì sera davanti ai carabinieri di Appiano Gentile – e l’autopsia su corpo dell’amico ucciso dopo un litigio scaturito, pare, davvero per futili motivi. All’interno della villetta di via Marconi ad Oltrona San Mamette. Giornata importante per definire alcuni tasselli del delitto costato la vita a Manuel Millefanti, 43enne. L’amico Luca De Bonis, 33 anni e di fatto senza una dimora fissa (spesso a casa di Manuel di recente), ha ripercorso davanti al giudice Carlo Cecchetti la serata trascorsa domenica con Manuel, l’alcool e presumibilmente anche la droga.

Poi  a notte inoltrata tra di loro scoppia un litigio, apparentemente senza un motivo scatenante. Manuel che lo avrebbe colpito al volto, Luca cade e prende il coltello che ha con sè in uno zaino. Pensa di difendersi, forse non è lucido dopo il tanto alcool ingerito. E così parte un colpo al petto che lascia agonizzante l’amico che gli ha dato ospitalità. Poi scappa a piedi, ma le celle telefoniche e le immagini di una telecamera in una strada vicina lo inchiodano alla sua responsabilità. Il 33enne è accusato di omicidio volontario. Convalidato il fermo dal giudice, resta in cella al Bassone. Lunedì dopo il fermo ha dato indicazioni ai carabinieri anche per trovare il coltello utilizzato per uccidere l’amico, nascosto in un casolare abbandonato a Beregazzo, in via San Pietro, che saltuariamente occupava.

Dicevamo dell’autopsia. Eseguita anch’essa oggi all’obitorio del Sant’Anna: avrebbe confermato la prima ipotesi dei carabinieri. Un solo colpo al torace, inferto con un coltello molto affilato. Arma ed abitazione sotto sequestro. La Procura di Como dovrebbe rilasciare già nelle prossime ore il nulla osta per il funerale di Manuel.

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