La cura inaspettata, la storia dell’Aids nel libro del professor Aiuti e Annamaria Zaccheddu

Il coordinamento di Como di Fondazione Telethon invita alla presentazione del libro “La cura inspettata. L’HIV da peste del secolo a farmaco di precisione” al Collego Gallio
Come può uno dei più temuti virus della storia diventare uno degli strumenti usati nella moderna medicina di precisione? Il virus è quello dell’HIV e la storia, per certi versi affascinante, è raccontata nel libro “La cura inaspettata – L’HIV da peste del secolo a farmaco di precisione” scritto a quattro mani da Alessandro Aiuti, vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, e Annamaria Zaccheddu, divulgatrice scientifica presso Fondazione Telethon. In realtà c’è anche un terzo autore che però è scomparso nel 2019, il professor Fernando Aiuti, padre di Alessandro, tra i primi in Italia che si occupò di Aids, fondatore dell ’Anlaids l’ associazione che si occupa di sensibilizzazione e ricerca sulla malattia causata dal virus HIV.
Mercoledì 20 marzo alle 18 nell’Aula Magna del Collegio Gallio di Como, il coordinamento comasco di Fondazione Telethon, ha organizzato la presentazione del saggio “La cura inaspettata – L’HIV da peste del secolo a farmaco di precisione” (Mondadori), con la presenza del professor Alessandro Aiuti, della coautrice Annamaria Zaccheddu e la partecipazione del dottor Selicorni e del dottor Pusterla dell’Ospedale Sant’Anna di Como.
L’ingresso è libero. Tutti i proventi della vendita del libro sono destinati, per decisione degli autori, a Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie rare e all’Anlaids

40 milioni di decessi correlati all’AIDS e quasi 85 milioni di infetti dall’inizio dell’epidemia a oggi nel mondo: le statistiche dell’HIV erano e restano spaventose. Ma dietro ai dati ci sono persone con le loro esperienze, spesso intrecciate in un groviglio di storie, emozioni, ricordi e, ovviamente, la scienza. Questo racconta il libro in questione, dalla scoperta alle prime ipotesi su come funzionasse il virus, dai farmaci antiretrovirali alla terapia genica, dallo stigma (purtroppo, tema ancora attuale) alle questioni sull’accessibilità delle terapie, una storia lunga 40 anni, raccontata in prima persona da chi l’ha vissuta, con un linguaggio alla portata di tutti e uno stile avvincente. Le pagine scorrono veloci una dietro l’altra tra gli aneddoti personali, i personaggi famosi che sono diventati – più o meno consapevolmente – il simbolo della lotta all’AIDS, e le testimonianze di quelli che il virus l’hanno vissuto – seppur in modi diversi – sulla propria pelle.

Considerato per molto tempo un nemico invincibile, il virus dell’HIV è passato da essere la più temuta infezione al mondo, con effetti devastanti sull’organismo umano, fino ad essere – con opportune modifiche – un farmaco di precisione utilizzato nelle terapie per malattie rare e gravissime. Riassunto così sembra quasi un’avventura di science-fiction, ma è talmente incredibile da essere la realtà. Il passaggio da virus mortale a terapia salvavita non è però scontato, né tantomeno veloce, ed è il frutto della collaborazione di molti scienziati e medici, tra cui Fernando Aiuti e suo figlio Alessandro.
Nomen omen, Aiuti tradotto in inglese è “aids”. Un nome, un destino: è lo stesso autore che scherza tra le pagine del libro, così come – racconta – facevano in famiglia. Se l’HIV oggi non è più una sentenza di isolamento e stigma prima, e morte poi, lo dobbiamo anche allo straordinario lavoro scientifico e sociale di questi due scienziati. Quel virus che il padre aveva tanto combattuto, il figlio l’ha modificato, smontato e reso innocuo con l’obiettivo di trasformarlo in un efficace vettore in grado di trasportare la versione corretta di un gene all’interno delle cellule. È stato però Luigi Naldini, direttore dell’SR-Tiget – il primo scienziato ad aver dimostrato la possibilità di sfruttare le caratteristiche che rendono temibile l’HIV – cioè la sua capacità di inserirsi stabilmente nel DNA della cellula ospite – per costruire vettori virali ad uso terapeutico. Lo studio, pubblicato nel 1996 su Science, è una pietra miliare della storia della terapia genica. In quello stesso anno si iniziano a vedere i successi della terapia antiretrovirale per gestire l’AIDS: un’annata preziosa per la storia di questo virus, che ora viene gestito come una malattia cronica e per cui si stanno mettendo in campo le più moderne biotecnologie.

Il professor Alessandro Aiuti è primario dell’Unità Operativa di Immunoematologia Pediatrica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Pediatria all’Università Vita-Salute San Raffaele. È inoltre vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica SR-Tiget, dove è anche a capo dell’unità di ricerca Patogenesi e terapia delle immunodeficienze primitive del medesimo istituto.
Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Sapienza di Roma, dove svolge un dottorato di ricerca in Biologia Molecolare e Cellulare. Nel 1998 si specializza in Ematologia all’Università degli Studi di Milano.
La sua attività clinica e di ricerca si concentra sull’ematologia e sull’immunologia pediatrica, con particolare riguardo alle immunodeficienze primitive e ad altre malattie genetiche, e in particolare al loro trattamento attraverso terapie geniche e cellulari avanzate. Tra i risultati più rilevanti, il professor Aiuti ha seguito gli studi clinici della terapia genica per ADA-SCID, la prima terapia genica con cellule staminali ematopoietiche (o del sangue) ad essere approvata per l’immissione in commercio al mondo.
Il professor Aiuti è autore di oltre 180 articoli scientifici (H-Index Scopus 48, Impact Factor 1.509) pubblicati su riviste come Science, New England Journal of Medicine, Nature Medicine, Journal of Clinical Investigation, Blood, EMBO Molecular Medicine e Science Translational Medicine. È revisore di Nature, Blood, The Journal of Allergy and Clinical Immunology e altre riviste.
Per la sua attività di ricerca Aiuti ha ricevuto numerosi premi nel corso della sua carriera, come l’Award for an outstanding career and pioneering contributions to the field nel 2005 da parte della Società Europea per le Terapie Cellulari e Geniche. Fa parte del Comitato per le Terapie Avanzate (CAT) dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), dell’Inborn Errors Working Party (IEWP) Studies Committee of the European Society for Blood and Marrow Transplantation (EBMT), è membro dell’Italian Working Group of Immunodeficiencies (IPINET) e dell’ASGCT Hematologic and Immunologic Gene and Cell Therapy.