Lidia Poët: vita e battaglie della prima avvocata italiana, protagonista della serie Netflix

23 febbraio 2024 | 15:30
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Lidia Poët: vita e battaglie della prima avvocata italiana, protagonista della serie Netflix

Continua la rassegna di incontri d’autore vista lago a Bellano; prossima ospite Cristina Ricci, autrice del libro su Lidia Poet, pioniera dell’emancipazione femminile che ha ispirato la serie TV

Secondo appuntamento in programma a “Il bello dell’orrido” sabato 24 febbraio in compagnia di Cristina Ricci in dialogo con Armando Besio sul libro “Lidia Poët. Vita e battaglie della prima avvocata italiana, pioniera dell’emancipazione femminile” (Graphot Editrice), romanzo dedicato alla vita della prima avvocata italiana cui è ispirata la serie Netflix “La legge di Lidia Poët”, prodotta da Groenlandia, diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire e con protagonista Matilde De Angelis (la seconda stagione è in arrivo nell’autunno 2024).

Cristina Ricci, al suo primo saggio, coniuga con equilibrio un’accurata e minuziosa ricerca sulla vita di una figura fondamentale del nostro secolo con la passione per la storia e il suo impegno per la piena realizzazione dell’emancipazione femminile.

lidia poet bello dell'orrido

Sulla vita privata di Lidia Poët non si sa molto: di origini valdesi, nasce in una famiglia borghese benestante a Traverse di Perrero, paese della Val Germanasca, una regione caratterizzata da gole profonde che ricordano quelle dell’orrido di Bellano, e che ha influenzato molto la sua esistenza e il carattere, da sempre ostinato e ribelle. I luoghi così come la cultura valdese, ricordata quest’anno per la ricorrenza degli 850 anni dalla nascita della Chiesa valdese, sono elementi fondamentali nella formazione di Lidia Poët.

Ero nata per studiare e non ho fatto altro, in un secolo nel quale le ragazze si occupavano esclusivamente di trine all’ago e di budini di riso”. La giovane Lidia studia in Svizzera, laureandosi in Legge a Torino nel 1881, in un’epoca in cui le donne che accedevano agli studi universitari erano considerate una rarità: parla inglese, francese e tedesco, impara il latino da autodidatta e vive una vita piena e intensa, guidata dalla libertà, dedicandosi alla giustizia e impegnandosi intellettualmente su diversi fronti. Nel 1883 il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino accetta la sua iscrizione all’Ordine, rigettata però dalla Corte d’Appello, con questa nota: “Oggi sarebbe disdicevole e brutto vedere le donne discendere nella forense palestra, agitarsi in mezzo allo strepito dei pubblici giudizi, accalorarsi in discussioni che facilmente trasmodano e nelle quali potrebbero essere trattate oltre i limiti che al sesso gentile si conviene osservare”. Lidia Poët si laurea a 28 anni e dovrà aspettare fino ai 65 anni perché la sua richiesta venga accettata.

Nel frattempo, quindi, dopo la laurea inizia a lavorare nello studio del fratello, anche lui avvocato, e a partire da quegli anni partecipa a congressi penitenziari internazionali, distinguendosi per le sue posizioni e idee su temi ancora oggi attuali: emancipazione femminile, diritto penale, tutela dei minori, diritto all’istruzione nelle carceri, assistenza ai profughi di guerra. Nel 1919, dopo diversi anni di battaglie nella tutela dei diritti dei più deboli, corona il sogno di iscriversi all’Ordine degli Avvocati diventando a tutti gli effetti la prima avvocata d’Italia.

Le vicende della vita professionale di Lidia Poët sono al centro del libro di Cristina Ricci: la sua vita è raccontata attraverso la ricca documentazione sui suoi interventi pubblici: dai congressi penitenziari a quelli femministi di inizio ‘900, dalla sua attività di presidente del Comitato Pro voto per le donne al suo impegno nell’assistenza verso i minori e i profughi di guerra, passando per i suoi frequenti viaggi in tutta Europa.

Muore a 94 anni, a Diano Marina, in Liguria dove si era trasferita, ed è sepolta a San Martino di Perrero, suo paese natale. La sua è una storia eccezionale, rimasta nascosta per molti anni, ma che ha finalmente trovato nuovi ascolti grazie al libro di Cristina Ricci e alla fortuna della serie Netflix: una prima stagione molto amata dal pubblico, al punto da entrare nella top tre delle serie Netflix più viste al mondo (titolo italiano più visto della stagione) ed essere premiata come Miglior Serie Crime per la sezione Grandi Serie ai Nastri d’argento 2023.

Cristina Ricci, tra i vincitori del contest La Stampa Academy 2013, un laboratorio di giornalismo d’innovazione, e nel 2014 ha frequentato il corso di Data Journalism organizzato dalla Federazione Europea del Giornalismo. È ideatrice e redattrice del portale SpiegaLeAli, dedicato alle tematiche legate alle questioni di genere. Ha collaborato con il settimanale online Trucioli Savonesi. Questo è il suo primo saggio, che coniuga la passione per la storia con il suo impegno per la piena realizzazione dell’emancipazione femminile.

lidia poet bello dell'orrido

INFORMAZIONI UTILI

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.

A fine evento ci sarà il firmacopie con l’autrice.

Inizio incontro: ore 18:00, Cinema di Bellano (LC), via Roma 3

per info: www.archivivitali.org

Il calendario dei mesi primaverili prosegue:

sabato 23 marzo: Alberto Rollo / Il grande cielo, educazione sentimentale di un escursionista
sabato 20 aprile: Sara Chiappori e Marco Bechis / Cile 1973. Il golpe contro Allende nelle tavole di Punto Final

La rassegna è realizzata grazie al sostegno di: Comune di Bellano, ArchiViVitali, Orrido di Bellano, Torneria Automatica Alfredo Colombo, La Scala (società tra avvocati).