Musica racconti e vino

Strade Blu Live: da Dolceacqua il winemarker’s blues di Ghielmetti e Perrino

Giovedì Strade Blu Live fa tappa a Dolceacqua: da Nerololidio una notte di musica e vino con Ghielmenti, Brunialti e Perrino

Strade Blu è la rassegna live, ideata e condotta da Maurizio Pratelli, basata sull’idea di offrire storie di musicisti e vignaioli. In quest’epoca in cui tutto è sempre più immateriale e troppo veloce, con Strade Blu Live si è voluto creare un momento assolutamente fisico per ritrovare il piacere di stare insieme attraverso forme d’arte accomunate dalla passione per i sentieri secondari. In un cerchio di vita e mestieri, di vino e canzoni, di polvere e curve, di pagine e parole senza trucco.

Dopo tre appuntamenti nello scorso anno, la rassegna è ripresa a gennaio con una serata dedicata al giornalista Gianni Mura, il secondo appuntamento dell’anno, giovedì 22 febbraio da Neroldio a Como, dedicato alla musica e al vino di Dolceacqua, un magico luogo della riviera ligure di Ponente che ha trovato molti legami con il nostro territorio. Sarà il suo nome che evoca la nostra acqua dolce del lago di Como, sarà che Luca Ghielmetti, protagonista musicale della serata, ci ha vissuto, lavorato , cantato e accompagnato gli amici a scoprire quel magico borgo a due passi dalla Francia. Ad accompagnarlo in questa occasione una band davvero eccezionale composta daGiuliano Raimondo, Michele Gattoni e Marco Brioschi.

Ad aprire la serata un omaggio a un gruppo che riflette l’anima di questa serata: ovvero i Waterboys del capolavoro Fisherman’s Blues. A interpretare le loro travolgenti onde sonore troveremo Alessio Brunialti. A dare corpo a questa tappa per mare di Strade Blu Live l’arrivo a Como di Nino ed Erica Perrino, produttori da oltre 60 vendemmie del miglior Rossese di Dolceacqua.

giovedì 22 febbraio ore 21

NEROLIDIO MUSIC FACTORY
via Sant’Abbondio 7 Como

Racconti, suoni e onde
Alessio Brunialti
Luca Ghielmetti Band
Vini e Sentieri
Nino Perrino
Erica Perrino
Filo Blu
Maurizio Pratelli

prenotazioni allo 031 507128

Luca Ghielmetti

In una società in cui tutti cercano di apparire, dove tutto corre veloce senza lasciare radici, Luca Ghielmetti rappresenta una rara eccezione. Capace di mescolare mondi e persone, amore e vita, di tessere una fitta rete di relazioni tra il quotidiano e la passione per Brassens, Conte, De André, Waits, traducendo il tutto con uno stile musicale estremamente personale, che rende la sua musica graffiante e leggera, densa di spessore e delicatissima, Ghielmetti è un artista in grado di adattarsi ad ogni situazione, di respirare il momento per restituirlo carico di empatia. Ha partecipato al Premio Tenco, è stato per molti anni la spalla concertistica dell’amico Giorgio Conte, ha collaborato a più riprese con Enrico Ruggeri, per cui ha scritto anche diverse canzoni di successo come ad esempio il singolo A un passo dalle nuvole, e altri bei nomi della musica d’autore italiana. In passato ha pubblicato Le corniole di nonno Rassuli (1990) e  Dolci spose mancate d’un soffio (1998), album oggetto di culto, ormai introvabili. Dopo alcuni anni di pausa discografica, nel 2009 Ghielmetti ha raccolto in un nuovo omonimo disco  le canzoni  che meglio rappresentavano il suo percorso. Per realizzarlo, il cantautore di Valmorea si è rivolto ad uno dei musicisti-produttori più ricercati al mondo, quel Greg Cohen noto per i suoi trascorsi con Tom Waits e per aver collaborato con tutti i più grandi. Un disco introspettivo nato grazie agli incontri con tanti amici che si sono avvicinati con entusiasmo al suo progetto e appena hanno potuto sono venuti a Milano per registrare le loro parti: il percussionista brasiliano Cyro Battista (Paul Simon, Natalie Merchant) o il chitarrista americano Tim Sparks e altri ancora. Luca Ghielmetti non è un artista che si incontra dove la vita corre dritta sull’asfalto. Molto più facile che succeda dove le persone lasciano tracce, dove le rughe hanno qualcosa da dire, dove tutto ciò che ti circonda è una storia da raccontare. Ghielmetti ha la voce roca e l’entusiasmo che trattiene a fatica tra le mani: gli sfugge spesso anche prima di sedersi curvo a un piano, prima di imbracciare la chitarra e riempirci il cuore con una nuova canzone: “Scendi Madonna a togliermi le spine, ci vuole un fiore per parlare con me, a piedi nudi sulle mie rovine sento gli applausi degli Champs Elysees”. Un concerto di Luca Ghielmetti è un sogno cantato, un viaggio  ricco di emozioni che corrono là dove il mare fa la curva. Là dove bisogna andare. Insieme.

Nino Perrino

Inseguire le strade del vino senza incontrare i paesaggi che le circondano, è come trovarsi tra le mani un vinile senza la sua copertina. E siccome la “musica nuda” non mi piace, a meno che non sia quella di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, potete ben capire quanto sarebbe difficile raccontare Perrino senza raccontare la sua Dolceacqua.  Chi intraprende il percorso dei grandi vini del territorio, prima o poi ha l’obbligo di fermarsi nel borgo medievale di Dolceacqua per visitare i luoghi del Rossese. Attraversare il Ponte Vecchio dell’antica Dussagana, che Claude Monet definì un ”gioiello di leggerezza”, equivale a varcare il confine che porta alla patria del vino di cui Perrino è uno dei produttori più nobili.

Antonio, per tutti Nino, 63 vendemmie sulle spalle,  è un uomo d’altri tempi, fiero e gentile. Le sue vigne nascono in terreni impervi, difficili da coltivare, ma con impegno e tanto amore riesce a ottenere ottimi vini, un bianco e un rosso. Perrino è un artista in una terra di artisti: il suo contributo alla comunità arriva dalla sua piccola produzione di bottiglie, da un’angusta cantina che andrebbe chiamata bottega.  Per raccontare le sue bottiglie forse vale la pena prendere in prestito un aneddoto riportato sul blog dei miei amici Armadilli attribuito all’autoctono “Frank The Big One”. “Quando gli si domandava com’erano certi vini di queste parti, Frank esclamava: Belìn, quest’anno si sono sbagliati e l’han fatto buono!”. E Nino, insieme a sua nipote Erica. è uno che in Liguria, a Ponente, su questa linea di confine fra la terra e il mare, continua a sbagliare e a fare vini buoni. Molto buoni.