“Non volevo essere femminista”, uno spettacolo per l’8 Marzo

La parità salariale è ancora lontanissima, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt’altro che garantiti. C’è ancora tanta strada da fare, l’8 Marzo è il giorno giusto per orientare la bussola.
Un spettacolo sul femminismo? Ma no, che noia, ancora? In fondo “gli uomini sono fatti in un modo e le donne in un altro”: se ognuno rispetta il proprio ruolo tutto va liscio. Ma è proprio così? “Non volevo essere femminista”, scritto da Stella Pulpo e interpretato da Alessandra Domeneghini, è uno spettacolo che di noioso non ha nulla. Con leggerezza, grinta e ironia cerca la risposta ad una serie di interrogativi sulla condizione della donna. Ma non solo, ripercorre anche le orme di quelle donne che hanno dato una scossa affinche qualcosa cambiasse nel rapporto tra generi.
In occasione dell’8Marzo, “Non volevo essere femminista” del bresciano TeatroLaboratorio, arriva a Solbiate con Cagno, su proposta di Biblioteca e Comune per una rappresentazione, ore 21, alla scuola primaria Giovanni Pascoli località Solbiate.

“Lo spettacolo – spiega l’autrice – è necessario perché generazioni di italiani hanno studiato e ancora studiano su antologie o libri di storia dove le donne sono inesistenti, al massimo sono “mogli di”, ma incapaci di un pensiero autonomo e divergente. Perché generazioni di donne sono cresciute e crescono pensando che il loro valore sia direttamente dipendente dal gradimento maschile. E, soprattutto, perché le donne hanno sempre vissuto in una condizione di evidente svantaggio politico, economico, sociale, finanziario”.
Ci sono donne che hanno lottato per il diritto all’istruzione, all’accesso allo sport, all’aborto, per il diritto di proprietà, contro il delitto d’onore, perché fino al 1981 la vita di una donna valeva meno di un furto di un motorino e fino al 1996 lo stupro non era un reato contro la persona. La cronaca e l’attualità ci dimostrano che c’è una tendenza a frenare, a tornare indietro. La parità salariale è ancora lontanissima, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt’altro che garantiti.
C’è ancora tanta strada da fare “dobbiamo difendere i diritti umani ogni giorno, a ogni passo, il femminismo riguarda anche gli uomini, perché allarga i diritti e quindi ci rende tutti più liberi. Questa battaglia ci coinvolge tutti, ci interpella, ci include. Io sono femminista mio malgrado. Femminista perché non potrei non esserlo” conclude Stella Pulpo
